17:Minhee

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5. AIUTATE QUALCUNO CHE STA PEGGIO DI VOI.
Prendersi cura di qualcuno che ha bisogno del vostro aiuto vi insegna a restare ottimisti, ma cosa succede quando dovete rimettere insieme alla meno peggio i pezzi del vostro cuore? Stare accanto a qualcuno in un periodo di crisi è uno dei modi migliori per dimostrare a voi stessi quanto siete forti.
Ore 22:10

«Riuscite a crederci?», dice Doug mentre ansima in maniera preoccupante. «Non ho mai preso lezioni di break dance in vita mia».
Non faccio nessunissima fatica a credere che Doug non abbia mai preso lezioni di break dance in vita sua. Non credo che abbia mai nemmeno visto qualcuno ballare la break dance. I suoi movimenti snodati somigliano più a convulsioni, e la sua versione della mossa del verme mi fa temere per l'incolumità della sua faccia, delle ginocchia... di tutte le ossa che ha! Potrei concedergli il beneficio del dubbio e supporre che sia difficile ballare bene la break dance su un vagone in movimento della linea 6 (la carrozza è vuota da quando siamo saliti a Grand Central e mi sento profondamente grata per questo), ma sono abbastanza sicura che il vecchio Doug sia semplicemente un disastro.
Per il gran finale si aggrappa con una mano a un palo di sostegno, lo avvolge con una gamba e inizia a roteare. Credo che voglia fare un giro di 360°, ma arrivato a quota 155 circa molla la presa inavvertitamente e va a sbattere contro i sedili dietro di lui. Yoongi e io stiamo assistendo alla scena da quasi tre fermate e non ce la faccio più, quindi applaudo in modo da mettere in chiaro che la considero la fine dell'esibizione. Doug riesce più o meno a rialzarsi appoggiandosi al sedile e ci rivolge un piccolo inchino.
«Vediamo se le signore dell'Upper East Side resistono a queste movenze», dice incrociando le braccia e appoggiandosi allo schienale. Nascondo la faccia dietro la testa di Errore e cerco di trattenere le risate. Qualche attimo più tardi scendiamo dal treno alla stazione dell'Ottantaseiesima strada, Doug in testa al gruppo. Fa le scale due alla volta, e tenere il passo con lui è un'impresa. Una volta in strada mi rendo conto che Yoongi non c'è. Sta temporeggiando sulle scale esattamente come fa mia sorella Emma quando non ne vuole sapere di andare a dormire.
<<Qual è il problema?», gli domando. «Ti sei fatto male alla gamba?»
«Scusami se non sono elettrizzato all'idea di mettere piede nell'Upper East Side», ribatte quando mi raggiunge.
«Prima non eravamo nell'East Side?»
«Era il Lower East Side».
«Comunque sempre East».
Lui scuote la testa con disapprovazione.
«Aspetta di vivere qui per un po' e capirai».
Parla come se il mio ritorno qui fosse un epilogo scontato. Lo devo ammettere, oggi ci sono stati dei lunghi momenti in cui non ho odiato New York come da quando...
Vivere la città assieme ad Yoongi me l'ha fatta davvero vedere in maniera diversa.
Alle 22:25 Doug ci fa strada in un locale che si chiama Smooch (che Yoongi definisce un nome "così da East Side che avrebbero potuto benissimo costruirlo su una chiatta dell'East River"). "
Il mio essere sprovvista di documenti non è un problema per il buttafuori di qui perché è impegnato a risolvere un sudoku. Ci rivolge una sola domanda: siamo davvero sicuri di voler entrare? Quando Doug lo conferma, il buttafuori prende i suoi soldi – il Doug paga per tutti e tre, a quanto pare – e mormora che ora è affar nostro.
Il locale ha decisamente un'atmosfera da funerale; non è proprio desolato come l'Ice Bar ma è comunque piuttosto tetro: illuminato fiocamente, le mura beige decorate con certi fili e ghirlande natalizie che l'Esercito della Salvezza non accetterebbe neppure regalate. A rendere la scena ancora più assurda c'è il fatto che la musica (al momento Take On Me degli a-ha) rimbomba tanto forte da spaccare i timpani. Errore si divincola e sono costretta a zittirla prima che cerchi di imitare le note più alte.
Conto circa una dozzina di single, la maggior parte sopra i quarant'anni, che gironzolano qua e là con lo sguardo fisso nel vuoto. In alcuni séparé dal lato opposto del locale ci sono tre coppie che limonano come se fossero su un aereo in procinto di schiantarsi contro una montagna. Qui Formaggio sarebbe in paradiso. Non riesco a capire se le persone in piedi sono troppo nervose per attaccare bottone con gli altri o se hanno vagliato le varie possibilità e deciso, semplicemente, di non farlo. In compenso vedo benissimo che si tengono raso ai muri, alla larga dal vischio che pende basso dal soffitto.
Seguiamo Doug che piega verso il bancone e annuisce dopo aver passato in rassegna la stanza.
«Più donne che uomini». Lo dice in un tono così entusiasta che quasi mi aspetto di vederlo agitare esultante il " il pugno per aria.
«È sempre così». Al bancone, una donna di circa dieci anni più vecchia di Doug, seduta davanti a un drink rosa, si mette a parlare. Do una gomitata ad Yoongi accennando al bicchiere della donna, bisbiglio: «Lo vedi quell'ombrellino?».
Lui scuote la testa con aria di disapprovazione... ma sorride. Sto cercando di farlo ridere anche se non so perché, ma per me è importante. Forse voglio ripagarlo per il modo in cui mi ha confortata dopo la festa di Katie.
«Come potete vedere è una festa a tema», dice la signora Drink Rosa. Noto un cartellino con il logo di qualche azienda appuntato sul bavero della sua giacca. Indovino che debba essere una degli organizzatori dell'evento. «Per uscire di qui dovete guadagnarvi uno di questi». Mostra un biglietto da visita con sopra attaccato un campanellino, che tintinna in maniera irritante a ogni minimo movimento. «Questo è il Pass musicale. Soltanto con questo potrete dimostrare al buttafuori che avete il permesso di andare via».
«Come si fa a guadagnare un...», sembra che pronunciare le altre parole costi ad Yoongi un certo sforzo, «Pass musicale?»
«Dai un bacio a qualcuno sotto il vischio in mia presenza. Non devi fare altro».
Mentre Doug ci prende qualcosa da bere – due sidri analcolici – Yoongi e io ci rivolgiamo di nuovo ai "candidati".
«C'è qualcuno che ti piace?», gli domando "domando.
«Sembra tutta gente di un certo livello», mormora. «Teoricamente dovremmo trovarci benissimo, no?Non è una battuta o una cosa del genere, ma... hai mai baciato una persona più vecchia? Cioè, più vecchia di diversi anni?»
«Sì, una volta».
È più forte di me. Mi sposto e faccio un passo indietro in modo che lui possa vedere lo stupore sulla mia faccia.
«Oddio, veramente? Chi? Quanti anni aveva?».
Lui sorride di nuovo e cerca il pavimento con lo sguardo.
«Oh, no, è una storia che mi porterò nella tomba».
«Almeno dimmi se rientrava o no nella fascia d'età delle donne qui presenti».
«Non te lo dico». Continua a sorridere, ma sta arrossendo.
«Non sei per niente divertente».
Doug torna con i drink. Si è preso un altro whiskey.
«Di che cosa state parlando?»
«Discutevamo di chi potremmo avvicinare», rispondo senza pensarci, e ovviamente Doug ribatte: «Che bisogno avete voi due di avvicinare qualcuno? Siete una coppia».
Grazie al cielo Yoongi risponde pronto: «Abbiamo pensato di socializzare almeno un po'», e con la bottiglia accenna alla stanza quasi vuota. «Come supporto morale».
Doug ci scruta per un lungo istante e temo che ci abbia smascherati. Ma poi comincia a sorridere e si mette quasi a saltellare.
<<È proprio quello di cui avevo bisogno stasera, ragazzi. Davvero, non riesco a credere di aver trovato due amici così».
Yoongi gli batte la mano sulla spalla.
«Va bene, allora... diamoci da fare».

Kiss me in New York |M.Yg [Traduzione Italiana]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora