tell me your fate - kookv

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- taehyung!fatereader

- jungkook!bodyguard

- leggero angst

- smut: ✅🔞

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Jungkook scese dalla sua moto, sfilandosi il casco e appendendolo al volante, si ravvivò i capelli, togliendosi anche gli occhiali da sole. L'aria calda umida di Seoul gli colpì il viso mentre si faceva scrocchiare il collo ed entrava nello stabile di fronte al quale aveva parcheggiato, salendo gli scalini due alla volta per arrivare il prima possibile al terzo piano, odiava usare l'ascensore, era più veloce a piedi.

Proprio in quell'esatto istante, la porta numero 307 si spalancò ed uscì un ragazzo più o meno ventenne, allacciandosi il colletto della camicia e sistemandosi i capelli, Jungkook lo fulminò con lo sguardo, seguendolo mentre si affrettava a scendere dalle scale e scomparire. Gli si contorse lo stomaco, chiuse gli occhi assottigliandogli e avvicinandosi alla porta ancora aperta. Bussò, posizionandosi esattamente al centro del battente della porta e i suoi occhi incontrarono immediatamente quelli di un ragazzo con lunghi capelli neri a coprirgli la fronte, le lenti colorate nocciola. Indossava un lungo mantello nero con dei ricami oro sulle maniche e sui bordi, aveva una coroncina in testa, anelli alle dita ed un fottuto piercing al labbro inferiore.

«Ha un appuntamento?»

«No ma credo che lei possa trovare un po' di tempo per me proprio in questo momento.» Il corvino lo osservò con un solo sopracciglio alzato, divaricando le gambe ed incrociando le braccia al petto.

«Certamente. Chiuda la porta.» E Jungkook sorrise sornione, facendo quanto richiesto. Poi spostò la sedia posizionata di fronte alla scrivania e si sedette, spingendo la lingua contro la guancia.

«Il lavoro che svolge è illegale.»

«E chi è lei per dirlo? Un poliziotto?»

«E se lo fossi?»

«Mi faccia vedere pistola e distintivo.»

«Quale pistola, di preciso?» Ammiccò ma il corvino rimase spaventosamente serio, alzando una mano e portandosela lentamente sul collo, fingendo di grattarsi la nuca.

«Ho un altro cliente tra 40 minuti. Mi dica di che cosa ha bisogno senza farmi perdere altro tempo.» Sentenziò.

«Mi legga le carte.»

«Ha appena detto che il mio lavoro è illegale.»

«Mi legga le fottute carte.» Il corvino deglutì, il suo pomo d'Adamo si alzò e si abbassò e poi prese il mazzo di carte, cominciando a mescolarle senza abbassare lo sguardo neanche per mezzo secondo, non esitò.

Sweet pills of happiness | bangtanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora