• Fontana dei desideri

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Simone

I giorni passano e la mia conoscenza con Edo procede di bene in meglio. Sembriamo due ragazzini alla prima cotta; ci confidiamo sogni, progetti, paure ed è tanta la voglia di scoprirci giorno per giorno. Mi piace davvero, e forse è la volta buona che mi dimentichi di quel cretino di Manuel, che adesso mi fissa fastidiosamente mentre messaggio proprio con lui.

«Simò che palle co sto telefono, vogliamo studiare o no?»
«Ma se sei sempre tu quello che cerca scuse per non studiare»
«Vuoi che me ne vada? Così ti lascio parlare col tuo fidanzatino» risponde offeso, come se lui non parlasse con la sua ragazza al telefono.
«Qual è il tuo problema scusa?»
«Neanche uno. Solo non capisco come te fa a piacè quello»
«Non lo conosci. Non dovresti giudicare»
«Manco tu lo conosci se è per questo»
«Perché non ammetti semplicemente di essere geloso?»
La reazione di Manuel alla mia provocazione è assolutamente inaspettata, e piuttosto buffa da vedere.
Si alza da terra dove era quasi completamente allungato a sgranocchiare biscotti e comincia a sbraitare come una bisbetica.

«Ma che cazzo dici?! Geloso de che?! Guarda che sei te quello a cui piacciono i ragazzi mica io. A me piace Sara e ce scopo da Dio»
«Buon per te»
«Me ne vado che è mejo»
«Domani non ci sono per i compiti. Devo uscire con Edo per fargli da guida turistica» lo informo, giusto per alimentare la rabbia che mi ha scaraventato addosso.
«E chi te l'ha chiesto. Fa' come te pare» sbotta precipitandosi fuori dalla porta di camera mia.
Poco dopo sento il rombo del suo motorino sul pianerottolo della villa e lo scattare veloce verso la strada brecciata.

Non sono certo abituato a un Manuel geloso, perché anche se lui dice il contrario, so che quella era proprio una scenata di gelosia, forse per il fatto che da quando c'è Edo lui non sia la mia prima priorità, e probabilmente questo lo infastidisce particolarmente.
Ma non posso continuare a rincorrere una persona che non prova nulla per me se non affetto fraterno. Merito anche io di essere amato come uomo e non solo come amico.
È qualcosa che Manuel non può darmi ma con Edo forse avrò l'occasione di provare.

Le luci si spengono, tutto intorno a me è silenzioso, tranquillo. Dalla finestra si ode il piacevole frinire dei grilli e il lieve rumore del vento che scompiglia le chiome degli alberi. Infilato nel mio letto, decido di mandare la buona notte a Edo non mancando di confessargli il mio fermento per la giornata che ci aspetterà.
Ma accidentalmente il mio pollice finisce sulla conversazione di Manuel, indeciso se aprirla o meno. Dopotutto gli dovrei delle scuse per oggi, sono stato insensibile nei suoi confronti e non è da me.

-Scusa per oggi. Ho esagerato-
-Non sono affari miei con chi esci. Se tu sei felice lo sono anche io-
-Basta che non litighiamo. Siamo fratelli, no?-
Anche se vorrei fossimo tutt'altro, ho deciso di accontentarmi di questo pur di continuare ad averlo accanto.

-Siamo questo per te?-
Il mio cuore perde un battito, perché proprio non mi aspettavo una simile domanda. Mi mordo il labbro inferiore alla ricerca di una risposta adatta.

-Cosa vuoi sentirti dire Manuel?-
-La verità-
-Sai cosa rappresenti per me, ma siamo e saremo solo questo, perché io per te non esisto, ricordi?-
-Non me la perdonerai mai, eh? Sai che non lo pensavo davvero-
-Se lo dici tu. Buonanotte Manuel- interrompo la conversazione con un nodo conficcato nella bocca dello stomaco. Rievocare quel momento in cui mi ha urlato in faccia il suo rifiuto mi fa ancora male, talmente male da perdere il fiato, talmente male da sentire gli occhi riempirsi di lacrime amare.
Neanche attendo la sua risposta che spengo il telefono e mi copro per metà busto con il lenzuolo di cotone. L'impazienza per l'arrivo del nuovo giorno da passare con Edo in giro per la città è scemata per colpa di quell'idiota patentato. Vorrei solo rimanere dentro questo letto per il resto dei miei giorni in completa solitudine.

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