Una cena a lume di candela

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Sono in macchina con la benda, prima di salire in macchina io e Teresa eravamo insieme, ma ora non sento più la sua presenza.
Ero convinto di averla affianco, eppure lei non c'era.
Passa il viaggio e arriviamo alla destinazione.

Mi fanno scendere e mi tolgono la benda.
Sono ancora davanti alla macchina quando vedo l'altra arrivare e fermarsi.
Escono due scagnozzi di mio padre e lui stesso, poi scende Teresa ma uno degli scagnozzi gli fa lo sgambetto, lei cade e il tipo le dà una pacca sul sedere.
Istintivamente scatto in avanti ma quelli che erano in macchina con me mi fermano.
Vedo una scena bellissima di fronte a me.
Teresa si è rialzata e sta insultando pesantemente il tipo che l'ha infastidita.
Quello che dice però mi fa stare anche male, "ne ho passate tante", è vero, ha solo 16 anni e ha sofferto tanto, anche per colpa mia. 
Teresa ha finito di parlare e sono tutti in silenzio a guardarla. Mio padre si muove e si mette davanti a lei, le alza il viso con le dita e la guarda dritta negli occhi, lei lo guarda a sua volta senza tintinnare un momento, il suo sguardo è forte, arrabbiato, furioso, Ettore la lascia e si volta verso di me. 

"Vieni"

Guardo gli scagnozzi che ancora mi tenevano, mi sciolgo dalla loro presa e li guardo male. 
Vado da papà. 

"Che c'è?"

"Vi ho prenotato un tavolo al ristorante dove andiamo di solito con anche Priscilla, per le 19 vi porto io, sono le 15:00, vai ad accompagnarla tu a casa?"

"Va bene" 

No non va bene, va tutto di merda, io voglio conoscere Teresa ma non così, non sotto tortura. 
Vado da lei. 

"Andiamo ti accompagno a casa" 

Non mi giro neanche a salutare papà, prendo la mano di Teresa e prendiamo la strada per casa sua. 
Vedo che lei è molto tesa e appena siamo abbastanza lontani le parlo. 

"Cos'è successo?" Mi riferisco a ciò che aveva detto prima allo scagnozzo, lei non parla e continua a guardare a terra, mi fermo e mi giro verso di lei. 

"Hanno provato a violentarmi" sussurra, aveva gli occhi lucidi, la voce spezzata e continuava a guardare a terra. 
Non so cosa dire, dentro di me ho una rabbia disumana, tiro un calcio al bidone vicino a noi rovesciando tutta l'immondizia. 

"Thomas fermo!" grida lei.

"Tuo padre li ha fermati in tempo" continua.

"Non mi interessa! Gli avevo detto di non farti niente cazzo!" faccio una pausa e tiro un altro calcio al bidone "Fin dove sono arrivati?" chiedo, la rabbia si stava trasformano in colpa, sento gli occhi farsi lucidi e la voce spezzarsi. 

"Ti basta sapere che non ci sono riusciti, ora andiamo" Riprende a camminare, io la guardo e la seguo.  

"Scusa Teresa, tu hai 16 anni, dovresti poter avere una vita tranquilla e invece stai passando l'inferno per colpa mia, mi dispiace" Lei si gira di scatto e mi guarda dritta negli occhi. 

"Ti ho già detto che non è colpa tua se sei nato da un mafioso, ora per favore andiamo" Faccio come dice. 
Passiamo il resto del viaggio in silenzio.
Arriviamo a casa sua. 

"A dopo" dice, io contraccambio il saluto con un sorriso malinconico e la guardo entrare in casa. 

-

Pov's Teresa 
Arrivo a casa, i miei genitori non ci sono come sempre, saranno andati da qualche parte per non vedermi. 
Vado in cucina e preparo della pasta in bianco dato che non mangio da molto.
Sono le 16 quando finisco di mangiare e vado in bagno, mi svesto e entro in doccia. 
Finalmente sento l'acqua calda scorrere lungo il mio corpo, infiltrarsi nei capelli e nelle piccole ciglia degli occhi chiusi mentre si godono questo momento. Noto parecchi lividi sulle gambe e alcuni sul fianco. Mi viene in mente quella scena in macchina e decido di lavarmi più in fretta. 
Appena ho finito esco dalla doccia, metto l'accappatoio e mi dirigo in camera. 
Mi piazzo davanti all'armadio per cercare qualcosa da mettermi addosso per andare a cena nonostante siano solo le 17. 
Opto per dei pantaloni a zampa neri che mettono molto in risalto i fianchi e un maglioncino bianco, appena ho finito di vestirmi asciugo i capelli e li boccolo, poi decido di truccarmi anche se non mi piace molto, infatti metto solo una piccola striscia di eyeliner, del mascara e un rossetto color carne molto leggero. 
Sono le 18 e mi stendo sul letto, sono molto stanca e finisco per addormentarmi. 

-

Angolo autrice: Ciao ragazzi! fatemi sapere che ne pensate di questo capitolo lasciando una stellina o un commento, ve ne sarei grata<3 

Convinto di avere lei a fianco, lei che puntualmente non c'eraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora