• Fine o inizio?

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Manuel


La sua dichiarazione è stata inattesa, come un fulmine a ciel sereno. Sapevo che Simone provava attrazione nei miei confronti già dallo scorso anno, che mi voleva bene, ma non immaginavo così intensamente come quanto gliene voglio io. Condividiamo lo stesso sentimento ma io mi sono accorto di provarlo nel momento più sbagliato possibile, per cui dovrei essere io a scusarmi con lui per non essermene accorto prima.
Rimango intorpidito per non so quanto tempo con gli occhi nei suoi, non riesco a parlare dal terrore che io lo stia realmente per perdere. Questo non può, non deve, essere il nostro addio.
Voglio trascorrere la vita intera al suo fianco, voglio continuare a innamorarmi ogni giorno di lui. Abbiamo ancora tante cose da scoprire insieme, tante emozioni da provare, da recuperare tutte le parole mai dette, tutti i baci mai dati, tutti gli abbracci mai stretti.

Uno sparo, uno solo, per farmi tremare le gambe e il cuore. Le lacrime scendono dal mio sguardo offuscato e solo ora mi accorgo che Eduardo ha puntato in aria sparando al cielo. Un respiro strozzato mi stringe in gola ma ne esce un lieve sospiro di sollievo.

«Ho detto di stare lontano!» grida rabbioso contro gli agenti, tornando a puntare la pistola su Simone. La paura sul suo volto è evidente, sa di essere alle strette, sono in molti a circondarlo, sia ai lati che di fronte e, a giudicare dalla sirena che avverto in vicinanza, sta giungendo un'altra volante a intervenire.
La sfrontatezza e sicurezza di Eduardo comincia a vacillare nell'esatto momento in cui si accorge di essere in svantaggio trovandosi da solo contro tutte quelle forze armate della polizia. La mano che impugna la pistola trema smodatamente mentre continuano a fargli pressione e metterlo alle strette vicino a un angolo.
Così decide di compiere l'ultimo gesto disperato e, con la mano libera spinge Simone lontano da lui, mentre con l'altra si porta la pistola alla tempia.

«Se fate un altro passo mi ammazzo. Io mi ammazzo!» Continua a ripetere quasi più a se stesso che a chi ha intorno. Io e il professore raggiungiamo in fretta Simone, ponendoci al suo fianco, ma lui si avvicina nuovamente a Eduardo.

«Simò che cazzo stai a fa'? Torna qua!» lo rimprovero, mentre il padre osserva la scena perplesso quanto me.
Dev'essere impazzito.

«Eduardo, non farlo. Possiamo risolvere ogni cosa»
«Non capisci. Tu non capisci. Per me è la fine Simone. Se non mi ammazzo adesso, sarà lui a uccidermi. Vattene, ti prego» piange mentre pronuncia queste parole, piegando lentamente il dito sul grilletto.

«Hai detto che io sono l'unico che ti ha capito, quindi lascia che io ti salvi. E se non vuoi farlo per me, fallo per i tuoi fratelli. Mi hai detto che ne hai quattro, giusto?»
«Sì...»
«Vuoi davvero lasciare che loro vivano la tua stessa vita? Puoi ancora cambiare il corso delle cose Edo, non tutto è perduto»
«I miei fratelli...sono la mia famiglia» arranca singhiozzando e rendendo la presa sulla pistola meno ferrea fino a farla scivolare del tutto verso le gambe.
È allora che tre agenti si precipitano su di lui che mantiene la testa bassa, afferrandogli la pistola per toglierla dalle sue mani e ammanettandolo. Lui rimane abbandonato con le ginocchia a terra senza più forza di contrapporsi.
Così come Simone che crolla a terra dallo sfinimento.

«É finita» gli sussurro queste poche e liberatorie parole mentre ci stringiamo in un abbraccio che non ha nulla di amichevole, ma nasce da un bisogno reciproco di ritrovarci, di appartenerci, di aggrapparci l'uno all'altro.
Mentre Eduardo viene scortato verso la volante della polizia, si volta un'ultimo istante verso Simone.
«Mi dispiace. Per tutto» afferma sinceramente costernato. Simone potrà anche perdonarlo, ma io non dimenticherò mai ciò che ha fatto portando quasi via l'amore della mia vita.
E qualsiasi siano le sue ragioni, per me sarà sempre una persona immeritevole di compassione.

Il professore Balestra scoppia a piangere stringendo suo figlio al petto e inevitabilmente sorrido perché nonostante io lo veda sempre estremamente serio e composto, in questa situazione il suo amore per Simone si manifesta completamente, dando sfogo al suo lato più paterno e affettuoso.
«Signor Balestra, purtroppo siamo costretti a trattenere anche suo figlio in centrale. È sospettato di tentato omicidio» un agente interrompe il momento idilliaco, invitando Simone a seguirlo, che non oppone minimamente resistenza, anzi sembra non aspetti altro.

Prima che venga portato via, stringo il suo polso con la mano.

«Qualsiasi cosa accada...» ripeto le stesse parole che ha pronunciato a me giorni fa. Simone annuisce ricambiando con quella stessa frase.
«Sarò con te...»

Questa è una promessa che ci siamo fatti e che in questo momento abbiamo rinnovato e, se dovesse servire, lo aspetterei anche in eterno.

***
Dopo una settimana di interrogatori vari e indagini, fortunatamente il proprietario del tabacchino si è svegliato dal coma e ha rivelato la verità. Entrambi erano andati lì per rubare ma Simone aveva tentato di far desistere l'altro nello sparare e aveva cercato di salvargli la vita.
Tutto si è risolto nel migliore dei modi, dopo che è stato scagionato dalle accuse con la delibera del giudice che ha dichiarato Simone innocente in quanto secondo lui abbia agito da soggetto circuito e sotto ricatto di Eduardo.

«Direi che quest'avventura potevamo decisamente risparmiarcela»
Finalmente ci ritroviamo soli uno accanto all'altro davanti la casetta in legno abbandonata che ha rappresentato dall'inizio una specie di rifugio per noi, un posto sicuro dove poterci dire ogni cosa, senza remore, senza paure, un posto in cui rivelarsi completamente. Il nostro posto.

Entrambi con le gambe a penzoloni sul bordo della piscina vuota, con le ginocchia che si sfiorano e gli occhi che si sorridono.

«Già. Mi dispiace averti coinvolto in tutto questo» si rammarica lui, ma ciò che non sa è che non sarebbe potuta andare diversamente dal momento che non avrei mai lasciato che se la fosse vista da solo. La sua sofferenza è la mia, i suoi guai sono anche i miei.
Mi stringo nelle spalle con fare disinvolto.

«A me no. Mi ha fatto aprire gli occhi su alcune cose»
«Del tipo?»
«Per esempio sui miei sentimenti»
Gli occhi di Simone si accendono di una luce di speranza, mentre mi osserva con il suo sguardo da cerbiatto e io lotto con tutte le mie forze contro l'improvvisa voglia di saltargli addosso. Non può minimamente immaginare l'effetto che mi fa quando mi guarda in quel modo.

«E Sara?»
«Sara è come tutte le altre. È stata solo un capitolo del libro»
«Non è un bel complimento per una persona, lo sai?»
Mi spintona una spalla prendendomi in giro.
«Vabbé hai capito cosa intendo»

«E io cosa sarei?»
«Tu...» mi prendo un attimo per far finta di pensarci, ma la risposta è talmente limpida nella mia mente che mi verrebbe quasi da rispondere di istinto.

«Tu sei l'intera storia»
«Quindi mi ami?»
Mi volto verso di lui arrossendo vistosamente con un calore divampante che mi attraversa il corpo. Non lo facevo così sfrontato, però forse vuole solo aiutarmi a tirare fuori quello che provo, dal momento che non ho mai provato qualcosa del genere per qualcuno e per me sarebbe la prima volta aprirmi in questa maniera.

«Aspetta...cosa?»
«Ci giri intorno ma ancora non me lo dici»
Questa conversazione mi fa tornare in mente la sera che Simone mi ha chiamato strafatto dicendomi di volermi bene. Un déjà-vu improvviso che mi apre uno squarcio nel petto.

«Sì, ti amo. E pure parecchio»
Abbasso lo sguardo imbarazzato, mai credevo di sentirmi così vulnerabile al suo fianco. Riesce a distruggere ogni mia barriera, a scoprirmi di ogni mio velo, è come se fossi nudo e senza filtri davanti a lui ma senza provare alcun disagio, perché so che mi accetterebbe in qualunque caso.

Sento le sue mani che mi sollevano il viso e le sue labbra che incontrano le mie. Quanto immaginavo di nuovo il nostro bacio, ma nemmeno nei miei pensieri era così bello, travolgente, colmo di sentimento e sdrabordante d'amore.
Le nostre mani adesso sono le une sul viso dell'altro e continuiamo a baciarci annullando lo spazio-tempo intorno a noi, fregandocene del cielo stellato e della legge morale, affidandoci solo ai nostri cuori che battono all'unisono in un compendio di emozioni.
Le labbra si scontrano, le lingue si incontrano, le dita vagano sul collo, tra i ricci, sulle gote rosee e piene di vita, e io non potrei sentirmi più felice e completo.

«Mò me devi delle ripetizioni di inglese visto che per colpa tua quella m'ha messo due al compito»
«Sul serio, Manuel? Proprio in questo momento pensi alla scuola?»
«Guarda che me sto a impegnà davvero»
Simone alza gli occhi al cielo, tornando ad appoggiare le sue mani sulla mia mandibola avvicinandosi a sfiorare i nostri nasi.

«Eh, impegnati anche a baciarmi ora»
Non me lo faccio ripetere due volte e mi avvento sulle sue piccole labbra e, sorridendo complici, ci lasciamo andare al desiderio di sentirci uno parte mancante dell'altro.

Io e Simone abbiamo trovato la strada di casa insieme e adesso non ci perderemo più.

EclissiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora