Mi chiamo Jane, ho 16 anni e vivo in un piccolo paese , dove il pettegolezzo è all'ordine del giorno . Vivo con i miei genitori e le mie sorelle : Molly e Jessy . Loro hanno capelli biondi che circondano un viso senza imperfezioni ,due grandi occhi azzurri , carnagione perennemente abbronzata e un fisico da urlo . Nella nostra scuola non conosco nessun ragazzo che non abbia una cotta per una delle due , o anche per tutte e due .
Io , contrariamente a loro , non sono molto considerata con i miei normalissimi capelli corvini ,la carnagione cadaverica e non spiccando sulle altre ragazze con la mia statura , l'unico elemento anormale e che incuriosisce del mio corpo , sono gli occhi : due pozzi senza fondo dello stesso colore della pece .
I miei genitori non mi hanno mai preso in considerazione , per loro non esisto e così per tutti gli altri parenti , non è un caso che sia io la pecora nera della famiglia. Non passa giorno che non mi rimbecchino su qualcosa che ho fatto ,o che mi paragonino a Molly o a Jessy. Per tutti ,loro sono la perfezione fatta persona e ,siccome sono perfide , ne approfittano sbattendo le lunghe ciglia un po' di la e un po' di qua , ottenendo ,così, sempre ciò che vogliono .
Io le detesto ... anzi , le odio .
DRIIIN, DRIIIIIIIIN,DRIINN
Questo suono infernale rappresenta la fine di una magnifica estate , se così si vuole chiamare, e l'inizio dell'inferno o meglio conosciuto come SCUOLA. Ancora mezza addormentata mi srotolo dalle mie comode coperte e mi tiro su a sedere stropicciandomi gli occhi . La mia camera occupa tutta la mansarda , mi piace molto perchè è l'unico posto dove nessuno della mia famiglia vi mette piede,- dicono sempre che sotto il tetto ci stanno i servitori o ci sono i ragni o semplicemente non vogliono farsi due rampe di scale , valle a capire quelle persone- La stanza è molto grande e ogni parete è colorata diversamente . Ad esempio, quella in cui è appoggiata la testata del letto , rappresenta lo skyline di New York in notturna . La parete a destra è imbrattata dei miei graffiti e presenta una porta laccata di nero . Davanti al mio letto due mobili coprono l'intero muro, lasciando , però , tra di loro lo spazio per una finestra : l'armadio con i miei vestiti e una mensola contenente tutti i miei coltelli che uso e colleziono . Infine ,la parete a sinistra è blu con schizzi rosso sangue, non sò bene perchè l'ho colorata così , non ne ho memoria, ma mi piace molto e ad essa sono appesi i fogli dove ho stampato tutte le mie emozioni , i miei sentimenti e i miei sogni nel corso degli ultimi anni .Anche qui , una finestra permette alla luce di inondare la stanza .
A risvegliarmi dai miei pensieri è la suoneria del mio cellulare che segna l'arrivo di un messaggio , mi sporgo quel poco che basta per prenderlo e apro il messaggio.
DA : PICCOLA STRONZA PASSO A PRENDERTI FRA UN QUARTO D'ORA xxxx
"Merda" sono sempre in ritardo e quindi salto velocemente giù dal letto, rompendomi quasi l'osso del collo , e corro verso l'armadio alla ricerca dei vestiti . " Eccoli ! " esulto tutta contenta dopo tre minuti di ricerca , indosso uno skinny jeans strappato nero con una canottiera bianca prendo le mie vans nere e mi precipito in bagno, che per mia fortuna è libero , dove mi lavo denti , viso e mi trucco leggermente. Il campanello suona e mi fiondo ad aprire la porta trovandomi davanti una Silvia splendente come sempre. Indossa un abito azzurro che fa risaltare la sua pelle scura e le arriva fin sopra le ginocchia . I capelli marroni sono raccolti in una coda alta e mi guarda con un sorriso raggiante .
-Allora ,pronta per il nuovo anno di scuola ?- mi chiede mentre prendo il mio zaino e ci avviamo verso alla sua macchina .
-Si, credo di si . anche se sarei rimasta volentieri a dormire- gli rispondo mentre partiamo .
-Sempre pensare a dormire tu. Io invece sono molto contenta , chi sà magarti ci sono dei ragazzi nuovi e carini - . Ecco a che cosa era dovuto quel sorriso - Sempre a pensare ai ragazzi tu . E io che speravo che quel sorriso fosse dedicato a me, ma purtroppo non sono io la causa della tua felicità - la guardo
- Ma stai zitta scema, che senza di te io sarei persa - e a quel punto scoppiamo tutte e due a ridere . Non saprei proprio come sarebbe la mia vita senza Silvia , la mia piccola stronza , che c'è sempre quando le mie sorelle o i miei parenti mi fanno soffrire , lei che con una stupida battuta mi fa ridere e sa dire sempre la parola giusta nel momento giusto . Mentre Silvia parcheggia , il mio sguardo malinconico vola sopra la prigione , nuovo anno significa nuovi insulti ,solo perchè non mi scandalizzo per il sangue o per un morto, che sia umano o animale, e perchè i disegni che mi vengono meglio ,e che io adoro ,rappresentano morte , dolore e disperazione . Attraverso essi io esprimo il mio parere sulla vita : cioè che la felicità è solo un'illusione e non è sempre semplice, come tutti credono, ragginugerla, anzi , secondo me non esiste proprio . E ancora il mio sguardo cade sulla mia unica e migliore amica che non mi ha mai giudicato e mi ha sempre difeso , e per questo le sarò grata in eterno.
Dopo tutti questi miei pensieri la campanella suona e io e Silvia ci rechiamo verso l'aula di fisica , trasportate da quella massa di studenti nascosti dietro a delle maschere .
Ciao , questa è la prima storia che scrivo , quindi scusatemi se ci sono degli errori grammaticali o non mi esprimo bene , e se volete scrivetemi così mi correggo e le prossime volte cerco di farlo giusto . Niente ho finito , votate e commentate in tanti. Alla prossima xxxxx
NICOLE
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[correzione :15/01/2016]
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Insieme a te posso || Jeff The Killer
FanfictionJane ha 16 anni e vive assieme ai suoi genitori e alle sue due sorelle in un piccolo paese ; non viene considerata da nessuno ed è la pecora nera della famiglia . A scuola viene derisa e le vengono affibbiati dei sopranomi come 'strana' o 'pazzoide...