Capitolo 13: UN TUFFO NEL PASSATO

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Dopo l'improvvisa visita della padrona di casa, non dormii bene. I miei sogni erano un susseguirsi di uomini dall'aspetto mostruoso, con occhi fiammeggianti e frasi accusatorie e la mattina mi trovò del tutto impreparata per il viaggio a cavallo.

Ci unimmo a lady Amber per una colazione leggera al tavolo della sera prima e poi uscimmo nell'ingresso dove cavalli e servitori erano già pronti per ripartire.

La castellana si avvicinò tendendomi le mani. «Vi ho fatto preparare la carrozza così non vi affaticherete.»

Mi stupii delle sue attenzioni e le sorrisi grata.

«State male? Avevo capito che adoravate cavalcare» chiese Liam, comparendo al mio fianco.

«Non ho dormito molto bene.» sussurrai, sperando di cambiare presto argomento. Come avrei potuto giustificare la mia notte insonne? La chiacchierata con Amber?

Lord Rochster venne in mio soccorso e prese da parte il suo vecchio amico per scambiare gli ultimi convenevoli. Non notai subito la moglie avvicinarsi a me, se non quando udii la sua voce al mio orecchio. «Ricordate, piccolo fiore d'acqua, non una parola» sussurrò la moglie, al mio orecchio. «Il vostro segreto con me è al sicuro, spero lo sia anche il mio».

«Non dirò nulla».

Lasciammo lord e lady Rochster e riprendemmo il cammino verso la contea di Cavan con un diverso stato d'animo. Sapevo cosa ci si aspettava da me, una giovane in procinto di sposarsi, e seppur Amber mi avesse assicurato che non avrei avuto alcun problema a riguardo, non ero tranquilla. Il cuore mi stava uscendo dal petto e dovetti abbassare il finestrino della carrozza per respirare meglio.

Fu in quel momento che incontrai gli occhi di Liam. Non proferì parola ma sentii uno scossone alla carrozza che si fermò immediatamente.

«Cosa vi succede?» chiese, prendendo posto sul sedile al mio fianco.

Abbassai gli occhi, chiedendomi quale sarebbe stata la risposta corretta. Forse la migliore era cambiare argomento.

«Nulla, mio signore. È sicuramente la preoccupazione di cosa troverò al mio arrivo. Per me Cavan è un posto sconosciuto.»

Lui sorrise e mi prese le mani tra le sue. «Non dovete preoccuparvi di nulla.»

«Come posso milord? Ricordo molto bene il motivo della nostra sosta e noi ci stiamo recando proprio lì, nel cuore della rivolta.»

«In verità non sono stato proprio onesto con voi. Non stiamo raggiungendo Cavan ma Tullygarvey.»

«Teallach Ghairbhéith» chiesi sorpresa.

Lo vidi annuire. «Dimenticavo che voi la conoscete con quel nome gaelico. Sua Maestà l'ha donata alla mia famiglia, insieme al castello.»

«Perché mai?»

«Come dono per la fedeltà e il servizio che abbiamo svolto in questi anni.»

«Volete dire combattuto contro noi irlandesi. Vostri fratelli» con uno strattone liberai le mani dalla sua presa.

«Non fate così, Rosheen.»

«E come dovrei fare? Vendermi a voi? Un traditore?»

«Non lo sono. Guardo in faccia alla realtà. L'Irlanda sarà presto un dominio inglese. Lo so io e lo sapete anche voi.»

«No, non lo sarà. Combatteremo.»

«Non dovreste dire queste cose. Sono pericolose.»

«E che mi succederà? Mi arresterete? Voi?»

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