20:Yoongi

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8. FATE QUALCOSA CHE VI SPAVENTA UN PO'.

"Una delle cose peggiori dell'essere tornati single all'improvviso è la paura che accompagna questo cambiamento. La paura di cosa il domani potrebbe – o non potrebbe – riservarvi ora che la vostra relazione è finita. In molte persone la paura può causare una specie di paralisi emotiva e spirituale che le porta a trascorrere troppo tempo in casa, limitando le possibilità di incontrare qualcun altro. Naturalmente l'idea di "buttarsi di nuovo nella mischia" è terrificante, e in questo caso la paura è perfettamente comprensibile. Prima di vincere la paura di restare delusi un'altra volta, dovrete innanzitutto imparare a vincere la paura stessa..."

                                   Ore 23:10

«Sei sicuro che non sia pericoloso? Anzi, è davvero legale?».
Yoongi si aggrappa al mio braccio destro e corre quasi per tenere il passo con me perché io sto quasi correndo per tenere il passo con Errore. Avrei dovuto intuire che la cagnetta si sarebbe eccitata da morire alla vista di Central Park. Persino dopo le undici di sera è comunque straordinario... e a un cane deve sembrare un paradiso o giù di lì.
Effettivamente mi sono chiesto se fosse una buona idea lungo tutto il tragitto. Ma è stato più forte di me. Fuori dallo Smooch, dopo il nostro bacio – il bacio! – ho chiesto a Minhee cosa le facesse paura, e lei mi ha risposto che le veniva in mente solo l'idea di perdere il controllo. Quando le ho detto che una risposta così vaga non mi era di nessun aiuto lei si è stretta nelle spalle, ma tutta la neve attorno a noi mi ha fatto venire un'idea.
«Certo che non è pericoloso», le rispondo adesso. «A quest'ora della notte, la vigilia di Natale, il parco sarà a nostra completa disposizione».
«Queste mi sembrano abbastanza pericolose», dice Minhee abbassando lo sguardo sulle due slitte a forma di disco volante che ho comprato per quindici dollari in un negozio lungo la strada.
Mi blocco. Più in là, Errore si volta e manifesta il suo disappunto a suon di latrati. Minhee mi sta fissando con le mani strette attorno alla cinghia del borsone appeso a una spalla sola. Si mordicchia il labbro inferiore, ma non lo fa con aria civettuola. È spaventata.
«Fidati di me».
Lei annuisce.
«Sì, mi fido».
La mia non era una domanda, ma non glielo faccio notare. <<Okay, bene, perché dobbiamo allontanarci dal sentiero». Tiro il guinzaglio di Errore e lei si gira, quindi ci precede a saltelli mentre tagliamo per l'aiuola ammantata di neve. Minhee si fa scappare una risata nervosa.
«Ehm, dove mi stai portando?».
Errore si ferma quando ci imbattiamo in una schiera di cespugli e si volta a guardarmi con un'aria da "Fai sul serio? Vuoi che passi lì in mezzo?".
«Puoi andare, piccolina», le grido, e mentre il cucciolo si fa strada a zampate fra i cespugli, io aggrotto le sopracciglia. Uso già dei nomignoli. Ma che cavolo mi prende?
Minhee usa la slitta per proteggersi la faccia mentre ci apriamo un varco tra i cespugli, poi ci fermiamo davanti a una recinzione di ferro alta un metro e ottanta. Errore pensa che sia un vicolo cieco e cerca di correre verso sinistra, allora io do un piccolo strappo al guinzaglio tirandola verso di noi. Lei mi comunica subito tutta la sua felicità.
«Abbiamo sbagliato strada?», chiede Minhee mentre io mi chino per sollevare il cucciolo.
«No», rispondo. «Dall'altra parte c'è il terreno più adatto alle slitte di tutta Manhattan... forse di tutta New York, non so. Io e mio fratello Namjoon venivamo qui la domenica. Nostra madre ci portava qui...». Mi prendo un momento di pausa per permettere alla mia mente di riabituarsi a un ricordo a cui ho volontariamente evitato di pensare tutto l'anno. Mi sento un idiota a non aver capito prima il motivo preciso che mi ha spinto a suggerire la slitta come step per Minhee . «Avevo più o meno sette anni, credo. Comunque, tecnicamente non è proprio legale perché il terreno appartiene al Dipartimento dell'Interno. Ma secondo me, oggi si sono presi un giorno di ferie».
Lei mi fissa con la bocca spalancata.
«Hai visto!», dico. «Stai facendo qualcosa che ti spaventa».
«Dubito seriamente che il libro suggerisse di violare la legge».
«Sono sicuro che si possa interpretare il libro in molti modi diversi. E poi, ehi: non c'è nulla che faccia più paura di infrangere le regole, giusto? Probabilmente questa è la versione più pura dello step numero otto!».
«Io qui sono una straniera, ricordi? Che succede se, ecco, mi arrestano, mi deportano e non posso più tornare?»
«Uhm, arrestata e deportata... sembra pauroso».
«Non c'è niente che ti farà cambiare idea, vero?».
Mi trattengo appena dal confessarle la verità, che sì, ora mi sono reso conto di che cosa, inconsciamente, mi ha condotto qui; non desidero altro che andare in slitta sulle colline immacolate di neve dall'altra parte di questa recinzione...è l'unica cosa che mi va di fare. Voglio sentirmi di nuovo come un bambino di sette anni, eccitato e spaventato mentre Namjoon sfreccia impavido giù per le colline più ripide, mentre mamma mi prende in braccio e si spinge sulla slitta per poi dire che ho fatto tutto io quando arriviamo giù.
Invece le dico: «Sarà divertente, te lo assicuro. Io e Namjoon ci intrufoliamo qui da quando eravamo bambini e non siamo mai stati beccati... stasera ci devono essere ancora meno probabilità che succeda».
Lei ci riflette per un secondo, poi annuisce in un modo che non è affatto riluttante.
«Okay, andiamo. Ma facciamo presto...».
«Oh, non appena arriverai all'apice del terrore ce ne andremo subito».
Le porgo Errore e lei la infila di nuovo nella borsa mentre io scavalco la recinzione. Una volta dall'altro lato, stendo le braccia per farmi lanciare le slitte. Poi Minhee si arrampica abbastanza in alto da potermi passare la borsa delicatamente. Poso le slitte a terra e mi appendo il borsone in spalla mentre Minhee scavalca la recinzione. È più agile di quanto mi sarei aspettato.
Una volta che è tornata con i piedi per terra le restituisco il borsone. Errore allunga il collo per vedere cosa sta succedendo, e io assicuro a Minhee che questa zona del parco è completamente recintata. Errore potrebbe anche scappare, ma non andrebbe troppo lontano.
<<Okay, bene», dice Minhee liberando la cagnetta. «Non voglio perderla».
Non dovremo preoccuparci che scappi, perché non appena prendiamo le slitte e ci mettiamo in posizione in cima al primo pendio, Errore ci gira attorno festosa con il vivo desiderio di stare proprio lì dove siamo noi. Si sistema in braccio a me.
«A quanto pare abbiamo un passeggero». Ma Minhee non ricambia il mio sorriso. Sta fissando il pendio candido della collina fino alla distesa di ombre in fondo a tutto.
«È un pochino ripido», osserva.
«Già, fa paura», ribatto. «È questo l'obiettivo».
«E se io... stronzo!».
Mi chiama così perché le ho dato una spinta. Non molto forte... quel tanto che bastava per farla partire.
Stringo Errore a me e imito Minhee godendomi la sensazione di assenza di gravità e fermandomi appena in tempo per non finire addosso all'altra slitta. Qualunque timore Minhee nutrisse prima è svanito: è sdraiata per metà sulla slitta e ride con la faccia rivolta al cielo stellato mentre la neve le cade addosso.
«Ehi, ehi, fai piano», le raccomando, mentre Errore salta giù e corre da un lato all'altro alle spalle di Minhee, come se fosse un tergicristallo. «Il posto è deserto, ma così il rumore si propaga facilmente».Lei si mette una mano davanti alla bocca mentre si raddrizza ricomponendosi.
«Scusa», dice alla fine. «Ero presa dalla... foga, credo. Una volta passata la paura mi è piaciuto».
«Immagino che l'obiettivo fosse proprio quello». Non volevo caricare le mie parole di un significato particolare, ma poiché quando le pronuncio ci stiamo fissando dritto negli occhi, lo sguardo che ci lanciamo diventa piuttosto intenso.
L'incantesimo è spezzato da Errore che abbaia in cerca di attenzione, e ci accorgiamo che è a metà del pendio e si guarda alle spalle invitandoci chiaramente a seguirla.
Minhee mi dà un colpetto al piede con il suo.
«Facciamo a chi arriva prima!».

Kiss me in New York |M.Yg [Traduzione Italiana]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora