Capitolo 10-VERITA'

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Ero in sella a Bri , di ritorno da quell'incontro confuso.

Sapevo di essere diversa ma non avrei mai pensare di essere frutto di un adulterio. Non riuscivo nemmeno a trovare le parole esatte con cui descrivere il mio stato d'animo. 

Arrivai alla residenza e mi diressi alle scuderie dove incontrai l'ultima persona che avrei voluto vedere: mio padre.

"Sono cresciuta dentro un'immensa bugia?"

«Bentornata.» mi accolse ma preferii occuparmi di Bri che rispondergli. Dovette dunque accorgersi del mio stato poiché mi prese sottobraccio. 
«Che cosa succede? Coraggio, andiamo in biblioteca» sussurrò, accompagnandomi all'uscita delle scuderie.

«Dovrei cambiarmi.»

«Frivolezze. Voglio sapere che cosa vi turba.»

Era proprio ciò di cui avevo bisogno. Mi avrebbe forse aperto il suo cuore e finalmente rivelato la mia vera identità? Ci provavo da anni.

Così lo seguii in silenzio finché la porta massiccia della biblioteca non si chiuse dietro di me.

«Sedetevi» m'invitò lui, accomodandosi a sua volta sul divano. «Ditemi...cosa succede?»

«Voi lo sapete...» e in quel momento decisi di fare un gesto ardito.
Sciolsi la treccia, presi il vaso di fiori posto sul tavolino davanti a noi e v'immersi le punte. Subito la tintura se ne andò e ricomparve il mio vero colore.

«Ancora Rosheen? Sono stanco di parlare al vento.»

«Ditemelo ancora padre.»

Lui non volle sentire ma si alzò. «Speravo che questo momento glosse passato. Siete adulta ormai è la vostra vita dovrebbe andarci bene così com'è.»

«Quale vita padre? Quella che mi avete nascosto?»

«Io non vi sto nascondendo nulla. Nei nostri avi ci sono stati arabi e longobardi è da loro avete preso il colore dei capelli e gli occhi. Così come ve lo dissi per tutto questo anno così ve lo dico ancora.»

«Non vi credo.»

«Andate a controllare il nostro albero genealogico.»

«E mia madre?»

Il dubbio era lì, intrappolato nella mia mente da anni, e nessuno lo aveva ancora risolto.

«Vostra madre era bellissima. Vi amava molto.»

«Perché se ne è andata allora?»

«Non stava bene. Non poteva prendersi cura di voi in quella situazione. »

«E poi?»

«Ve l'ho raccontato un sacco di volte questo momento Rosheen e sono stanco di vedervi piangere per lei. È morta e questo è quanto.»

«L'avete tradita?»

Era la prima volta che gli rivolgevo questa domanda. La sua reazione non tardò ad arrivare.

«Ma di cosa state parlando? Voi questo cose...siete ancora una bambina» brontolò lui.

«Potete dunque annullare il matrimonio.» Non avevo intenzione di desistere. Non questa volta.

Ci scrutammo per dei lunghi minuti finché vidi le sue spalle letteralmente cedere. «Che cosa mi state chiedendo, figlia?»

«Sono veramente vostra figlia? »

«No.»

La verità. Ecco cosa avevo cercato da tempo ed ora che la conoscevo mi sentivo svuotata. 

Mi presi il viso tra le mani cercando di calmare il mio respiro e il ronzio che iniziavo a sentire nelle orecchie.

«Odio vedervi stare male, per questo ho preferito tenervi all'oscuro di tutto. Se solo non vi foste intestardita su questo...» lo sentii sospirare pesantemente. «Io sono vostro padre, anche se non siete sangue del mio sangue. Sono io che vi ho cresciuta, che ho pensato al vostro mantenimento e ai vostri istruttori. Io vi ho raccolto da terra quando ancora non sapevate camminare bene sempre io vi accompagnerò all'altare.»

La sua voce era così calda e appassionata che coprì la fredda delusione come una coperta nel pieno di una nevicata. Ciò che non riuscì a eliminare fu il pensiero che mia madre avesse avuto un altro uomo e mi parve che tutto ciò che conoscevo stesse andando in pezzi.

«Com'è possibile che mia madre...»

«Non incolpatela, Rosheen. Ci siamo sposati molto giovani e in un matrimonio così lungo può succedere di perdere la testa.»

Ci guardammo di sottecchi, indecisi se chiedere ulteriori spiegazioni.  

«Va bene, ascoltatemi. È ora che conosciate l'intera vicenda...»

«...lo credo anch'io.»

«Un pomeriggio vostra madre venne da me e confessò di aspettare un bambino. Voi. La amavo e le permisi di rimanere nel castello, prendendo tempo per capire cosa fare. I nove mesi passarono in fretta e, appena vi presi in braccio, m'innamorai. Ma eravate troppo diversa da Eileen e dalle altre ragazze della nostra corte e vostra madre era sempre più preoccupata. Non so dirvi di che cosa avesse timore, ma mi convinse a portarvi via da Roscommon ritenendola l'unica via possibile per salvare tutti noi e così raggiungemmo mio fratello qui».

Conoscevo quella sensazione di timore e insicurezza. Io stessa la provavo fin dalla tenera età e fu sempre questo sentimento che mi portò a tingermi i capelli per poter assomigliare alle mie parenti e sorelle. Ma che cosa temesse mia madre tanto da portarmi via dalla mia casa d'infanzia non la potevo comprendere.

«Di che cosa aveva paura?»

Lui però scosse la testa. «Non me lo ha mai rivelato.»

Se da un lato mi sentivo sollevata di conoscere la realtà che tanto avevo agognato, dall'altro sentivo mille pensieri che mi affollavano la mente. «Come dovrei comportarmi ora con Liam?»

«Come al solito. Nulla è cambiato.»

"Ed invece si."

«Come volete, padre» dissi invece.

Quando uscii dalla stanza ero ben decisa a non lasciar nulla uguale a prima; io di certo non lo ero.

Angolo autrice
Carissimi, ecco il nuovo capitolo. Scusate eventuali errori grammaticali, ho scritto questo capitolo negli ultimi giorni tra un impegno e l'altro. Aspetto i vostri commenti

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