3.

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"Ragazzi."

La voce di Maria risuonò in tutta la casetta, e i ragazzi le prestarono tutta la loro attenzione.

"Dov'è Mattia?"

"Sono qua Maria." rispose il biondino seduto al tavolo. Smise di mangiare e si mise comodo sulla sedia.

"Ho parlato con il dottore. E mi ha detto che hai una microlesione."

Mattia emise un lamento e si portò una mano sugli occhi.

"Non si sa se potrai continuare a stare nella scuola di Amici."

A quelle parole il biondino appoggiò la testa sul tavolo e scoppiò a piangere. Carola, seduta al suo fianco, lo abbracciò subito, accarezzandogli i capelli e appoggiando la fronte sulla sua schiena. Christian, il suo migliore amico, si alzò dal posto su cui era seduto e si avvicinò a Mattia, mettendogli una mano sulla schiena e una sul braccio, e portò il viso vicino a quello del più piccolo.

Nessuno in quella casetta osava parlare, intenti a guardare dispiaciuti il piccolo, che vedeva il suo sogno sgretolarsi davanti ai suoi occhi. Mattia lottò così tanto per entrare nella scuola, e finalmente il suo sogno si era realizzato, ma adesso, quel suo stesso sogno, era messo a rischio per una microlesione.

"Coraggio." sussurrò Christian, sedendosi accanto al piccolo e stringendogli il braccio su cui aveva poggiato una mano e iniziando ad accarezzargli la schiena con l'altra mano.

Christian, anche lui voleva piangere. Ma doveva essere forte. Ma non per sé stesso. Ma per Mattia. Per quel ragazzo dai ricci biondi, dal viso paffuto, dagli occhi azzurri come il mare, dal meraviglioso sorriso, dal fisico mozzafiato. Doveva essere forte per quel ragazzo che in pochissimo tempo è diventato fondamentale per la sua vita, doveva essere forte per il suo migliore amico. Doveva essere forte per quel ragazzo gentile, altruista, simpatico, dolce, sensibile che accompagnava le sue giornate.

Il più grande voltò il viso dall'altro lato rispetto a Mattia, aveva gli occhi lucidi e sentiva che le lacrime stessero per uscire dai suoi occhi e percorrere le guance, ma non poteva piangere, non in quel momento. Sentì il più piccolo muoversi, girò il viso e vide Mattia alzarsi, mettersi il cappuccio della felpa in testa e percorrere la cucina, per poi andare nel salotto e scomparire dietro la porta che porta alle camere.

Decise di seguirlo e si alzò dalla sedia, nel tragitto prese il suo cappellino nero che si trovava sulle gradinate e se lo mise in testa. Arrivò nella loro camera e vide la porta del bagno chiusa, ci si avvicinò e vi poggiò la testa contro. Chiuse gli occhi e dopo qualche secondo di tempo in cui regnava il silenzio parlò.

"Frate."

Solamente una parola uscì dalla sua bocca. E la risposta del più piccolo non tardò ad arrivare.

"Aspetta."

La voce spezzata dal pianto. Christian non riusciva a sopportare la vista del suo migliore amico in lacrime, con gli occhi rossi e gonfi per il pianto. Non voleva vederlo soffrire. Perché se Mattia stava male, automaticamente stava male anche lui. Christian decise di aspettare il biondino dietro la porta, avrebbe aspettato Mattia tutto il tempo che sarebbe stato necessario.

Non si sa se passarono secondi, minuti o ore, ma la porta venne aperta e Christian si staccò da essa, alzò lo sguardo e vide il biondino con lo sguardo basso e che tirava su col naso. Mattia iniziò a camminare e Christian lo seguì, andando fuori in giardino.

"Chri ti giuro che stavo svenendo." disse il più piccolo camminando avanti e indietro.

"Dai siediti." disse Christian, prese Mattia per un braccio e lo fece sedere sul divano arancione per poi sedersi accanto a lui.

"Andarsene perdendo una sfida è un conto, perché qualcuno più bravo di te merita di stare qua. Ma andarsene per questa cosa è orribile." disse Mattia giocando con il bordo della felpa nera.

"Mio padre ha passato un anno bruttissimo, è stato malissimo e quando ha saputo che sono entrato qua era la persona più felice del mondo. Io non posso andarmene così." disse il piccolo cercando di trattenere le lacrime che stavano per uscire dai suoi occhioni azzurri.

Seguirono attimi di silenzio, silenzio che poi venne interrotto di nuovo da Mattia.

"Ma tu ci pensi se me ne vado?" disse girandosi verso il più grande.

Christian prese Mattia da un braccio e lo fece sedere a cavalcioni su di sé.

"Tu non te ne andrai, fidati." disse sicuro ma con la voce tremante. Sentiva un disperato bisogno di piangere, ma non poteva. Doveva essere forte.

"E come fai ad esserne sicuro? Non possiamo saperlo con certezza." rispose Mattia abbassando lo sguardo.

"Tu non puoi andartene Matti. Tu guarirai e resterai qua." continuò Christian. Non riusciva ad accettare la possibilità che il suo migliore amico se ne potesse andare.

"Non voglio andarmene Chri." disse Mattia a bassa voce e con la voce tremante e solo a quel punto scoppiò a piangere. Si abbassò sul corpo di Christian e mise la testa nell'incavo del collo del più grande.

Il più grande lo strinse a sé, accarezzandogli i capelli e la schiena. Solo a quel punto Christian si lasciò sfuggire delle lacrime. Lacrime che stava trattenendo da troppo tempo.

E su quel divanetto, in quella maledetta giornata di dicembre, Christian e Mattia ebbero la conferma che non importa come andranno le cose, se il più piccolo rimarrà all'interno della scuola o meno, ci saranno sempre l'uno per l'altro. Il loro legame è uno dei più veri che si sia mai visto all'interno di quel programma televisivo.

È uno di quei legami destinati a durare per sempre. E questo, Christian e Mattia lo sanno. Non si lasceranno mai andare, per nessun motivo al mondo.

Come Nelle Favole- Os||ZenzonelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora