13: sogni di guerra

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Shan era sdraiato sul suo letto. Era passato molto tempo dall'ultima volta che aveva visto Gaia. Da allora dormiva poco. Da qualche settimana passava le notti in bianco, sonnecchiando ogni tanto sul divano. Il suo sonno era spesso ostacolato da degli incubi terribili, guerre di angeli e demoni, fiamme divampanti che bruciavano i corpi degli angeli e luci dorate che vaporizzavano i demoni. Nei sogni c'era sempre Gaia, con le ali dorate aperte, uno scettro in mano e lo sguardo triste. A volte il suo viso era rigato da lacrime rosse come sangue.

Fuori pioveva e il ragazzo guardava il cielo. Dall'Eclissi si era incupito, era diventato azzurro scuro con striature rosse. C'erano spesso temporali e le strade erano costantemente occupate dalle pozzanghere. A volte capitava che un fulmine incendiasse gli alberi di un parco, che veniva chiuso per settimane. Shan si voltò quando sentì che bussavano alla porta. Sapeva che era sua madre, costantemente preoccupata per il figlio. La donna cercò di entrare, ma la porta era chiusa a chiave. Ad un certo punto si arrese, convinta che il figlio stesse dormendo. Il ragazzo si buttò sul letto e rimase sdraiato.

Intanto, nell'Inferno, Mikyo e Malakay stavano discutendo davanti alle fiamme del camino presente nella stanza di Mikyo. -Shan ci ha viste combattere- disse Mikyo alludendo al combattimento con la sorella il giorno dell'Eclissi. Malakay stava guardando le fiamme con sguardo assorto, mentre ascoltava la diavoletta. -Credo che lui sia un Chiaroveggente angelico. Hai visto il Marchio sulla sua spalla?- disse Malakay senza distogliere lo sguardo dal fuoco. Mikyo scosse la testa, ma capì subito a cosa alludeva l'altro. Il Marchio di Huan, Marchio della Veggenza, chiunque lo portava aveva il dono di vedere il futuro tramite i sogni, per questo il Marchio era noto anche come Marchio dei Sogni. -Noi possiamo vedere quello che lui prevede, ma finché rimarrà sveglio, questo sarà impossibile- spiegò Malakay. Mikyo sospirò e accese una fiamma che le bruciava sospesa sul palmo della mano destra. -Se resta sveglio un'altra notte, il dono si affievolirà. Dobbiamo fare qualcosa!- disse lei facendo divampare di più il fuoco. -Solo un angelo può dare il sonno a un umano...e Gaia non va sulla Terra dal nostro scontro!- urlò, scaraventando una palla di fuoco nel camino, che esplose, inondando la stanza di un fuoco nero che si estinse quasi subito senza bruciare nulla. -Posso provare a ingannarla, ma avranno raddoppiato le difese al Portale...- commentò Malakay alzandosi. Da uno specchio appeso al muro si vedeva Shan sdraiato sul letto. La superficie iniziò a incresparsi e la figura mutò. Malakay e Mikyo si avvicinarono e studiarono il susseguirsi di immagini.

Diavoli con lunghe corna dritte come stalagmiti oppure ricurve come quelle degli arieti. Diavolette che battevano le loro ali da pipistrello mentre sovrastavano il cielo plumbeo della Terra. Al centro dello schieramento terreno c'era Malakay con un spada dall'elsa rossa come il sangue e la lama nera come la pece. I suoi occhi sputavano fuoco, letteralmente. Davanti allo schieramento aereo c'era Mikyo, con uno scettro a forma di fiamma che emanava bagliori rossi e, se innalzato, scatenava tuoni violenti che spaccavano il cielo. Le sue corna risplendevano della luce delle fiamme.

Dall'altra parte, gli angeli. A terra erano tutti armati di spade, scudi, lance dorate. Erano condotti da Kolyn, che impugnava una spada dorata con l'elsa bianca come oro bianco. La lama era incisa con motivi di uccelli in volo. Nel cielo, le angiolette volavano armate di archi e frecce. Al centro c'era Gaia. Aveva le ali dorate aperte che emanavano una luce bianco-dorata che le faceva risaltare il volto. In mano aveva uno scettro dorato con un angelo che stringeva una stella fra le mani.

La guerra iniziò. Il cielo divenne ancora più rosso, i diavoli scomparivano quando le lame degli angeli li trafiggevano. Gli angeli bruciavano tra le fiamme dei diavoli. La guerra divampava ogni attimo di più. Gaia e Mikyo si colpivano a vicenda a suon di fiamme e scariche di luce. Ad un certo punto Gaia alzò lo scettro per assorbire il fuoco lanciatogli contro dalla sorella.

L'immagine svanì di colpo, mandando in frantumi in vetro della specchio. Mikyo e Malakay rimasero immobili a guardare le schegge che bruciavano appena toccavano il pavimento. -Il suo potere è troppo potente, se non imparerà a controllarlo, ogni suo sogno diverrà realtà...- disse Malakay avviandosi verso la porta. -Dove vai?- chiese Mikyo. -Da Gaia, le dirò quello che è successo a Shan. Se il ragazzo non imparerà a controllarsi, moriremo tutti prima della prossima Eclissi.- disse Malakay. -Ma noi viviamo per il caos!- urlò Mikyo. L'idea di chiedere aiuto a sua sorella non le piaceva affatto. -Viviamo per generare caos, ma Shan sta diventando un ostacolo e, se non vuoi che il nostro Signore sappia che è colpa tua se lui sta seminando il caos nel nostro mondo indebolendoci ed esponendoci a grossi rischi, dovrai abituarti a farti aiutare da tua sorella!- disse Malakay e, detto ciò, se ne andò lasciando dietro di sé odore di legno bruciato. -Piuttosto muoio!- disse Mikyo e si teletrasportò da Shan. Lui era un ragazzo potente, lei poteva manipolarlo assumendo l'aspetto della sorella. L'avrebbe trasformato in un'arma, nel seme del caos primordiale...

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