12.

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L'esperienza di Christian ad Amici si era conclusa alla seconda puntata del Serale. Era felice e triste allo stesso tempo. Felice perché finalmente sarebbe tornato a casa dalla sua famiglia, avrebbe visto i suoi genitori, sua sorella, e avrebbe rivisto Mattia. Ed era triste perché gli sarebbe mancato un po' tutto quello che aveva vissuto in quei sette mesi. Le lezioni, le esibizioni, i suoi compagni. Ma andava bene così.

Era appena arrivato a Bergamo, la sua città. Respirava di nuovo aria di casa. Si sentiva finalmente libero da quel peso che si portava da febbraio nel petto. Finalmente la sua mente aveva rimosso quella nebbia nera che gli impediva di ragionare, che gli diceva di abbandonare il programma prima del previsto.

Si guardò intorno e vide suo padre e sua sorella e corse loro incontro. Li abbracciò fortissimo e inspirò il loro profumo a pieni polmoni. Gli erano terribilmente mancati in quei sette mesi, e ora poteva di nuovo abbracciarli, poteva di nuovo guardarli e parlargli dal vivo. Senza quel maledetto schermo che li avevi tenuti lontani.

Si staccarono dall'abbraccio e si sorrisero. Entrarono in macchina e Christian raccontò tutto ciò che aveva vissuto in quella casetta nei minimi particolari. Dalle emozioni della prima puntata alle emozioni della sua ultima puntata, dalle amicizie più strette alle meno strette, delle lezioni, dei ballerini professionisti, del suo maestro. E di Mattia.

I due si misero d'accordo che Mattia sarebbe salito a Bergamo due giorni dopo. Per lasciare a Christian il tempo di riabituarsi alla sua vita prima di Amici.

Quei due giorni passarono più in fretta di quanto pensassero, e Christian si ritrovò in macchina con suo padre e sua sorella per andare a prendere Mattia all'aereoporto. Il più grande non diede il tempo al padre di fermare la macchina che appena vide Mattia scese dall'auto correndo e gli corse incontro. Lo preso tra le braccia e lo sollevò da terra. Mattia lasciò la valigia e lo zaino a terra e si aggrappò a Christian, circondandogli il collo con le braccia e la vita con le gambe.

Rimasero in quella posizione per chissà quanto tempo, fregandosene della gente che passava e li guardava. Si erano rinchiusi nella loro bolla, e a loro andava bene così. "Mi sei mancato tantissimo Bimbo."

Quella era il soprannome che Christian diede a Mattia. Bimbo perché Mattia, pur avendo diciotto anni, con il suo faccino paffuto sembrava essere un bambino. Bimbo perché metteva sempre il broncio quando si offendeva o quando veniva preso in giro. Bimbo perché andava sempre alla ricerca di un contatto fisico. Bimbo per tanti motivi.

E a Mattia questo soprannome piaceva da morire, ogni volta il suo cuore saltava un battito quando veniva pronunciato da Christian. "Anche tu Chri."

Dopo interminabili minuti si staccarono. Si sorrisero e poi entrarono in macchina. Christian presentò, finalmente dal vivo, Mattia a suo padre e sua sorella. I due lo accolsero più che volentieri, ormai consideravano Mattia un membro della famiglia.

Arrivarono a casa del bergamasco e vennero accolti dalle cagnolone di Christian. Dopo averle accarezzate entrarono in casa. Christian fece fare a Mattia il giro del piano terra della casa, per poi salire le scale e portarlo in camera sua, dove avrebbero dormito insieme.

"E questa è la mia stanza. Puoi svuotare la valigia e mettere i vestiti nel mio armadio, lo zaino lo puoi appoggiare vicino alla scrivania e dammi il giubbotto." disse Christian
una volta entrati in camera sua.

Mattia fece come gli venne detto dal più grande. Una volta sistemato i due si misero sul letto. Mattia si accoccolò al petto di Christian, circondandogli la vita con un braccio. Il più grande prese ad accarezzargli i capelli. Il biondino si fece scappare uno sbadiglio, e Christian se ne accorse. "Bimbo riposati un po'. Immagino che il viaggio in volo sia stato stancante."

Come Nelle Favole- Os||ZenzonelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora