CAPITOLO 13

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Quella scena mi fece rimanere di stucco. Draco Malfoy, l'orgoglioso cocco di papà, figlio del fidato Mangiamorte del signore oscuro, spontaneamente si lascia 'cruciare' da una mezzosangue... - No. - dico in modo secco, gettando la bacchetta a terra. - Ora... vattene. Prima che ci ripensi -
Il suo sguardo era supplichevole, pieno di sconfinata tristezza ed i suoi occhi colmi di disperazione mista al salato delle lacrime - Hermione, io... voglio solo dirti che... mi dispiace - e si girò dandomi le spalle. Non sapevo cosa dire. Ero infuriata per il suo comportamento di ieri, ma allo stesso tempo mi sentivo in colpa per tutto questo odio che stavo provando per lui. Dopotutto Draco era dispiaciuto, sinceramente. Nemmeno un idiota l'avrebbe negato eppure... non potevo perdonarlo. Non così facilmente comunque. Le ferite possono guarire, ma se sono profonde resta la cicatrice e si porta avanti per tutta la vita. Puoi nasconderla, cercare di dimenticarla per un po' eppure essa ci sarà sempre e nei momenti più opportuni si fa sentire, ti ricorda chi l'ha procurata, ti fa soffrire. Mi girai a guardare Harry. All'improvviso Capii a pieno il significato della cicatrice che aveva in fronte.
Draco si stava allontanando facendo moltiplicare il suono dei suoi passi per il corridoio, quando si fermò di colpo e si girò verso di me. Una lacrima scese dagli occhi arrossati per la disperazione dovuta dalle sue azioni e continuò il suo triste viaggio verso pallide terre. Mi fissò intensamente e quasi sussurando disse - Ti amo - e se ne andò quasi di corsa, lasciandomi immobile. Impotente. Sola. Sola, con tutto un intero mondo che mi circondava, con Harry accanto a me, con Draco che si allontanava quasi serpeggiando. Eppure mi sentivo più sola che mai perché la mia unica compagnia erano quelle due parole. La mia consolazione. La mia rovina.
Poi, quasi con fare ingannevole, spunta la frustrazione che ti ricorda maleficamente chi sei, chi è Draco ed ogni ricordo legato a me ed a lui. La frustrazione che si prova quando in un attimo ti senti inerme, disperata, persa. Persa perché non sai cosa fare difronte ad un bivio, difronte ad una scelta ed allora l'unica cosa che ti resta è fermartici davanti. Accasciarti a terra, con il suono dei passi in lontananza rimbombarti in testa e le braccia del tuo migliore amico che ti sorreggono. Ma sopratutto, quando sei inerme, impotente, frustata, dopo aver riconosciuto e catalogato le emozioni, fanno capolino le lacrime, lacrime spinte dalla consapevolezza che non serve a nulla starsene lì in ginocchio, eppure è l'unica cosa che riesci a fare e di conseguenza le lacrime scendono con più potenza spinte da quelle due parole che sono la causa di tutto.
Ti amo.

Angolino Autrice
Ciao!
Okay, lo so che è molto corto, ma spero che queste 447 parole vi siano piaciute.

( No, non sono impazzita più del normale, non le ho contate. C'è il contatore di parole qui accanto hahaha )

Il fatto è che mi andava di scrivere e visto che non so bene come continuare la storia ho pensato di farmi guidare da quella poca ispirazione.
Ma presto mi verranno delle idee... BOOM!
Fidatevi ;)

Come al solito è gradito ogni sorta di critica, sia positiva che negativa. Insomma, fatemi sapere cosa ne pensate.

(So che l'ho già detto altre volte ma... vi voglio bene. Sul serio, siete fantastici♡ )

E... linea allo studio!
Al prossimo capitolo

DRAMIONE: Sono le scelte ad esprimere il nostro essereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora