Ero sdraiata sulle assi di legno ruvide.
I capelli bianchi si estendevano lungo tutto il pavimento, la prima giornata senza allenamenti dopo vari mesi intensi.
Il mio team era composto da due ragazzi con la quale non avevo mai parlato prima.
Uno dei due si chiamava Komuro e l'altro Rokiko.
Komuro era molto simpatico e divertente. Ancora non lo conoscevo molto bene, ma sentivo che non era una brutta persona. Sicuramente era misterioso, non sapevamo molto di lui, nemmeno dei suoi genitori. Aveva i capelli marroni e la pelle mulatta, due grandi occhi scuri e un bel sorriso. A volte era così vanitoso che potevi vedere il suo ego gonfiarsi, ma almeno portava della gioia nel gruppo.
Spesso e volentieri mi chiamava 'angelo' un nomignolo che mi faceva sempre arrossire. Eravamo molto amici e gli dicevo tutto, a differenza di Rokiko.
Al contrario di Komuro, lui era più chiuso e presuntuoso, spesso e volentieri bisticciavamo e lui ricadeva sempre sul violento. Anche se con me capitava male, non era bello sentire certe parole o provare certe sensazioni di pericolo.
Riguardo i soliti amici speravo restassimo il solito gruppetto, ma non fu così, Obito e Kakashi non vanno molto d'accordo quando si tratta di lavoro di squadra e finiscono per litigare. Quest'ultimo dopo la morte del padre era più chiuso del solito, distaccato, arrogante e dedito solamente alla missione.
Oramai non veniva più al ruscello, se dobbiamo parlare di questo in pochi ci vengono ancora.
Cominciai a canticchiare, ero stanca e l'ultima litigata tra Kakashi e Obito mi era rimasta nella mente, soprattutto le parole di Obito anche se forse non si rendeva conto della situazione che stava vivendo Kakashi.
"Non esiste solo la missione Kakashi! I tuoi compagni di team sono il centro! Perchè non ascolti mai il maestro Minato?!"
Mi portai il dorso della mano sulla fronte e sospirai, 14 anni e 4 di essi con una sola persona che mi ronzava per la testa, sapevo era uno stupido amore passeggero.
Non mi intendo di queste cose ma il modo continuo in cui pensavo a lui e la voglia costante di vederlo era sicuramente un segno di amore verso di lui. Ma non pensavo avrebbe avuto un ruolo cosi importante nella mia vita.
Mi fermai sentendo qualcuno salire dalle scalette, rimasi sdraiata e chiusi gli occhi intenta a sentire il vento smuovere le foglie. Cercavo di rilassarmi come meglio potevo.
Chiunque fosse, era libero di fare come voleva, la casetta non era mia e al momento avevo altro a cui pensare.
"Non pensavo fossi qui"
Sentendo la sua voce apro gli occhi sorpresa, alzai la testa per poi sedermi, in quel momento incrociai i suoi occhi neri che guardavano oltre. I suoi capelli erano smossi leggermente della brezza estiva, mi portai i capelli dietro l'orecchio non smettendo di guardarlo.
"Kakashi!"
Sospirando si sedette vicino all'entrata appoggiandosi ad un muro, sembrava stanco. Era comprensibile.
Mi avvicinai a lui facendo lo stesso.
"Come stai?"
Lui non rispose, nemmeno mi guardò. Faceva spesso così, sembrava come ignorare tutto quello che lo circondava, era freddo e distaccato. O forse era solo tanti pezzetti di ciò che era Kakashi.
Non parlava, stava lì in silenzio a guardare gli alberi.
Sospirai e mi appoggiai in dietro sul muro in legno scuro.
Vederlo cosi era una tortura per me.
Restammo cosi qualche secondo, fin quando mi decisi a parlare.
"Sai, mi dispiace per tuo padre..."
Tastai il terreno, notai inarcò le sopracciglia verso l'alto nonostante avesse il viso quasi completamente coperto, non solo dal tessuto nero dalla maschera ma anche dai capelli.
Ancora non ne aveva parlato a nessuno o non aveva trovato qualcuno che lo avesse ascoltato, si sentiva nell'aria. Erano strazianti le urla dentro di lui, era come sentirle sulla pelle, deve essere terribile perdere così il proprio padre.
"... io apprezzerei tu dicessi qualcosa..."
Abbassai lo sguardo inclinando le spalle in segno di chiusura e portai le ginocchia al petto avvolgendole con le braccia.
Cosa gli passava per la testa? A cosa pensava?
"Cosa dovrei dire?"
Lo guardai con la coda dell'occhio, forse si era innervosito. Magari non avevo agito nel modo migliore.
Era nuovamente distante, così lontano, io nel mio mondo lui nel suo.
"Tu cosa ti senti di dire?"
Non rispose, me lo aspettavo. Sorrisi dolcemente.
Rimasimo in silenzio, notando la sua freddezza capì che non mi avrebbe risposto, che avrebbe nuovamente nascosto tutto e che non si sarebbe fatto aiutare da nessuno.
Non potevo costringerlo a parlare, doveva essere lui a fare il primo passo.
Non per me ma per se stesso.
Sospirai e chiusi gli occhi rassegnata.
"Allora vado..."
Andai a prendere il mio zainetto che era appoggiato dall'altra parte della casetta, controllai ci fosse tutto ma prima di andarmene lui attirò la mia attenzione.
"Non so cosa fare..."
Voltai lo sguardo.
Mi avvicinai nuovamente a lui per vederlo meglio in viso.
I suoi capelli grigi che gli coprivano il volto, la sua voce si spezzava alla fine della frase.
Il suo dolore era palpabile, nonostante cercasse di contenersi oramai era ovvio che non stava bene.
"...avevo lui e adesso non so cosa fare, come comportarmi... a chi riferirmi..."
Tremava leggermente, non avevo mai sentito così tanto quello che provava, fino in quel momento. Tremava talmente aveva trattenuto quello che provava.
Obito diceva che gli piaceva la solitudine, ma dovevo aspettarmelo, non vanno d'accordo come pensavo, o almeno da quando Rin si è invaghita di Kakashi, il modo in cui lo guarda e come gli parla.
La sua premura e la sua dolcezza innata, cominciai ad essere felice per lei.
Il mio cuore si stringeva in una morsa ogni volta che lei lo guardava, era stressante a livello mentale. Eppure andava bene così.
Sentivo che qualcosa faceva male, mi feriva, eppure non capivo.
Lo guardai con attenzione, dopo un silenzio interminabile la mia mano cercò di sfiorare la sua, chiusa a formare un pugno.
Lentamente cercavo un contatto.
"Kakashi va bene così-"
"No, non è vero!"
Avevo sbagliato parole, non era mia intenzione sminuire quello che stava passando. Ne volevo fargli credere non mi importasse, volevo solo stesse meglio ma sbagliai modo di esprimermi.
Speravo solo di non aver rovinato tutto.
Lui aveva alzato il tono della voce girando il volto verso di me con molta velocità. Ritrassi la mano e la avvicinai al mio petto.
I miei occhi erano inumiditi dalle lacrime, che cercavo di trattenere per lui.
Anche lui gli occhi lucidi, le iridi spente e vuote se non colme di rabbia e dolore.
Non sapeva come scaricarsi, non sapeva come liberarsi e la rabbia era l'unica via che riusciva a vedere.
"Va bene pensarci, fa bene provare tristezza e dolore a volte..."
Posai la mano sulla sua stringendola. Mi lasciò fare ma non parlò, fece si che io continuassi a parlare.
Mi avvicinai a lui cercando di fargli capire quanto fosse importante per me.
Sperai mi guardasse e capisse, ma non disse nulla. Girò lo sguardo sapendo che non era in grado di reggere il mio. Continuai a sperare in un suo segnale e finalmente parlò. La voce era tremolante e prima di parlare prese fiato.
"... fa tanto male..."
Abbassò la testa cercando di coprirsi sempre di più, cercava di proteggersi e di attivare il suo scudo protettivo che sempre lo aveva salvato dal mondo esterno. Tratteneva le lacrime e cercava di non singhiozzare. Ma notai uno spiraglio, notai che anche se poco si era aperto con me e cercava aiuto.
"... non voglio sentirmi così..."
Subito mi avvicinai a lui togliendogli le mani dai capelli e avvolgendolo tra le mie braccia. Gli strinsi la maglietta tra le dita e con la voce bassa gli risposi.
"...Devi essere sincero con te stesso e affrontare il dolore se vuoi superarlo..."
Gli alberi e le foglie erano una melodia e in quel momento era la più soave, ma non tanto soave quanto il suo cuore che batteva veloce.
Lui era lì, e per quanto non stesse bene si era aperto con me, non con il maestro Minato e non con Rin, ma con me.
Il calore di una mano si posò sulla mia schiena. A poco la sfiorava, era come una carezza.
"...non sei so-"
Una voce, squillante, ancora piena di vita. Femminile e molto familiare, qui nessuno ci veniva mai se non noi ragazzi a giocarci, o almeno così era.
Il suo nome risuonava tra il rumore della natura circostante, qualcuno lo cercava. Qualcuno cercava...
"Kakashi!"
Era Rin, la sua voce sembrava tranquilla e serena ma il modo in cui lei lo chiamava era altro sentimento, era proprio felice anche solo del pensiero di lui. Con paura e timore lei faceva saettare le sue iridi da una direzione all'altra sperando di incrociare gli occhi del ragazzo dai capelli grigi. Mi allontanai da lui, volevo solo rassicurarlo e confortarlo, nulla più, non volevo che Rin mi vedesse così vicino a lui, pensavo fosse come un tradimento nei suoi confronti.
A me non piace Kakashi.
Subito temevo lei potesse avermi visto, non volevo rovinare la nostra amicizia. Lei era importante.
Lui si era girato verso di me cercando di capire perché mi ero allontanata, il suo sguardo sembrava bisognoso.
"Kakashi! Ti ho trovato finalmente... mi sono preoccupata! Anche Obito era preoccupato... ma non lo ammetterà mai"
Lui subito si ricompose, si girò verso di lei, mentre io ero lì. Ferma.
"Arrivo Rin"
Si girò fugacemente verso di me, lasciandomi un ultimo sguardo e un sorriso impercettibile, coperto dalla sua classica maschera nera.
Rimasi sorpresa, ma felice.
Sorrisi, non sapevo quale fosse il motivo di questo mio calore interiore. Ridacchiai e presi gioiosamente il mio zainetto per poi tornare a casa.
Cominciai a canticchiare una canzoncina.
Non feci in tempo ad uscire dal boschetto che Komuro mi spaventò, era appeso sottosopra su un ramo e si era sistemato davanti il mio viso cogliendomi di sorpresa.
"Ehi, angelo! Carina la canzone"
Mi sorrise, come sempre.
Scese e si affiancò a me tenendo le mani sui fianchi beffardo.
"Komuro, accidenti mi hai spaventata!"
Lui ignorando la mia frase ridacchiò.
Iniziammo a camminare lungo la riva del fiume.
Come solito mi parlava delle sue straordinarie doti da ninja, era un narciso ma mi faceva sempre sorridere.
"E con quel Kakashi?"
Non gli stava molto simpatico ma sapeva che a me piaceva parlare di lui. Il suo viso era teso, guardava altrove e, non sapendo come farmi rilassare, mi offrì un mochi.
"Grazie Komuro!"
Ridacchio, lui sapeva a cosa andava incontro e il suo modo di reagire mi faceva rallegrare.
Gli raccontai del nostro ultimo incontro, lui ascoltava attentamente mentre camminavamo nel boschetto.
Ci fermammo sopra un grande masso bianco al centro del fiume.
Lui si era sdraiato e appoggiava la testa sopra le mani rilassandosi sotto i raggi del sole.
"Secondo te cosa vuol dire?"
"Il fatto che lui ti abbia lasciato lì da sola? Vuol dire che non sa chi aveva davanti."
Sembrava innervosito dalla sua reazione. Sbuffai e gli diedi una lieve spintarella. Forse aveva sentito solo una parte, perché non mi sembra si sia reso conto che Kakashi sta vivendo una situazione particolare e abbastanza traumatica.
"Smettila dai"
Sbuffò per poi sistemarsi davanti a me.
"Angelo, se questo tipo ti piace, a me va bene. Ma non vuol dire che piacerà anche a me"
Sorrisi e scossi la testa rassegnata.
"Comunque, quando parlerai con Rin?È la tua migliore amica dovete chiarire questa cosa, o almeno tu devi darti pace, cavoli! Sono stufo di ascoltare le tue paranoie!"
Lo andai a colpire sulla spalla con una gomitata.
"Non che io sia felice di ascoltare tutti i tuoi fantastici allenamenti!"
Lui fece spallucce sorridente. Gli volevo molto bene, era parte del mio team nonché amico fidato.
Mi riaccompagnò a casa e nel mentre parlammo anche di Rokiko.
"Quel tipo è strano te lo dico io"
"Ma ti piace qualcuno qui o...?"
Lui mi rispose con una sonora e sarcastica risata tornando subito al suo discorso.
"Ha sempre gli occhi coperti dai capelli, spaventosamente neri, e quando gli parlo fa sempre quello strano verso con la bocca..."
Sembrava veramente serio a riguardo, effettivamente non posso negare di essere intimorita da lui. Abbassati lo sguardo a guardarmi i piedi riflettendo sue parole.
"Forse è solo un tipo chiuso in se stesso..."
"O forse è uno stronzo."
Quando si comportava in questo modo mi faceva innervosire. Era sempre in allerta e sul chi va là, non che fosse sbagliato ma rendeva difficile parlare di tanti argomenti, perché per lui alla fine erano sempre tutti cattivi. D'altronde non conoscevo nulla di lui.
"Non sono tutte brutte persone!"
Mi fermai incrociando le braccia fissando i miei occhi magenta nei suoi.
"Angelo, non sono tutti buoni"
Mi sorrise con compassione, come se io non riuscissi a capire la crudeltà di questo mondo. Sospirai e diedi un calcio ad un sasso, forse aveva ragione.
"Dai, non ti arrabbiare! E poi deve solo provarci a darmi fastidio"
Non abbassava mai la testa. Affrontava le situazioni con avventate za ma anche grande coraggio. Era tanto ammirevole quanto stupido. Un mix di gradi qualità e difetti.
"Komuro non sono arrabbiata ma... non lo so, ma non sono arrabbiata! E comunque tranquillo non farà nulla di quello che tu pensi"
Ero positiva riguardo Rokiko, sapevo che qualcosa di buono in lui c'era, non ne ero certa ma avevo questo presentimento.
Lui scosse la testa, rassegnato, come se avessi detto una stupidaggine ma non voleva contraddirmi.
Erano le 18 e il cielo era variopinto di colori, il tramonto era come una coperta che ricopriva Konoha.
Ci eravamo fermati a mangiare un gelato e a chiacchierare al parco. Avevamo anche fatto una piccola battaglia ma non ero ancora al suo livello.
"Cavoli, c'è Rokiko"
Komuro schioccò la lingua sul palato girando la testa altrove, era visibilmente seccato dalla sua presenza. Era di spalle e stava fermo al centro della strada, mi chiesi cosa stava facendo lì.
"Ciao Rokiko, come mai qui da solo?"
Lui non rispose, il mio cuore accellerò senza un motivo preciso. Sentì subito che qualcosa non andava. Cercai di avvicinarmi a lui ma Komuro mi fermò.
"Aisaka, ferma"
Bisbigliava. Bastò incrociare i nostri sguardi per comprendere che c'era qualcosa che veramnete non andava.
Cosa sta succedendo?
Komuro si avvicinò a lui con prepotenza ed irruenza.
"Ehi Rokiko. Non hai sentito?"
Stava per posargli la mano sulla spalla per girarlo ma lui non glie lo permise.
"Non toccarmi!"
Urlò. Komuro con una smorfia sul volto ritrasse subito la mano spaventato dalla risposta improvvisa.
"Ma ci fai o ci sei?!"
"Komuro!"
Corsi verso di loro per non far scaldare gli animi. Guardai Komuro, era già fin troppo nervoso, scossi la testa per fargli capire che non era il caso.
"Va tutto bene...?"
Rokiko si piegò in avanti portandosi la mano sinistra sulla fronte. Sembrava si stesse sentendo male così mi avvicinai per aiutarlo, speravo la brutta sensazione non fosse reale, ma Komuro mi prese il polso. Mi liberai dalla sua presa e lo guardai con disprezzo.
"Non sono una bambina, Komuro."
Posai la mano sulla sua schiena ma un ondata di chakra mi fece indietreggiare contro le mie forze.
"Ma che?!"
Mi alzai anche se mi sentivo stordita.
Non riuscivo a credere che quel chakra era suo, Chakra?
"Komuro!"
Lui era già intento a saltargli addosso per dare vita ad un violento combattimento ma appena mi guardò corse verso di me preoccupato.
"Io sto bene, tu?"
"Sto bene. Ma Rokiko non lo sarà per molto."
Strinse i pugni, tutti i suoi muscoli erano in tensione, se non lo fermavo lo avrebbe sicuramente riempito di botte. Komuro andò verso Rokiko a passi pesanti ma un ninja ci interruppe.
"Ragazzi tutto bene? Avete fatto cadere voi il secchione della spazzatura?"
"Maestro Minato.."
Io presi la mano di Komuro, non era bravo a nascondere la sua rabbia.
Lo guardai sperando dicesse qualcosa di serio, realistico e concreto.
"Siamo arrivati adesso in realtà..."
Prima di finire la frase mi guardò per poi stringermi la mano infondendomi sicurezza.
Guardai Rokiko, era ancora di spalle.
Mi chiesi più volte cosa gli potesse essere successo. Anche di lui non conoscevo molto, anzi niente.
"Komuro, tutto bene?"
Il maestro Minato si avvicinò a noi, eravamo talmente lontani da Rokiko da far pensare subito ad una situazione fuori controllo.
Sapevo Komuro gli avrebbe detto tutto, mi preparai all'impatto e attesi la risposta del maestro.
"Si, maestro. Stavamo solo facendo una passeggiata"
Gli sorrise come meglio poteva per poi stringermi una spalla cercando di sembrare il più naturale possibile.
Iniziai a pensare che dovevamo dirgli tutto e lasciare che lui si occupasse di tutto.
"Va bene... ma fate attenzione si sta facendo buio. Tornate a casa"
Il biondo dagli occhi azzurri ci sorrise facendoci l'occhiolino. Dopo pochi passi lontano da noi il sorriso del maestro Minato era svanito, probabilmente aveva capito qualcosa non andava ma senza il nostro consenso non aveva fatto nulla di invasivo.
Avrebbe dovuto?
Appena si era allontanato abbastanza chiesi spiegazioni.
"Komuro come m-"
Nemmeno il tempo di chiederglielo che passò oltre andando verso Rokiko che, intanto, non si era mosso di pezza.
"Se Aisaka si fosse fatta male gli avrei detto tutto lo sai?"
Rokiko non rispose. Komuro si grattò la nuca innervosito e stanco di questo momento di tensione infinito.
"Ah, giusto, tu parli solo quando vuoi."
Si posizionò alle sue spalle con le mani nelle tesche.
"Provaci di nuovo e giuro che te le darò di santa ragione."
"Perchè ti sei spaventato?"
La voce roca, e più profonda del normale, di Rokiko mi fece sgranare gli occhi. Komuro stava ai limiti della sopportazione, mi lanciò uno sguardo. Ero ferma sui miei passi, non li avrei lasciati da soli, e lui lo aveva capito.
"Che vuoi dire?"
Cercò di restare calmo ma notai che nella sua tasca stava tenendo un kunahi.
"Komuro"
"Intendo dire che te la sei fatta sotto. Mai sentito un potere simile vero?"
Rokiko si mise di profilo, il suo sorriso era maniaco oserei dire pazzo. Ma forse era un giudizio dettato dalla mia paura? Perché forse anche nel suo viso c'era terrore.
Komuro indietreggiò di un passo, sembrava essere sicuro di sé, ma al contrario non sapeva cosa fare. Così mi affiancai a lui.
"Lo so, impressionante."
Rokiko si girò verso di noi con le braccia aperte e ancora quello strano sorriso.
Deglutì, anche se avevo la gola secca.
"Ragazzini impertinenti. Voi non avreste detto nulla in ogni caso."
In quel momento vidi nero. Buio.
In un attimo era svanito tutto. Qualche millisecondo ma la domanda era la stessa.Ciao angeli!
Che ne pensate di questo capitolozzo?
Spero vi piaccia, se si lasciate la stellina che mi fa piacere.Vi ho più o meno introdotto 2 personaggi che in Naruto non esistono ma avranno una parte importante nella mia storia.
-Chi preferite tra Komuro e Rokiko?
-Cosa pensate di Rokiko?
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The Copy And The Otom Ninja
Random(Trama nella prima pagina) Non seguirò la trama precisa di Naruto. Decisione personale. Voglio concentrarmi su Kakashi e il personaggio che introdurrò. Ci saranno scene hot e under 18. È importante che i minorenni e i più impressionabili non leggan...