• Partenza

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Manuel

Proseguo dritto verso la presidenza senza voltarmi, anche se sento lo sguardo di Simone perforarmi la nuca tanto mi segue con gli occhi insistentemente mentre mi allontano.
Sono in collera con lui, non capisco come possa ancora scegliere la compagnia di quel ragazzo dopo quello che ha fatto, dopo averlo lasciato nello sconforto per essere stato trascinato nella sua vita corrotta da traffici di stupefacenti e azioni spregevoli.
Ho creduto alle sue parole, al suo pentimento, alla sua volontà di costituirsi, alla promessa che ci siamo fatti mentre eravamo soli nella sua camera. Cosa è cambiato in queste poche ore? Io davvero non lo capisco, mi sforzo ma non trovo una risposta esaustiva ai miei dubbi.
Sicuramente sono l'ultima persona che può giudicare qualcuno, ma Simone è diverso da me, ha un'anima integra e luminosa, trasmette gioia ogni volta che sorride, ha la capacità di rendermi migliore, di placare i miei istinti aggressivi. Dev'esserci qualcosa sotto. Non avrebbe mai rinunciato alla sua integrità morale per girare a scuola in compagnia di quel tizio.
Cammino a passo lento osservando le nocche delle mani spaccate e insanguinate e mi aspetto senza dubbio una sospensione per quello che è accaduto, ma poco importa. La soddisfazione di aver visto quel bastardo abbassare le difese mentre lo riempivo di botte non ha prezzo. Per lo meno sono riuscito a togliergli quel sorrisetto del cazzo sulle labbra. Solitamente sono una persona molto più tranquilla e tendo a mantenere una certa pace interiore, ma quando si tratta di Simone perdo completamente la testa e la pace si trasforma in guerra aperta tra il mio cervello e il mio cuore, e in quel momento lotto tra la consapevolezza di star commettendo una cazzata e la voglia di prendermela con chiunque gli faccia del male.
Ho sbagliato tanto, forse troppo con lui, e adesso voglio solo la sua felicità. Non posso assistere mentre si distrugge la vita dietro a uno come Eduardo e stavolta sarò io a salvarlo, come lui ha fatto con me.

Dopo circa venti minuti di ramanzina sulla buona condotta e sulle reazioni violente, la preside mi lascia finalmente andare, con una settimana di sospensione che sicuramente influirà sui miei voti finali ma tra i pensieri ho solo Simone, e come si sarà sentito assistendo alla scena di poco fa.
Torno in classe per sistemare tutto nello zaino preparandomi per andarmene a casa, ma vengo praticamente travolto dall'intera classe incurante della lezione di Lombardi per chiedermi come stia dopo l'estenuante convocazione della preside.

«Ragazzi tutto ok, dovrò farmi una settimana di vacanza a casa. Niente male, no?»
«Signor Ferro qui siamo in una scuola, non al parco giochi. E questa sospensione probabilmente le provocherà un'altra bocciatura, lo sa?» interviene Lombardi, insopportabilmente irritante come suo solito.
Mi stringo nelle spalle, non trovando altra risposta.

Cerco con lo sguardo Simone che mi fissa costernato, come se si sentisse in colpa. Ma la colpa di tutto è mia. Non dovevo permettere sin dal principio che quel tizio si avvicinasse a lui, avrei dovuto tenere Simone al sicuro, avrei dovuto dichiararmi e rimanere al suo fianco per proteggerlo.
Rimaniamo a guardarci più del dovuto, tanto da suscitare curiosità da parte dei nostri compagni.

«Sto bene, non preoccuparti...» affermo, anticipando la domanda che notavo premere per uscire dalle sue labbra.
Annuisce puntando lo sguardo a terra, in procinto di piangere, ma si sta trattenendo per non esplodere davanti agli altri. Se fossimo soli in questo momento correrei ad abbracciarlo per rassicurarlo, invece decido di distaccare lo sguardo da lui per non far sentire a tutti il rumore del mio cuore che si spezza.
Mi allontano da quell'aula, da quella scuola, trattenendo il respiro e rilasciandolo solo una volta raggiunta l'uscita.
Non potevo sopportare ancora la visione di quel volto così triste, ho bisogno che almeno lui sia felice, che i suoi occhi tornino a brillare di innocenza e speranza, che la sua bocca si incurvi in un sorriso radioso. Ne ho bisogno per placare il mio animo cupo e per annullare ogni mia sofferenza.
La sua felicità è la mia.

EclissiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora