Capitolo 16

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Questo capitolo è spicy🌶️🔞
Per i più sensibili o per i minorenni, non leggetelo!
Se ci sono errori grammaticali fatemelo sapere in anticipo
Buona lettura💋🌶️

"Signore! Mi scusi ci siamo incontrati ieri! Voglio solo parlare!"
Era da almeno quindici minuti che cercavo l'uomo che il giorno prima era intervenuto nella battaglia. Lui conosceva sicuramente molto di più questo luogo e le persone che mi avevano attaccata. Originariamente nessuno voleva mandarmi da sola, ma fui talmente persuasiva che alla fine andammo tutti insieme. Ebbene si, non ho avuto molta scelta.
"Non credo quest'uomo voglia essere trovato"
"Mi sembra si chiamasse... Kang, ma credo sia il suo cognome"
Ero abbastanza frustrata, ci sarebbe di grande aiuto la sua presenza.
Avevo passato quasi un'intera giornata a medicarmi e riposarmi, anche se avessi voluto fare altro i tre moschettieri non me lo permettevano. Pensano sia fatta di cristallo, ma non sanno quanto sia alta la mia soglia del dolore.
Tornai nel luogo dove c'era stato lo scontro. Alla luce del giorno i danni erano evidenti, mi sentivo colpevole ed in debito con questo luogo che ancora non mi ricordava nulla.
"Ecco chi mi ricordavi."
Da un vicolo uscì una voce, mi voltai con uno scatto verso la fonte della voce ed ecco finalmente il guerriero a lungo ricercato. Stava trasportando delle assi si legno sulle spalle come se nulla fosse facendolo sembrare semplice.
I suoi vestiti erano più umili rispetto come lo avevo conosciuto, ed il suo colore di pelle era più scuro di quanto avessi immaginato. Anche il suo corpo era diverso dai soliti uomini che avevo mai visto.
"Jian Lian Kang, puoi chiamarmi come meglio preferisci"
"Kang va bene"
Kakashi subentrò bruscamente nella conversazione, voleva arrivare al dunque in fretta così da poter tornare a Konoha il prima possibile. Almeno così avevo dedotto.
"Mi perdoni per i danni..."
"Nulla che non può essere riparato"
Non sorrise, in effetti le sue espressioni erano pressoché le solite.
Io invece gli sorrisi e mi chinai leggermente arrossendo un po' per la sua bellezza e gentilezza.
"Sei una Geisha per caso?"
Sorpresa mi riposizionai immediatamente osservandolo.
"Si vede dal tuo portamento"
"Arriviamo al dunque."
Il ninja della foglia non mi diede il tempo di digerire il complimento che il guerriero ricominciò a lavorare, sembrava più interessato ad ascoltare me che gli altri del gruppo. Yamato era perplesso, mentre Gai mi sembrava sereno vicino a lui, talmente tanto che gli diede una mano a spostare certe macerie.
Ma Kakashi restava a braccia conserte al mio fianco, senza avere intenzione di stare con quest'uomo troppo a lungo.
"Cosa intendevi prima?"
Kakashi si appoggiò al muro in legno di una casa mentre ascoltava con attenzione tutto quello che aveva da dire.
"Come si chiama lei?"
"Io sono Aisaka Busujima"
Feci un cenno con la testa di cortesia, e per educazione mi inchinai ancora una volta.
Lui rimase in silenzio per secondi, ogni secondo ero riuscita a sentirlo. Aveva un filo di barba ben curata ma non troppo folta, il suo viso era giovanile, più o meno della mia stessa età e la pelle era liscia ed apparentemente morbida. Un uomo che incarnava lo spirito guerriero e mascolino di un intero paese.
"Busujima? Allora temo di aver sbagliato"
Si voltò e tornò a fare quello che stava facendo.
"È assurdo, ha delle braccia grandi come angurie!"
"Gai! Il punto non è quello! Aisaka non senti nulla quando pensi a questo luogo?"
"Ancora nulla di speciale... Per chi mi aveva confusa?"
Alzai la voce per farmi sentire, tuttavia lui non smise di lavorare.
"Shang, un membro della famiglia Shang"
"Del clan portatore del Chi?"
Annuì sospirando affaticato. Kakashi si mosse velocemente verso di lui e mise un punto alla situazione.
"Mangiamo qualcosa e parliamo bene di questa situazione"
Si guardarono. Due uomini di mondi diversi, di mentalità diverse e principi diversi. Mi sentivo stranamente attratta da questi due grandi opposti.
"Va bene"

"Il suo nome è particolare, è originario di quest'isola?"
"Si. La mia famiglia è di un clan importante, i Jun-Duì"
Yamato si scriveva tutto tra un boccone e un altro, era affascinato da questo mondo ma anche molto attento e accorto, era ovvio non si fidasse a pieno di questo sconosciuto.
"Sono rimasto solo io in quest'isola"
Sentivo una nota di tristezza nelle sue parole, anche il suo viso era malinconico. In quel momento avrei voluto vedere nella sua testa per capire cos'era successo a questo popolo.
"C'entrano gli uomini che mi hanno attaccata?"
Annuì in silenzio, lanciandomi uno sguardo tagliente e severo.
"Quell'uomo è Tadashi Kadari, è a capo della Yoru no Yakuza"
"Che razza di nome è questo?"
Gai stava ascoltando quello che diceva mentre di stava allenando ma a volte rimaneva stupito da quello che sentiva.
"Li ho sentiti... Me ne aveva parlato Rokiko..."
"Rokiko?"
Alzò lo sguardo con gli occhi di un arancione più luminoso ed acceso, come se donasse speranza a quel nome.
"Lo conosci?"
"Si lui... L'ho conosciuto"
Rimasimo tutti in silenzio, chi continuava a mangiare e chi invece rifletteva su tutto quello che sapevamo.
"Tadashi, è il padre di Rokiko."
Spalancai gli occhi restando senza parole, aveva senso, tutto in un qualche modo acquisiva un senso. Rokiko faceva parte della Yoru no Yakuza perché il padre ne era a capo, forse non aveva avuto scelta.
"Quindi c'è una possibilità che Rokiko non sia il pazzo che crediamo..."
"Rokiko un pazzo? Lo pensate davvero?"
Yamato annuì, non sapeva come dirlo, così non disse nulla. Notò che l'uomo rimase sorpreso e sbalordito dalle nostre parole, come se avessimo descritto qualcuno a lui sconosciuto.
Ma non ci disse altro nei suoi riguardi. Nulla di più nulla di meno, restò in silenzio per dei minuti interi.
"Ok parliamo del clan Shang"

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