Se voglio posso uccidere anche te

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"Come cazzo fai a sapere di Teresa?! E perché hai mandato Stefano a seguirla?!"

Dico urlando in faccia a mio padre, basta avere paura sono stufo, adesso voglio sapere tutto.
Ciò che è successo oggi è davvero troppo.

"Parli della tua nuova compagna di classe? è carina si però potevi scegliere di meglio, riguardo a Stefano dovevo per forza, non potevo permettere che mio figlio scegliesse in modo sbagliato"

"di cosa stai parlando?!"

Sento la rabbia ribollire dentro di me, sono rosso in viso, la bocca aperta e gli occhi spalancati.

"mi sembra ovvio, vuoi che lei ti accompagni quando tu prenderai il mio posto di boss"

A quelle parole rimango letteralmente a bocca aperta, sento il mondo crollarmi addosso e nonostante sapevo che prima o poi sarebbe successo, speravo costantemente che quell'evento non accadesse mai.

"Ti ricordi come ci siamo fidanzati io e tua madre? avevamo 15 anni, andavamo in classe insieme, dissi a mio padre di voler sposare quella ragazza e lui fece il resto.
In poco tempo io e tua madre ci fidanzammo e all'età giusta ci sposammo.
Lei inizialmente era contraria a tutto ma col tempo aveva imparato ad amarmi"

Lo interrompo subito dicendo a voce forse troppo alta:

"Lo sai anche tu che la mamma non ti ha mai amato! È sempre stata obbligata ad amarti! Lei era una donna stupenda, sempre con il sorriso in viso anche quando il mondo sembrava avercela con lei, lei sì che ci teneva a me, mi diceva sempre che ero il suo regalo più grande e anche se avevo solo 8 anni quando mi è stata strappata via ricordo tutto di lei!
Tu... Tu sei un mostro! Quando parli della mamma non ti scende mai una lacrima, ne parli come se non te ne fregasse un cazzo della sua morte, ne parli come se quell'incidente fosse successo perché era stato programmato! Tu non la meritavi!"

Mio padre è seduto di fronte a me e mi ascolta, mi guarda negli occhi con le sopracciglia aggrottate e con la bocca socchiusa.
Quando io finisco di parlare lui si alza in piedi e mi guarda negli occhi dall'alto in basso, io tengo lo sguardo alto e non mi sminuisco di fronte al suo.

"Senti Thomas, anche se sono tuo padre non vuol dire che ti puoi rivolgere a me in quel modo.
Tu non sai niente su tua madre e soprattutto non sai niente su quell'incidente.
Se voglio posso uccidere anche te"

Mi dice tutto con un tono di voce molto calmo il che mi sorprende.
Io continuo a guardarlo negli occhi, poi mi giro e vado in camera mia.
Chiudo la porta a chiave, mi siedo sul letto e ripenso alla conversazione appena avuta con mio padre.
Il primo pensiero che mi viene in mente sono le parole: non sai niente su tua madre e soprattutto non sai niente su quell'incidente.
Io ho sempre sospettato che l'incidente era stato programmato ma pensavo anche che fosse la mia rabbia di aver perso la persona più importante della mia vita a farmelo credere.
Ma forse non era così e quelle parole che erano sfuggite a mio padre mi hanno fatto capire che devo arrivare fino in fondo a questa storia.
Per mia madre.
Il secondo pensiero che mi viene in mente sono le parole "vuoi che lei ti accompagni durante il tuo cammino da boss".
No. Assolutamente no.
Io voglio solo conoscere Teresa perché è simpatica e perché in classe nessuno si azzarda a parlarmi tranne lei.
Ma forse gli altri fanno bene, infondo tutti quelli che mi parlavano finiscono, o minacciati o addirittura uccisi nei casi peggiori.
Non posso permettere a mio padre di rovinare Teresa, quindi, se voglio continuare a frequentarla, devo farlo di nascosto.

-

Sono le 3:00 di notte, scrivo a Teresa che il giorno dopo, a mezzanotte, ci saremmo visti, devo per forza raccontarle tutto ma farlo di giorno è troppo pericoloso.
Dopo aver inviato il messaggio lo elimino solo per me in modo che mio padre non venisse a sapere di nulla.
Io domani sera sarei uscito con il mio gruppo e poi sarei andato da Teresa: un piano infallibile.
Ad un tratto sento un rumore provenire dalla porta d'ingresso, come se fosse stata aperta per accogliere qualcuno, sono le 3:00 di notte.
La porta della mia camera ha uno spioncino, lo avevo chiesto a papà quando ero piccolo perché mi piaceva, in quel momento mi è molto d'aiuto.
Mi alzo dal letto provando a non fare un minimo rumore, cammino in punta di piedi e arrivo allo spioncino.
(quel coso rotondo d'argento)

Sollevo il pezzo di ferro che copre il vetro e guardo fuori

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Sollevo il pezzo di ferro che copre il vetro e guardo fuori.
Le luci sono accese, non vedo nessuno fino a quando tre persone una dietro l'altra non passano di fronte alla mia camera.
Tre persone tra cui mio padre.
Sento una porta aprirsi e poi richiudersi.
Non è mai successo niente di simile a casa mia e io so che tutto sta succedendo per quello che ho detto oggi a mio padre sul fatto della mamma.
Non posso perdere l'occasione di sapere cos'era successo quel giorno.

Angolo autrice:
fatemi sapere se vi sta piacendo la storia.
Le cose stanno iniziando a farsi serie tra il padre e Thomas.

Convinto di avere lei a fianco, lei che puntualmente non c'eraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora