Capitolo 10

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In questo momento mi stò specchiando nella parte sotto di una pentola in metallo , la stessa arma che ho usato per tramortire Silvia che non voleva collaborare .

Il mio volto, riflesso sul fondo di quella pentola, ha un sorriso malato che fa intravedere i denti bianchi e devo dire che quel sorriso mi dona molto .

I miei occhi hanno le pupille dilatate e i miei sensi sono migliorati nel giro di un quarto d'ora , tanto che sento il cuore della ragazza legata e distesa sul tavolo, che batte ad un ritmo abbastanza accelerato .

Poggio sul piano la pentola e rivolgo lo sguardo sulla fila di coltelli da cucina appesi alla parete .

'Quale uso ?' penso

Ma usali tutti no ? dice una voce all'interno della mia testa , ma non è la mia coscienza , perchè questa qui è molto più simpatica e saggia .

"Hai proprio ragione "rispondo, a voce alta, alla voce nella mia mente.

Prendo uno ad uno i coltelli e li appoggio nel ripiano dove la famiglia Black ogni mattina fa colazione , se penso alla faccia che faranno se sapessero che qui sopra ci sono le armi che faranno pentire alla propria figlia di essere nata mi viene da ridere .


***


Silvia apre gli occhi mentre io faccio passare il mio pollice sulla lama del primo coltello che ho preso, per vedere quanto fosse affilato .

Subito non capisce cosa le stia accadendo , ma quando sbianca capisco che si è resa conto di cosa le accadra fra pochi istanti , inizia a piangere e lacrime grandi come noccioline le sbavano il trucco che forma delle righe nere lungo le sue guancie rosse.

Io sbuffo è mi avvicino al tavolo con il coltello , lei di conseguenza si spaventa ancora di più e dice :" Ti pre-e-go ,Jane , ti s-scongiuro ,n-n-on farmi nie-e-nte di male . S-s-sono la tua migliore a-amica! " le parole le escono sconnesse a causa dei singhiozzi e quando capisco cosa ha detto rido , rido perchè cerca di fare la finta tonta e crede ancora che io sia sua amica .

Anche lei inizia a ridere , ma nervosamente mentre fa vagare lo sguardo per la stanza in cerca di qualcosa.

Cerca di strattonare le corde , ma le ho legate troppo bene e siccome sono generosa , anche molto strette , difatti si vedono i segni rossi sui polsi e sulle caviglie . Continuo a ridere scuotendo la testa e scoppio "CREDI DAVVERO CHE TU SIA ANCORA MIA AMICA E CHE IO TI RISPARMI ?!!! BÈ SE LO CREDI DAVVERO SE PROPRIO UN'ILLUSA "

I singhiozzi ripartono sempre più forti ed io le punto il coltello alla gola , ma non quelli della cucina -che erano poco affilati e dei catorci - ho preso il mio coltello , quello rosso e nero , il mio primo coltello .

Sorrido e la guardo negli occhi , lei non reggendo il mio sguardo li abbassa . Continua a passarsi la lingua sulle labbra screpolate .

Studio attentamente il suo corpo , la maglia non le copre del tutto la pancia e mi ricordo il tatuaggio che le avevo fatto come pegno della nostra amicizia . Mi infurio ancora di più per come mi abbia usata , non è tanto diversa dalla mia famiglia dopotutto e quindi merita la giusta punizione .

Le strappo la maglietta a metà lasciandole solo il reggiseno , le tocco più volte la parte con il tatuaggio "Questo non te lo meriti " le dico , subito lei sbianca intuendo quello che sto per farle .

Prendo uno sgabello alto , mi metto comoda e inizio a toglierle il pezzo pelle segnata dall'inchiostro facendo affondare di poco la punta del coltello . Lei urla e per evitare ospiti fastidiosi prendo un pezzo della sua maglietta e gliela ficco in bocca .

Insieme a te posso || Jeff The KillerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora