So quello che faccio

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ciao, come avete visto la storia fino ad adesso era scritta al passato, ma d'ora in avanti la scriverò al presente, sia per far immedesimare meglio le persone nella storia, sia per una questione di praticità nello scrivere i capitoli.
Appena avrò tempo provvederò a trasformare anche i capitoli precedenti al presente.
Vi chiedo anche di lasciare una stellina e un commento se vi piace il capitolo🖤.
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Mi hanno portato nella stessa stanza dove è rinchiusa Teresa.
Abbiamo parlato e sono riuscito a farla arrabbiare anche in questa situazione.
Dico sempre le cose sbagliate al momento sbagliato, ma d'altronde sono Thomas ed è risaputo che io sia un fenomeno in questo.
Lei si è messa all'angolo opposto al mio e si è chiusa in se stessa. Guardandola mi sono reso conto dei lividi che ha sulle braccia e sulle gambe.

"Che hai fatto?"

Lei alza la testa e mi guarda non capendo la domanda.

"i lividi"

"alcuni sono vecchi ricordi della mia ex scuola, altri sono nuovi ma non mi ricordo dove me li sono procurati" poi aggiunge "e comunque a te che interessa"

"Teresa dai smettila sai che mi interessa tu stia bene"

"per quello che hai detto prima sembra sia tutta colpa mia se siamo qui ora"

"Non volevo dire questo, lo sai"

"A me sembrava di si"

Mi avvicino a lei e vedo le telecamere seguirmi ma non mi importa.

"Ti giri per favore?"

Lei esegue e tra i nostri occhi avviene un contatto che mi toglie quasi il fiato.

"Ricordi qualcosa di quello che è successo prima di arrivare qui?"

"No"

Mi alzo.
Sono stufo di tutto ciò, voglio finirla con questa storia.
Vado verso le telecamere, il soffitto è talmente basso che arrivo perfettamente a toccarle e così ci picchietto sopra.

"So che sei lì dietro papà, vieni a parlarmi da persona civile invece di rimanere nascosto dietro un aggeggio elettronico"

Torno a sedermi di fianco a Teresa.

"Che cazzo hai fatto Thomas?! Sei scemo?  La botta che ti hanno dato ti ha fatto male?!"

"Shh" La zittisco.

"So quello che faccio"

"A bhe sicuro tu"

Poco dopo si apre la porta e nella stanza entra mio padre da solo.
Si siede all'angolo opposti a noi e inizia a parlare.

"Ciao Thomas, ciao anche a te Teresa, che ci fate qui?" dice con un sorriso.

"Smettila di prenderci in giro, ho delle domande da farti" lui, stranamente, annuisce "Da quanto tempo siamo qui dentro?"

"È circa una settimana che state rinchiusi nelle stanze"

"Cosa le hai fatto?" prendo il braccio di Teresa e gli mostro i lividi.

"Oh niente, vi ho fatto dormire per un po', tu da solo, Teresa non sempre" dice con un ghigno malefico sul viso.

"Che lei hai fatto?!" dico alzando la voce, poi mi rendo conto della situazione in cui siamo e mi ricompongo "Ti prego pa' non dirmi che hai lasciato che i tuoi scagnozzi si divertissero con lei come fai con le altre" sento le lacrime farsi spazio lungo il mio viso e la voce ridursi a pezzi.

"Per tua fortuna non li ho fatti arrivare a tanto Thomas, quei lividi sono solo una conseguenza del trasporto da casa nostra a qui"

"Perché io non ne ho allora?"

"Perché tu sei mio figlio"

Dopo questa risposta abbasso la testa e sento lo sguardo di Teresa su di me mentre ripenso a ciò che lei mi aveva detto prima.

"Papà fammi un favore, lasciaci andare"

"Ti devi sposare con lei e prendere il mio posto"

"Va bene"

Mio papà stesso è rimasto sorpreso dalla mia risposta, Teresa invece è scoppiata a piangere, ma non sa che io ho un piano.

"Ad un costo però, sia io che Teresa dobbiamo essere maggiorenni prima di sposarci"

"Perché? da noi non si fa così lo sai"

"Ti chiedo questo favore"

Lo vedo rimuginare su questa mia richiesta, e poi acconsente.

"Grazie"

Convinto di avere lei a fianco, lei che puntualmente non c'eraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora