Lasciata sola mi sedetti sul divanetto a ridosso della pista da ballo da cui potevo godere di un'ottima visione dell'intera sala. Così potei vedere chiaramente mia zia, lady O'Farrell, giungere, sollevando di poco l'orlo del suo abito blu notte per permetterle di muoversi con più agilità.
Era una donna di mezza età che, fin dai miei più teneri ricordi, non amava abbigliarsi con colori sgargianti o pastello. No, lei era per colori scuri come l'abito, rigido nel busto quanto stretto e aderente sulle braccia, che indossava quella sera. I polsini poi facevano fuoriuscire del pizzo coordinato con il rigido colletto bianco che proteggeva il suo collo delicato abbellito inoltre da un girocollo in perle. I capelli erano raccolti e cotonati in cima alla nuca da cui pendevano delle perle che richiamavano la collana che la nobildonna portava.
«State bene, Rosheen?»
«Si, zia. Voi come vi sentite? La vostra schiena?»
Ultimamente infatti la nobildonna soffriva di forti mal di schiena che non la facevano alzare dal letto, unico posto in cui provasse un pò di sollievo.
«Oh cara, la vecchiaia non è una cosa che può passare con un rimedio o un altro. Il mio fido compagno lo sa bene» disse indicando il bastone in frassino chiaro che usava per muoversi.
«Ma non voglio di certo tediarvi con i miei pensieri. Siete giovane e qui è pieno di bei giovanotti. Su alzatevi, e andate a passeggio. Sono sicura che qualcuno vi abbia già messo gli occhi addosso» e se ne andò facendomi l'occhiolino.
Adoravo il suo carattere sbarazzino, seppur l'età ormai avanzata era sempre di compagnia e strappava sempre un sorriso in ogni situazione.
Liam non si vede da nessuna parte e neppure Igor così decisi di alzarmi e aggirarmi tra la folla, alla ricerca di un viso amico. Salutai con un cenno del capo vari conoscenti ma nessuno di avvicinò per ballare o chiacchierare così, in breve tempo, giunsi alla fine del salone e li notai.
Un gruppetto di persone conversavano in disparte e tra loro vi erano proprio mio cugino e Liam.
«Liam parlateci della vostra novità» disse un uomo di spalle.
«A cosa vi state riferendo?» rispose il diretto interessato.
«Al vostro matrimonio con lady Rosheen, è ovvio!» rise l'amico. «Igor, vstra cugina è diventata proprio una bellezza.»
Fu ciò che udii dopo a farmi rimanere senza parole.
«Sapete molto bene come funzionano queste vicende, Conor. Ho dovuto cedere alle preghiere di mio padre» ammise Liam e fu strano riconoscere una nota di indifferenza nella sua voce, dopo quello che ci eravamo detti in biblioteca poco prima.
«Beh non vi è andata male. La ragazza è giovane e carina» ridacchiò sguaiatamente un altro uomo a cui prestai attenzione solo per i bottoni troppo tirati del suo panciotto.
«Il bocconcino è davvero appetitoso, lo ammetto»
«Che mascalzone! Non ditemi che pensate già alla prima notte di nozze» ribatté il primo uomo a cui seguì un'imprecazione. Igor lo aveva spinto in malo modo.
Improvvisamente sentii un fuoco bruciare e le mani iniziarono a fremere vistosamente tanto da doverle stringere perché chi mi stava intorno non se ne accorgesse. Per il viso, beh era un'altra questione. Se non di peggio mi salì in gola anche una sensazione di nausea e cercai di riportare il respiro calmo e regolare per non vomitare il poco cibo che avevo mangiato a cena.
«Non prendetevela Igor.»
Si tratta sempre di mia cugina. E voi Liam dovrete stare attento. E' bella quanto la sua lingua è divenuta tagliente.»
"Scappa" mi dicevo. "Scappa" ma le gambe non rispondevano.
«Avrete la certezza di essere il primo.»
«Peccato forse per il titolo. Suo padre non è più Conte».
Avevo occhi solo per quel gruppetto di uomini e così non mi accorsi che mia zia si stava avvicinando se non quando mi batté sulla spalla.
«Rosheen» mormorò con occhi preoccupati.
Deglutii e in una manciata di secondi tornai me stessa aprendo il ventaglio e nascondendomi all'interno.
«Va tutto bene, zia. Lasciate che vi accompagni a sedere.» e l'afferrai per il gomito lieta di trovare una scusa per allontanarmi.
«Vi ringrazio. Siete un tesoro.»
Fu nel momento in cui alzai gli occhi per assicurarmi una via di fuga sicura che incrociai quelli di Liam e dei suoi amici. Una rabbia cieca si impossessò di me, la sentii quasi salire come fosse un fiume che partiva dalla pancia e saliva fino ad irradiarmi tutta. Le mani iniziarono a sudare e strinsi le labbra per non far uscire un suono gutturale totalmente poco femminili.
Lady O'Farrell dovette accorgersi di qualcosa poiché chiese: «Chi sono quei gentiluomini? Li conoscete?»
«Nessuno. Non sono nessuno zia.»
Attraversammo di nuovo il salone fino a raggiugnere la fila di sedie poste vicino alle grandi finestre che, nonostante facesse molto freddo all'esterno, erano aperte per permettere agli ospiti la visita del giardino invernale.
Lasciai mia zia alle sue dame e accettai la mano di un pretendente di Coleen, giunto ad invitarmi per il successivo ballo. Liam non mi perdeva di vista, sentivo i suoi occhi fissi sulla schiena mentre assecondavo i passi di danza e mi facevo piroettare dalle braccia muscolose dell'uomo.
La musica infine cessò e il ciambellano richiamò l'attenzione di tutti.
«Gentili ospiti, cortesi dame, lady Coleen vi prego di seguirmi.»
«Che cosa succede?» chiese elettrizzata mia sorella, a braccetto del suo accompagnatore.
Nella stanza accanto trovammo un tavolo interamente ricoperto di doni e, poco distante, uno più piccolo che ospitava una torta a tre piani con tredici sottili candele accese.
Con un urletto di finta sorpresa, la festeggiata si avvicinò e le spense con due soli soffi facendoci applaudire.
«Siete arrabbiata?» mormorò Liam al mio orecchio. Per poco non ebbi un mancamento nel trovarmelo vicino e così all'improvviso.
«Perché dovrei, milord?»
«Mi state evitando.»
Non ebbe però alcuna risposta. Mi unii invece al canto di auguri dedicato a Coleen.
«Volete almeno guardarmi in faccia?»
"Al diavolo lui e il matrimonio".
Ecco sopraggiungere nuovamente quel fiume di rabbia e puntai i miei occhi nei suoi, torturandolo in mille modi silenziosi. «Ecco, vi sto guardando ora. Cosa volete?».
«Avete sentito tutta la conversazione?»
«Interamente.»
«Se mi lasciaste spiegare...»
«Lo avete già fatto egregiamente. Con i vostri amici.»
«Sono solo dei conoscenti» precisò lui, mentre Coleen scartava i primi doni ricevuti.
«Non mi interessa chi essi siano. Non avreste dovuto dire quelle cose, milord. Mi avete paragonata ad una comune prostituta» replicai, abbassando la voce.
«Non era certo questo quello che...»
«Non voglio sentire più nulla da voi. Andatevene.»
Mi prese la mano e se la portò vicino al cuore. «Aspettate di sentire la verità.»
«Lasciatemi! Vi ho detto che non voglio più nulla da voi.»
«Lo so cosa avete detto, ma non posso che tentare almeno di chiedere il vostro perdono.»
«Vi auguro buona notte lord Liam» e, infischiandomene del protocollo, mi ritirai.
Angolo autrice
Cari lettori, bentornati! Scusate il ritardo nella pubblicazione. Dunque...cosa pensate di questo capitolo? Come vi sareste comportati voi davanti a quei discorsi tra "uomini"? Attendo i vostri commenti ^^
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WATERPEOPLE
Historical FictionIrlanda. 1600. Lady Rosheen era sicura di poche cose nella sua breve vita e l'amore della sua famiglia era tra di esse, nonostante la scarsa somiglianza con loro. Ricordava ancora quella lontana notte, la loro fuga e quel calore emanato dal mantello...