Diciotto

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«Come stai?»

La donna si sistemò gli occhiali sul naso attenendo una risposta da parte di Adeen.

«Bene.»

Rispose distrattamente, come era solita fare, solo che quel giorno sembrava molto più stanca. Aveva risposto a monosillabi per tutta la seduta.
Dopo due settimane l'avevano praticamente costretta a presentarsi.

«Eppure mi sembri esausta.»

«Avevo un compito oggi, ho studiato tutta notte.»

Non gli credette e Adeen quasi sbuffò, aveva davvero dovuto studiare tutta la notte.

Una volta che dico la verità non mi credete!

«Adeen, mi dispiace per quello che ho detto ma nel tuo profondo sai che ho ragione. Devi farti aiutare.»

La bionda ride sarcastica.

«Vuole davvero continuare? Facciamo finta che vada tutto bene no? Così lei non avrà problemi e io non mi dovrò subire un'altra ramanzina.»

«Dovremo parlare prima o poi, meglio farlo ora.»

«Oddio, sembra così ossessionata dal farmi parlare, sicura che non sia a lei a dover parlare dei suoi problemi?»

Si alzò e le prese il fascicolo dalle mani, si sedette sulla poltrona fingendo di essere la donna.

«Allora Beverly, come stai? Bene? Non è vero, parlane con me, ma stai tranquilla ne parlerò solo con tutto il ministero. Rimarrà una cosa in confidenza, capisci?
Ti somiglio abbastanza? Forse dovrei essere più noiosa e vecchia però la laurea in psicologia me la merito!»

La psicologa provò ad alzarsi ma qualcosa glielo impedì, Adeen continuò il suo gioco mentre con la magia teneva ferma la donna.

«Faccio questa merda di lavoro per sentirmi realizzata e stressare fino all'esasperazione i miei pazienti.
Sono tutti così stanchi di me che mi fanno fare da baby sitter a un'assassina sperando mi butti dalla finestra.»

Adeen si alzò chiudendo il fascicolo di scatto.

«Una cosa che sono molto tentata di fare in questo momento, purtroppo sarebbe troppo poco doloroso.»

La donna fece per parlare ma Adeen alzò un dito.

«No, la tua voce mi dà sui nervi, per questa volta parlerò io, non ti da fastidio vero? Non penso, effettivamente mi dici sempre di parlare di piú.»

Adeen fece il giro della scrivania, si era stancata di sentirsi dire di dover sfogarsi, lei stava benissimo così. Non ne aveva bisogno.

«Devo dire che come psicologa sei durata poco, due mesi più o meno, sei fortunata però, io ho scommesso su due settimane.»

Prese una sedia e la mise davanti alla donna, si sedette a cavalcioni poggiando le braccia sullo schienale.

«Ti va una chiacchierata tra donne? Tu mi dici cosa vuole il Ministro da me e io faccio a meno di buttarti dalla finestra. Mi sembra equo.»

Ghignò, soddisfatta dello sguardo impaurito di Beverly.
Significava che la temevano ancora, e se la temevano aveva già un qualche potere su di loro.

«Oppure se sei poco collaborativa entrerò nella tua mente e vedrò tutti i ricordi e bla bla bla. Devo dirti tutti i particolari?»

«A-Ascoltami, questa non sei tu, fermati.»

Adeen buttò la testa all'indietro e rise di gusto.

«Perché? Mi sto divertendo un mondo!»

Dopo qualche minuto di silenzio si stufó, fece una smorfia e si alzò.

Cenere nel vento //Sirius BlackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora