Capitolo 11-LO ZAMPINO DEL DESTINO

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Nei giorni successivi la pioggia sferzò ininterrottamente la villa impedendomi qualsiasi passatempo all'esterno. L'unico sfizio che potevo concedermi era andare nelle scuderie, coperta di mantello e ombrello, per accarezzare Bri; era l'unica a cui potevo rivolgere i miei dubbi, ma risultava spesso una visita troppo breve.

Certo, Eileen sarebbe stata più che disponibile ad ascoltarmi se solo avessi il coraggio di rivolgermi a lei. Lo trovò lei un pomeriggio, affacciandosi alla stanza in cui stavo osservando il torrente rigonfio di acqua.

«Dobbiamo parlare. Voglio che ascoltiate bene prima di interrompermi» mi avvertì. «So che conoscete la vostra storia, ma per me non cambia nulla. Siete mia sorella proprio come lo è Colleen. Non posso nemmeno immaginare cosa state provando in questo momento, ma io sono qui. Per qualsiasi cosa.»

A quelle parole i battiti del mio cuore accelerarono e gli occhi divennero irrimediabilmente lucidi. Le presi le mani e lei me le strinse forte per poi riprendere: «C'è dell'altro. Immagino che non vi abbia raccontato quali fossero le condizioni di nostra madre una volta giunta qui.»

Rimasi interdetta perché in effetti non mi ero nemmeno posta questo interrogativo e lui non me ne aveva accennato nulla.

«Ebbe un breve e temporaneo periodo di serenità. Ci volle di nuovo tutte vicine e si prendeva cura di ognuna di noi. Finché tornò triste, pallida e malinconica e diventammo delle sconosciute.»

«Stava male? Fisicamente?» chiesi, ingenuamente.

«Soffriva d'amore e nostro padre, che l'amava moltissimo, non potè che soccombere a questa situazione per rivedere la moglie felice: le permise di vedere l'amante.»

«Intendete...mio...padre?»

«Penso di sì.»

«E guarì?»

«Certo ma era sempre più distante. Erano più i giorni che trascorreva lontano dalla casa e da noi che quelli in cui la vedevamo.»

Attendevo di provare qualche emozione a riguardo, invece non sentivo nulla. Mia madre, riavuto il suo "amore", scappò lasciando la vita che aveva qui con noi, le sue figlie.

"Come ha potuto?"

Poi il respiro si mozzò in gola davanti alla considerazione più dolorosa.

"Mi sono arrabbiata con l'unica persona che mi ha sempre amato!"

Lord O'Farell mi aveva tenuto con sé nonostante tutto.

«Quando avete saputo queste cose?» chiesi.

«Un tempo eravamo sempre assieme Colleen, voi ed io. Essendo la maggiore, il mio compito era occuparmi di voi e mi aspettavo che, ad un certo punto della vostra vita, mi avreste chiesto spiegazioni in merito al vostro aspetto fisico. Chiesi molte volte la verità a nostro padre ma si mostrò sempre misterioso. Fino alla vigilia del mio matrimonio. Lì lo misi alle spalle al muro.»

«Cosa devo fare ora? Informare Liam?»

«Dubito che questo possa fare la differenza. Ogni volta che siete al suo fianco non ha occhi che per voi. Oserei dire che è innamorato.»

Sgranai gli occhi. "Liam, innamorato di me? No, non è possibile".

Mia sorella scoppiò a ridere. «Oh cielo, Rosheen! Devo farvi vedere tutto io?!»

«Io...devo dirglielo.»

E l'occasione si presentò una sera di quelle, dopo cena. Stavamo giocando a carte quando sentimmo una certa agitazione nel cortile principale e ci affacciammo alla finestra.

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