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Era passata una settimana da quando Danilo, il latinista scelto dalla Celentano per mandarlo in sfida contro Mattia, era entrato nella casetta.

E proprio da quando entrò lui in casetta si respirava aria di tensione e negatività. Perché? Perché Danilo non faceva altro che infastidire Mattia, gettando frecciatine ogni volta che lo vedeva.

Mattia, dal canto suo, lo lasciava perdere. Preferiva rimanere indifferente piuttosto che cedere alle sue frecciatine. Tutti gli altri ragazzi della casetta volevano intervenire, dire a Danilo di lasciarlo stare, ma Mattia disse loro di non preoccuparsi e di lasciar stare.

I ragazzi lasciarono perdere, ma di certo non erano tranquilli. Sapevano che Mattia sapesse difendersi da solo, ma Danilo non ci andava per niente leggero con le sue battute.

Mattia, anche se si faceva vedere forte e indifferente, dentro di sé ci rimaneva male ogni volta che Danilo diceva qualcosa contro di lui.

"Io sono più bravo di te", "perderai la sfida", "non meriti quel banco", "non sai ballare."

L'unica cosa in cui Mattia aveva un minimo di autostima era proprio la danza. Lui amava ballare, per lui la danza era tutto. Quando ballava svuotava la mente da qualsiasi pensiero, negativo o positivo che sia. Si concentrava sulla musica e sui passi.

Ovviamente Mattia sapeva che ci fossero ballerini più bravi di lui, sapeva di avere un po' di talento, altrimenti non starebbe all'interno della scuola, ma non gli faceva piacere sapere che non meritava quel banco.

Sta di fatto che Mattia continuò a fare finta di nulla, continuò ad essere indifferente, fino a quando decise di mettere fine a quelle provocazioni.

"Stai sicuro che ti batterò!" esclamò Danilo dal nulla. I ragazzi erano sparsi tra la cucina, il salotto dove stavano le gradinate, e alcuni erano a lezione. Quando Danilo pronunciò quella frase, in casetta il tempo sembrò fermarsi. Nessuno osava dire una parola, in attesa di ciò che avrebbe fatto Mattia.

E proprio quest'ultimo si alzò dalla gradinata. "Smettila! È da una settimana che non fai altro che dire che mi batterai, che non sono bravo e che sei migliore tu. A me non frega nulla di quello che pensi!" esclamò, ormai stanco di tutta quella situazione.

"Perché dovrei smettere? Infondo, sto solamente dicendo la verità." Danilo incrociò le braccia al petto, mettendo su un sorrisetto fastidioso.

"L'importante è che tu ne sia convinto. Dammi il tempo di tornare in forma, e poi al momento della sfida vedremo chi rimarrà nella scuola!" Mattia stava per andarsene, per mettere fine a quella discussione, ma venne fermato dalle parole di Danilo.

"Certo che sono convinto. Io sono il migliore ballerino di latino-americano che ci sia in questa casetta. Io merito di stare al posto tuo, io merito quel banco più di te. Io vincerò la sfida, e tu andrai a casa. Nessuno si ricorderà di te, e soprattutto non sei nato per ballare. Tu non sai ballare, e mi domando come tu abbia fatto ad ottenere il banco a settembre."

Gli occhi di Mattia si fecero lucidi. Voleva piangere, ma doveva resistere. Non doveva piangere davanti a lui. Ma le parole del latinista gli ribombavano nella testa, facendolo cadere preda delle paranoie. Scosse la testa, prese un respiro profondo e ricacciò indietro le lacrime. "N-non è vero. Quello che dici... È tutto f-falso."

Danilo fece una risata di scherno. "Sai perfettamente che io dico la verità."

"In realtà spari solo cazzate." la sua voce risuonò in tutta la casa.

Christian era appena tornato dalle lezioni, giusto in tempo per fare tacere Danilo.

Gli altri ragazzi della casetta si cambiarono un'occhiata. "Wagliò preparati i pop corn. Ne vedremo delle belle!" esclamò Luca emozionato, manco fosse al cinema a vedere il suo film preferito. I ragazzi sapevano che Christian non sopportasse Danilo, e soprattutto sapevano quanto il ballerino di hip hop avesse voglia di prendere a pugni il latinista ogni qual volta diceva qualcosa contro Mattia.

In casetta tutti sapevano quanto Christian fosse protettivo nei confronti di Mattia. E nessuno al mondo doveva permettersi di dire o fare qualcosa contro il biondo.

"Come scusa?" Danilo osservò Christian, che si era avvicinato a Mattia.

Tra Danilo e Christian non ci fu mai un vero e proprio dialogo. Anzi, il ballerino di hip hop voleva mettere in chiaro le cose fin dal primo momento che Danilo mise piede dentro la casetta, ma Mattia gli disse di lasciare perdere, e lui fece come gli venne detto dal suo migliore amico.

Christian lanciò un'occhiata a Mattia, e vide che aveva gli occhi lucidi. Una parola di troppo da parte dell'altro latinista e sarebbe scoppiato a piangere. Riportò lo sguardo su Danilo.

"Ci senti o sei sordo? Ho detto che spari solo cazzate."

"Oh davvero? Sono più grande di lui, di conseguenza ho più esperienza di lui, e sempre di conseguenza, sono più bravo di lui. Lui non ha tecnica, non ha movimento, non ha nulla. È scarso."

Un singhiozzo arrivò alle spalle del ballerino di hip hop.  Quest'ultimo si girò e vide il suo migliore amico dietro di lui che gli stringeva la maglietta, aveva gli occhi azzurri rossi e le guance attraversate dalle lacrime.

Christian si girò di nuovo verso Danilo e fece un piccolo ghigno. "Oh, ma io non ho mai detto che non sei bravo. Se tu non lo fossi probabilmente la Celentano non ti avrebbe mai scelto. Ma vedi, tra i due, chi merita quel banco e merita di stare qua ad Amici, è Mattia. E non lo dico perché lui è il mio migliore amico, ma lo dico perché è la verità. Mattia è bravo, ha tecnica, ha movimento, è sensuale quando balla. E poi, devo ricordarti il fatto che tu hai vinto i regionali mentre Mattia ha vinto i mondiali? Mattia è bravo, merita di stare qua, lui è nato per ballare. E poi lui non è un pallone gonfiato, non si vanta di quanto è bravo a ballare. Anzi, lui è una persona umile e anche se è consapevole del talento che ha, si fa sempre tante paranoie. Mattia sa che può sempre fare di più, che può sempre migliorare, che può sempre dare il massimo. Lui non se la tira, come fai tu. Quindi, Danilo, cerca di stare con due piedi in una scarpa. Non ti avvicinare a lui, non parlare con lui, non toccarlo, non guardarlo, e non devi respirare la sua stessa aria. E sappi che quando farete la sfida lui ti butterà fuori. Perché quando tornerà a ballare lui butterà giù tutto lo studio."

Mi sembra inutile dire che la casetta diventò uno stadio, tra applausi e urla non si capiva niente. Forse è una reazione esagerata, ma almeno qualcuno aveva messo Danilo al suo posto.

Christian prese Mattia dal polso e lo trascinò nella loro stanza. Chiuse la porta alle spalle e posò il borsone sul suo letto. Si girò verso Mattia e vide che stava ancora piangendo. "Matti non devi piangere per uno come lui." disse addolcendo il tono di voce e avvicinandosi all'amico.

Mattia gli buttò le braccia intorno al collo e lo abbracciò. Il più grande ricambiò l'abbraccio. "Non sto piangendo per lui, prima si ma ora no. Piango perché mi hai fatto commuovere. Grazie Chri, senza di te non so come farei."

Christian lo allontanò quanto bastava per guardarlo in faccia. Gli prese il viso tra le mani e gli asciugò le lacrime. "Ora basta piangere, sorridi. Il tuo viso non è fatto per avere delle lacrime sulle guance, e i tuoi occhi devono essere sempre splendenti, non rossi, gonfi e pieni di lacrime. Tu sei fatto per sorridere, non per piangere."

E Christian aveva ragione, Mattia quando tornò a ballare aveva buttato giù lo studio, battendo Danilo e continuando il suo percorso nella scuola. Christian gli aveva dato la forza per continuare a lottare per il suo banco. Christian gli aveva insegnato a non mollare, mai.

Come Nelle Favole- Os||ZenzonelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora