CAPITOLO 10

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- Hermione! Dai... sveglia! Oggi é il grande giorno della festa! Abbiamo un sacco di cose da fare e sono già le 11! -
- Ginny... lasciami dormire altri 5 minuti.. - borbottai assonnata alla mia amica.
- Non se ne parla. Alzati! -
- okay... -
Barcollai assonnata e mi feci una lunga doccia calda.
- ... e poi oggi andremo ad Hogsmade! Dobbiamo comprarci qualche vestito da indossare e... -
- Ginny, respira! - le dissi ridendo, mentre mi facevo la doccia, con lei vicino allo sportello. Era su di giri, ma io non ci riuscivo. Continuavo a pensare a Draco ed a sentirmi in colpa per il fatto che penso a lui e non a Ron...
- Hermione, sei tu quella che dovrebbe calmarsi. Rilassati e goditi questa giornata. -
- Hai ragione, Ginny. Eppure non so perché non ci riesco. -
- Non sai il perché? Certo che lo sai. Pensi continuamente a Draco, non é così? -
- Cosa? No! -
- Ma smettila Herm, scommetto che sei tutta rossa. -
- Uff... e va bene, é vero. Sono felice di andare alla festa con tuo fratello, ma mi dispiace di aver risposto "no" a Malfoy che mi ha trattata così male e poi... con chi ci andrà? Verrà alla festa? -
- Hermione, rilassati. Ti fai davvero troppe preoccupazioni. -
- Sì, hai ragione. Cercherò di rilassarmi e di godermi la giornata. -
- Brava... ora però sbrigati che vorrei farmi anche io una doccia, se non ti dispiace. -
- Certo Ginny - dissi ridendo, dentro la doccia.
Una volta uscita dalla doccia, mi affacciai dalla finestra (vestita, ovviamente) e mi resi conto di quanto fosse meravigliosa questa giornata. Pur essendo Novembre non era troppo freddo, anzi, un tiepido Sole riscaldava l'aria facendo scintillare il calmo lago con i suoi raggi. Eppure, nonostante al di fuori delle mura il clima sembrava gioire, io non ci riuscivo totalmente. Avevo davvero troppi pensieri per la testa e non riuscivo a rendermi conto che in realtà dovevo godermi la giornata. Quello sarebbe dovuto essere un giorno da ricordare col sorriso. Sarei andata ad una festa, magari l'ultima, con Ronald, il ragazzo che mi piaceva da sempre. Non potevo, o meglio, DOVEVO permettere a quella che probabilmente era una cotta passeggera di condizionarmi l'esistenza.
- Herm! Andiamo a pranzo! - mi urló Ginny, dall'altra parte della porta del dormitorio.
- Arrivo! - urlai.
Raggiunsi la mia amica nella Sala Comune. Appena mi vide sgranò gli occhi: - Wow! Per essere una persona depressa sei davvero carina oggi! Allora in fondo non ti dispiace così Tanto andare alla festa con mio fratello, eh?! - disse lei sollevando un sopracciglio.
- Sono come ogni giorno, Ginny... -
- On no... Intanto non hai il maglione.. -
- Ma sai... é caldo oggi.. -
- Poi la cravatta é lenta - continuò lei imperterrita - e i primi tre bottoni della tua camicia sono sbottonati. - -Dai, andiamo, abbiamo un fantastico pranzo che ci aspetta! - dissi cercando di cambiare discorso.
Ed era proprio vero. Uno dei vantaggi del sabato sono i pasti. Sono davvero strepitosi ed insieme a quelli domenicali sono migliori di quelli degli altri giorni. Ad Hogwarts ci si può lamentare di qualsiasi cosa, tranne del cibo.
E Ronald, che era esperto nel campo, si ingozzava come se non mangiasse da 10 anni.
Mi sedetti davanti a lui ed appena mi vide gli si illuminò lo sguardo: - M- Miseriaccia, Hermione! - balbettò lui e mentre Ginny seduta accanto al fratello ridacchiava, io arrossii.
Sorridendo Harry mi disse, avvicinandosi al mio orecchio sinistro e parlando a voce non abbastanza bassa: - Hermione, sembra tu stia andando a fuoco -
- Sta' zitto! - Gli dissi ridendo e dandogli un piccolo colpo sulla spalla.
Alzai gli occhi verso il tavolo dei serpeverde. Mi ero di nuovo seduta con quel tavolo davanti a me. Non lo facevo neanche di proposito!
Con lo sguardo cercai Malfoy e dopo un po' finalmente inquadrai il mio obiettivo. Draco sembrava sconsolato e pensieroso, con la mano sinistra sulla guancia e la destra con in mano la forchetta che giocherellava con i piselli residui sul piatto. Alla sua destra c'era la sua amica Pansy che gli stringeva il braccio.
Se dovessi descrivere la sensazione che provai in quel momento, direi... furiosa gelosia. Gelosia... questa sensazione era totalmente estranea per me nei confronti del Serpeverde. " No... tutto ciò non può esser successo. Tutta questa faccenda di Draco mi sembra così strana eppure così... meravigliosa. Lui è meraviglioso. Anche quando è arrabbiato oppure ha lo sguardo minaccioso. É stupendo anche in quei momenti; anzi forse è migliore in quelle situazioni. Esprime meglio il suo essere: rabbioso, complesso. Facendo così si veste con la sua stessa anima.
Certo, non è l'aspetto di una persona che conta, ed io sono la prima a dirlo, l'importante sono il carattere e la personalità.
Secondo me quel ragazzo viene giudicato troppo male dalla massa. Certo, ha sicuramente fatto azioni sbagliate e tutto il resto, eppure non credo che sia una persona negativa. Opposta a noi. Anzi credo che sia il contrario. Io sono convinta che sia fra le persone più complesse, sfaccettate e... sentimentali che io conosca. E con sentimentali non intendo dire che si mette a piangere non appena gli nomino il cane di mia nonna, ma con quell'aggettivo intendo sottolineare la sua capacità di capire meglio i sentimenti delle persone meglio degli altri, vista la complessità della sua personalità.
Quando lo guardo non posso non fare a meno di volerlo abbracciare, anche se solo per fargli capire che una persona accanto a lui c'è. Una diversa. La pecora nera che può aiutare il leone a non esser considerato un assassino dagli altri della mia specie.
Magari gradirei anche baciarlo, e non solo abbracciarlo, ma tanto so già che non accadrà mai.
Ron, mi sto di nuovo dimenticando di lui per pensare a Draco. Continuo a metterlo da parte.
E se in realtà mi piacesse più Draco di Ron?!...
Sciocchezze, quel biondino lo ammiro e comprendo la sua mentalità, punto. "
Sentii il cuore battere, la gola seccarsi e la lingua che cercava invano di idratare le labbra. Mentivo. Mentivo spudoratamente e la cosa più... triste era che lo facevo a me stessa!
Mentre stavo formulando il mio ultimo pensiero lo sguardo di Draco si sollevò e si Posó sui miei occhi.
"No, non è solo questo. È qualcosa di più, io.. lui mi... " era così difficile ammettere, a me stessa poi, la palese verità?!
Sì, lo era. Troppi pregiudizi e rivalità da parte delle nostre case mi avevano plasmato la mente. Ci avevano plasmato la mente. Possibile che sia così difficile vedere oltre le parole di un vecchio cappello pieno di toppe? È così difficile vedere cosa c'è fuori dal muro di stereotipi che abbiamo intorno?
Io voglio vedere oltre. Devo vedere oltre. Non sarò un altro mattone del muro (Cit.).

DRAMIONE: Sono le scelte ad esprimere il nostro essereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora