Capitolo 8: INCONTRO INASPETTATO

85 10 11
                                    

La mattina successiva fu il sole a svegliarmi. Avevo scordato di chiudere le tende del baldacchino. Il sonno mi aveva ormai abbandonata così mi alzai e andai alla cassapanca dalla quale tirai fuori un abito azzurro chiaro con una striscia bianca verticale che seguiva la linea del corsetto e poi giù fino al bordo della gonna. Raccolsi poi velocemente i capelli rossi in una comoda treccia laterale e, senza attendere la cameriera, scesi nel grande salone in cui si sarebbe tenuta la colazione. Fu così che vidi per la prima volta le decorazioni organizzate da mia sorella per la festa del paesino che ricadeva proprio in quei giorni. Alle finestre i tendaggi erano cremisi così come i tovaglioli e la tovaglia, alcune stelle di natale erano sopravvissute al gelo invernale ed ora facevano mostra di sé agli angoli della stanza.

Mi accomodai e notai come il tavolo fosse imbandito come una cena a casa degli zii: vi erano formaggi, confetture varie, torte salate, crostini e delle caraffe con il caffè e il tè. Mi ritrovai però da sola e consumai la colazione in silenzio fino a che giunse una delle cameriere.

«Scusate, dove sono i padroni di casa?» le chiesi, abbassando la tazza di caffè.

«Sono andati dalla levatrice, milady. Vi attendono per pranzo» m'informò lei, con un inchino.

«Allora ho la mattinata libera» sospirai, grata di quella pausa. «Vorrei fare un giro per la campagna. Mi accompagnereste?»

«Come desiderate, milady. Dico di preparare la carrozza?».

«No, preferirei cavalcare».

«Avviso gli stallieri allora. Milady» e con un ultimo inchino uscì dalla stanza.

Conclusa la colazione, uscii direttamente nel cortile interno dove trovai già i destrieri pronti e anche la giovane cameriera. Una volta a cavallo ci dirigemmo verso la piazza del villaggio e mi sorpresi di quanto fosse rumorosa con le urla dei maniscalchi e dei fruttivendoli che cercavano di accaparrarsi l'affare del giorno. Le bancarelle di tessuti e vettovaglie invece erano così deliziose e colorate che mi avvicinai alla prima della fila osservandone gli oggetti decorativi, monili e gioielli. Mi colpì una collana in particolare perché aveva delle pietre così chiare tanto da riflettermi sopra e quel colore celeste mi ricordava molto il laghetto. Il nitrito del cavallo mi fece riprendere e tornammo in cammino lasciando indietro il mercato affollato.

Giunte al bivio notai un enorme salice che si estendeva solido e imponente.

«Quest'albero è il più antico della Contea» spiegò la cameriera. «La tradizione vuole che il suo tronco sia stato usato per costruire le scope delle streghe vissute qui». Poi indicò una casupola isolata in mezzo alla radura poco distante. «Ecco la casa di Riona, la levatrice».

Raggiungemmo la costruzione di mattoni, circondata da un orto e un giardino verde, ma non si udiva alcuna voce dall'interno. Preoccupata scesi da cavallo e bussai forte alla porta.

Una donna dall'aria gentile aprì l'uscio. «Buongiorno, serve aiuto?»

I miei occhi si spostarono sul grembiule sporco di sangue e avvertii subito un cerchio alla testa.

«Milady, siete bianca come un lenzuolo!»

Fu l'ultima cosa che udii.

Un odore forte mi arrivò al naso e, con un conato, mi tirai a sedere. «Eileen!»

Le mani fresche della donna mi dettero sollievo e mi riaccompagnò a sedere. «State calma, milady. Vostra sorella è tornata alla villa poco prima che voi arrivaste» mi rassicurò.

«Credevo fosse suo il s... sangue» balbettai disorientata.

«Non sapete che il parto è ancora lontano?» mi canzonò bonariamente.

Con gentilezza mi aiutò a risollevarmi sul pagliericcio accanto al fuoco acceso e le mura della stanza oscillarono solo per pochi secondi. Eravamo sole in quella stanza calda e impregnata di un forte odore di erbe.

«La vostra cameriera è andata ad avvisare lady Alberdon. Quando starete meglio, vi riaccompagnerò personalmente».

«Vi ringrazio per quello che avete fatto. Mi sento già meglio» dissi, alzandomi in piedi.

Camminai attorno alla stanza tenendomi al grande tavolo di legno che si ergeva al centro della stanza e osservai meglio ciò che mi circondava: alle pareti erano appesi dei ripiani pieni di barattoli che contenevano piante fresche, secche, sgranate e altri ingredienti per unguenti e pozioni. Indicai una poltiglia tritata grossolanamente tanto da riconoscere alcuni fiori lilla.

«Questo è timo?»

La donna annuì. «Vi interessate di erbe a quanto vedo».

«Ne uso qualcuna» confessai, «con scopi innocui».

«Non spetta a me giudicarvi, milady. Giacché state meglio, cosa dite di andare? Dovrei visitare una signora lungo la strada, se per voi non è un problema. Non ci vorrà molto» avvertì, prendendo una valigetta di cuoio.

Tornata in sella, ripercorremmo la strada dell'andata fino al grande salice per poi prendere una stradina sterrata, attraversare il piccolo ponticello e arrivare a destinazione: una casetta isolata dal camino fumante. A man a mano che ci avvicinavamo sentivo delle urla farsi sempre più alte e strazianti. «No, non va affatto bene. è troppo presto» sentii borbottare la donna al mio fianco.

Il cuore iniziò a battere forte e un sonoro fischio disturbò il mio udito.

«Milady, riuscite a tornare da sola?» ma, senza attendere una risposta, aumentò l'andatura del suo destriero e sparì.

"Come posso tornare alla villa così scossa? Devo calmarmi".

Tornai allora al bivio e decisi di attendere qualche minuto in riva al ruscello. Costeggia il corso d'acqua fino a raggiungere un masso e lì mi sedetti. La superficie cristallina era increspata dal movimento di piccoli pesci che nuotavano, si rincorrevano e che, ogni tanto, emergevano alla ricerca di aria.

Li stavo ammirando, loro così liberi e spensierati, quando mi accorsi che un pesciolino non stava nuotando insieme agli altri poiché aveva la coda impigliata sotto ad un grosso sasso.

«OKIS».

Quelle strane parole erano uscite dalla mia bocca. Il sasso volò immediatamente lontano e il pesciolino tornò a nuotare con gli altri suoi compagni.

«Ora forse mi crederete» disse una voce alle mie spalle.

Angolo autrice

Rullo di tamburi...Rosheen ha usato i suoi poteri!! Sono sicura che voi, cari lettori, abbiate già indovinato l'identità di quella voce che sorprende la ragazza. Secondo voi di chi tratta? Le votazioni sono aperte :)

WATERPEOPLEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora