11:Minhee

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6. NON NOMINATE IL VOSTRO EX PER VENTIQUATTRO ORE.

"Tutti sappiamo che le parole hanno un certo potere; ma i nomi hanno un potere ancora maggiore. Per allontanarvi dal vostro ex dovete sottrarvi a quel potere. E l'unico modo per farlo è stare in silenzio."

Ore 20:30

«Ehi, avevo solo sei anni!».
Arrossisco mentre Yoongi si copre la bocca per soffocare le risate. Ho appena confessato di aver chiamato il mio primo gatto "Hagrid", perché ero fissata con Harry Potter; tra l'altro il gatto era enorme, grasso e peloso, pertanto qualunque bambino di sei anni avrebbe pensato a Hagrid!
«All'epoca tutti chiamavano i loro animali come i personaggi di Harry Potter», borbotto mentre il treno su cui viaggiamo si ferma nella stazione della Quattordicesima strada. Sul nostro vagone salgono tre persone, compreso un altro tipo di Williamsburg con un cardigan nero. Ignaro di tutto, si siede di fronte a Errore, che si agita fra le mie braccia e ringhia; il cucciolo ce l'ha davvero a morte con i fricchettoni!
Le accarezzo la testa e le sussurro di calmarsi. Lei ubbidisce. Accanto a me, Yoongi allunga la mano e la gratta dietro l'orecchio.
«Sei brava a calmarla», dice.
«Ho una certa esperienza in fatto di tranquillizzare cani», ribatto. «Il mio cane, Rocky, odia praticamente tutti gli uomini. Tranne mio padre».
«Veramente?».
Annuisco.
«È un problema serio. Lo portiamo a spasso nel parco vicino casa nostra, ma prima mia sorella Jessica deve fare un giro di ricognizione per assicurarsi che non ci siano maschi. Forse è allergico al cromosoma Y».
«Magari, più semplicemente, non si fida degli estranei. Forse pensa che potrebbero diventare parte della famiglia, capito? Si sente in competizione».
Non gli rispondo perché mi viene in mente solo una cosa da dire: mi piacerebbe portare Jimin a casa mia a Londra, in modo da aizzargli contro Rocky. Ma se lo dicessi verrei meno alla nostra versione ridotta e rivisitata dello step numero sei: sostenere una conversazione decente senza nominare i nostri ex finché non andremo via dalla festa di Katie, il posto in cui siamo diretti adesso.
Yoongi ha suggerito di fare una prova e per un po' non gli è venuto in mente nessun argomento, ma poi Errore mi ha leccato la faccia strappandomi una risata, e lui mi ha chiesto degli animali che ho avuto in passato. Non era proprio una conversazione brillante, ma è stato un punto di partenza...
Finché non sono finita a pensare a lui comunque. E anche se finora non l'ho nominato, ho pensato costantemente al fatto di non doverlo nominare, e ciò significa che era nei miei pensieri, e non so se, di fatto, questo vanifichi le mie intenzioni oppure no.
Ora tocca a me trovare un argomento di conversazione. Ci restano dieci o undici fermate prima di raggiungere la Centosedicesima strada, la nostra destinazione. Gli chiedo qual è il suo sport preferito, perché è un maschio e do per scontato che avrà una risposta da darmi; ma lui replica che in realtà lo sport non gli piace più (un po' mi fa piacere sentirglielo dire). Gli domando quali sono i suoi film preferiti, e non mi stupisco affatto quando nomina Inception. Ma poi rimango a corto di idee. E abbiamo superato solo la Cinquantesima strada. Entrambi ci fissiamo le scarpe avendo esaurito tutti gli argomenti di conversazione. Proprio mentre mi consolo pensando che ce la siamo cavata bene, Yoongi tira un nuovo argomento fuori dal nulla.
«Credi nell'esistenza di universi paralleli?».
Avrebbe anche potuto chiedermelo in cinese mandarino, per me sarebbe stato uguale. Sorride, dice che l'idea gliel'ha data Inception.
Perché?», domando. «Quel film parla di sogni, non di universi paralleli».
«Be', sì, ma parla di subconscio, e l'argomento mi ha sempre affascinato. Per esempio, ti capita spesso di sognare le persone che conosci nella vita di tutti i giorni? A rigor di logica dovrebbero essere loro i protagonisti dei tuoi film notturni, ma di solito non è così. La maggior parte del tempo sogni di stare con degli sconosciuti mai visti prima, che non assomigliano a nessuna delle persone che hai incontrato nella vita reale... anche se in qualche modo ti risultano molto familiari. Non hai bisogno di una cosa tipo...», la sua voce si abbassa di colpo, «"nelle puntate precedenti de Il subconscio di Minhee" che ti ricapitoli i nomi dei personaggi e cosa sta succedendo. Nel sogno tu sai sempre già tutto, vero?»
«Immagino di sì», rispondo con una scrollata di spalle. Quel movimento fa ringhiare Errore, che si agita goffamente fra le mie braccia come per ricordarmi chi è che comanda. «Quindi cosa vuoi dire? Che nei sogni viaggiamo in altre dimensioni?».
Anche lui si stringe nelle spalle mentre le sue guance si colorano un poco, come se tutt'a un tratto si sentisse un idiota per aver sollevato un argomento così... balzano. Faccio del mio meglio per mantenere un'espressione sincera, incoraggiante, fargli capire che può dire quello che gli pare; ma temo che il leggero sorriso sulla mia faccia possa sembrare canzonatorio.
<<Ci deve essere una ragione», continua, «per cui tutto ti sembra così familiare mentre sogni. Non so... forse sto dicendo una marea di stupidaggini».
Serra la mascella e distoglie lo sguardo. Mi detesto mentre noto la differenza fra lui e Jimin: ad Yoongi sembra importare cosa penso di lui, e questa cosa mi piace. Gli do un colpetto al gomito con il mio spronandolo a proseguire: «Continua...».
Chiude gli occhi, scuote appena la testa come a dire: "Non posso credere di stare dicendo queste cose".
«Non sto parlando di un viaggio vero e proprio, ovviamente... non si va da nessuna parte. Ma quando mi sveglio mi chiedo sempre: e se nel sogno stessi vedendo attraverso gli occhi di un Altro Me? E se, per pochissimo tempo, stessi vivendo la sua vita? Perché ci deve essere un motivo per cui non si sogna mai di essere qualcun altro, giusto? Tu sei sempre tu, sono solo le circostanze in cui ti trovi a cambiare. Non ci sono limiti a quello che puoi sognare, ma l'unica cosa che la tua mente non fa mai è assegnarti un'identità completamente nuova. Perché il tuo subconscio non dovrebbe trasformarti in una persona totalmente diversa?».
Mi rendo conto di tenere lo sguardo fisso su di lui e spero solo che non mi si legga in faccia la domanda che temo di fargli: È questo che vuole? Essere qualcun altro?
Invece rispondo: «Uhm... Va bene, ammettiamo che succeda questo quando sogniamo; ovviamente ciò significa che l'Altro Noi... sogna la nostra vita quando si addormenta, giusto?».
Lui ride, si fissa le scarpe. Temo che presto le sue guance sembreranno quasi abbronzate.
«Lascia perdere. Sto dicendo una "caterva di stronzate"... come hai detto tu qualche ora fa, ricordi?».
Non gli permetterò di cambiare argomento.
«Mi hai fatto appena venire in mente... Una delle cose che mi scoccia sempre – e succede tutti i santi giorni – è che, per esempio, se scendo in cucina a prendere qualcosa, quando arrivo lì non mi ricordo più cosa volevo».
Lui annuisce.
«E ti sembra di...».
«Mi sembra di essermi appena svegliata, o una cosa del genere. Ora mi chiedo: è questo che succede? L'Altra Me, da qualche parte», indico quella che dovrebbe essere una dimensione alternativa ma che in realtà è solo il Segaiolo di Williamsburg con il cardigan nero, seduto di fronte a noi mentre cerca di non dare a vedere che sta chiaramente ascoltando, «si è svegliata, ed è perché il collegamento fra di noi si è interrotto che sono così confusa? Mi sembra una spiegazione preferibile all'idea che stia perdendo colpi all'età di diciassette anni».
Lui si limita a sorridermi mentre il rossore sulle sue guance si attenua. Tengo lo sguardo fisso su di lui per continuare a coinvolgerlo nella conversazione, perché in questo momento è concentrato su qualcuno che non sia Maya. Dopotutto l'obiettivo della nostra avventura è proprio questo.
Prima di rendercene conto siamo arrivati alla Centosedicesima strada, Columbia University. Scendiamo dal treno, usciamo dalla stazione e ci incamminiamo verso l'indirizzo che mi ha dato Katie nell'Upper West Side, dove si dovrebbe tenere la festa. Resto vicina ad Yoongi e lascio che sia lui a guidarmi in modo da non dover alzare spesso lo sguardo...
In modo da non fissare il campus pensando a come potrebbe essere...
A come potrebbe non essere.

Kiss me in New York |M.Yg [Traduzione Italiana]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora