Karl si sentiva sperduto, diverso ed emarginato. Non sapeva se fosse il mondo ad essere impazzito o se lo fosse lui. O se fossero semplicemente diversi, in qualche modo incompatibili. Si sedette nella solitudine di un parco dipinto dal foliage autunnale, pensando al nulla. All'improvviso l'abscissione di una foglia, che seguì con sguardo incantato, gli suscitò una profonda riflessione che appuntò su un taccuino che portava sempre con sé assieme ad una penna.
C'è un pensiero profondo, riflessivo, critico, autocritico, consapevole, analitico, capace di astrazione, logicamente coerente, formalmente rigoroso, strutturato, la cui complessità riproduce quella del reale tenendo conto di tutte le variabili.
Che sa decentrare il proprio punto di vista per scorgere se c'è del valido in quello altrui ovvero negli altri paradigmi, nelle altre prospettive di cui si arricchisce che mirano allo stesso oggetto, che fa luce sui diversi aspetti di un fenomeno.
Che ha come pietra d'angolo l'esperienza del vissuto, alimentato dal sano dubbio e che l'incertezza alimenta ove c'è dogmatica certezza; perché questo l'intelligenza richiede: che non si sovvertano le certezze nei fatti incontestabili e che non si vedano certezze laddove non sono attestabili.
Un pensiero aperto alle alternative, ovvero al confronto onesto e non vanitosamente competitivo tantomeno giocoforza definitivo, ma piuttosto autopoietico, che matura evolvendosi superando sé stesso per tentare l'imparzialità.
Che scava nell'apparenza e va oltre la superficie delle cose senza deformarle in maniera tendenziosa e strumentale con più o meno raffinati sofismi e non si veste di presunzione e di ipocriti moralismi, ma tende alla dialettica, ad un dialogo fluido come un corso d'acqua cristallina.
Un pensiero libero ed autonomo che non vive di maschere, ma che mette in questione i suoi parametri prendendo coscienza di sé, che è vero progresso perché pragmaticamente "funziona".
Allarga gli orizzonti il buon pensiero, illumina le tenebre dell'ignoranza _e che cos'è l'ignoranza se non dar per certe fasulle congetture?_ e libera lo spirito dal peso delle presunte mezze verità _giacché se gli assiomi vacillano, traballa tutta la teoria _e dalle catene delle errate convinzioni.
Quindi no, non è banale il buon pensiero; non sarà forse immediato e immediatamente accessibile, ma tutti possiamo tendere ad esso con la fatica che costa l'originalità creativa del singolo che non si accomoda irresponsabilmente sull'opinione dominante, che non si fa copia-incolla della moda vigente seguendo la corrente di quello che pare un fiume melmoso.
Bisogna dunque avere la pazienza di ascoltarlo, il buon pensiero, perché la complessità richiede tempo, così come ci richiede una buona dose di coraggio per esternarlo in un mondo sempre meno pluralista. Sembra pesante, ma renderebbe l'esistenza nel mondo e di conseguenza il mondo stesso leggeri come una foglia che d'autunno si stacca da un albero.
KARL
Si alzò e guardandosi intorno vide le foglie secche al suolo spargersi ad opera di una folata di vento.
"Se è destino, così si spargeranno le mie idee e non andranno perdute."
Staccò il foglio dal taccuino e lo lanciò come un aeroplano di carta: l'abscissione di un pensiero insostenibile nella solitudine del suo pensatore, una bomba di redenzione lanciata sulla mediocrità di un mondo a cui non si sentiva più di appartenere.
Il foglio fece delle giravolte scivolando sul vento, nuotando nell'aria, e sparì dalla sua vista.
Un giorno uno strano figuro si imbatté per caso in quel foglio, lo lesse e disse ridendo e scuotendo il capo:
Analitico,
critico,
profondità,
complessità,
astrazione,
riflessione?
Per nulla sono
contemplativi
i neoprimitivi!
Ah ah!
Dotati non sono
di tali dispositivi
e capacità!
Vivono
per fare a botte
giorno e notte
e non patiscono
se ne escono
con le ossa rotte!
Dopodiché appallottolò il foglio e lo gettò via.
Aspettando che quel folle si fosse allontanato, un altro uomo che era presente a quella scena a dir poco singolare, si avvicinò per raccogliere la carta da per terra e gettarla via. Incuriosito però, allargò il foglio malconcio e ne lesse il contenuto, rimanendone colpito.
"Molto idealista e filosofico, forse un po' troppo fiducioso nell'umanità, ma in effetti devo constatare che è un piccolo riassunto dell'arte del pensare bene, una sorta di manifesto."
Si allontanò con quel foglio in tasca, ricoperto da un fascinoso alone di mistero "E' firmato ma chi è l'autore? Cosa lo ha spinto a redigerlo? L'avrà smarrito o di proposito gettato?"
Arrivato a casa accese il computer e lo ricopiò fedelmente dandogli un titolo.
IL MANIFESTO DEL BUON PENSIERO
Lo lanciò in rete convinto che quel pensiero avrebbe potuto generare una riflessione nei lettori.
Ho gettato
un piccola pietra
in un grande lago.
Onde sferiche
si propagano
e si disperdono:
toccheranno le rive?
Solo il tempo ci dirà
_amico Karl_
il tuo pensiero
che effetto avrà.
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La Brutta Stagione
PoetryRaccolta di esperimenti poetici autunnali ed invernali, i quali avrebbero l'ardire di proiettarvi nell'affascinante mistero dell'esistenza attraverso i colori delle suddette stagioni. 🥇🥇🥇🥈🥉🏅