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Narratore esterno
Beacon Hills stava vedendo più cacciatori di quanto ne avesse visti in quindici anni, ma il numero diminuiva di giorno in giorno, omicidio dopo omicidio, gli scagnozzi di Kate venivano fatti fuori dall'alpha sconosciuto.
Connor aveva lasciato la moglie addormentata sul divano, illuminata dal sfarfallio dei colori della televisione, ed era uscito in giardino, sperando che, prendendo una boccata d'aria fresca, si sarebbe alleviata la morsa al petto che sentiva gli stesse stringendo il cuore.
Sfiorò la corda dell'altalena, che dondolò leggermente al suo tocco.
-Papà! Papà! Mi spingi?- -Ma sei appena scesa dallo scivolo, perché non ti riposi un po'?- -Ma io non sono stanca!-
Si alzò una folata di vento e le foglie secche cadute volteggiarono nell'aria in una lenta danza.
-Ti avevo detto di non correre, ma tu non mi hai ascoltato e adesso visto? Sei caduta- -Ma papà è colpa di quella foglia, guarda! Mi ha fatto scivolare!- -Tesoro, lasciala stare, Skyler quando cade si rialza sempre-
Connor sorrise ricordando le parole della moglie che aveva sempre visto in Skyler la forza di un uragano, ma che invece di distruggere, era capace di ricostruire anche le situazioni più disastrate.
Si sentì inevitabilmente egoista, perché se non fosse riuscito ad uccidere l'alpha, avrebbe lasciato che una grande responsabilità ricadesse sulle spalle, non solo di Karen, ma soprattutto di sua figlia, rovinando inoltre la meravigliosa prospettiva di Tyler, che si era tanto impegnato ma che si sarebbe ritrovato a buttare tutti i suoi sforzi in aria per colpa di suo padre e della sua incoscienza. Se fosse morto sarebbe stata solo e soltanto colpa sua, a questo non poteva sottrarsi, ma sapeva di dover dire tutta la verità alla sua famiglia, alla famiglia che aveva tradito e che meritava di conoscere tutta la storia, sperando che, prima o poi, anche se non fosse stato lì con loro, sarebbe stato perdonato.
