Generale Inverno,
vento siberiano
che gela ogni cosa,
vestito di pelli
si addentra il guerriero
con uno spadone a due mani
nel Palazzo d'Inverno
oscuramente illuminato
da fievoli candelabri.
Ha paura il soldato,
sa che lei si trova lì
ma non sa dove si nasconde:
chi dà la caccia a chi?
Di sorpresa gli si para davanti
silenziosa come uno spettro.
Lui è terrorizzato e raggelato,
Lei è incantevole principessa,
il viso bianco
un aracnide come spilla
le raccoglie i biondi capelli.
Lo prende per mano,
lo porta sui tetti verdastri
di San Pietroburgo,
dai quali giovani incoscienti
si tuffano nella Neva.
E allora lui capisce
che Lei è venuta a prenderlo,
perché nella vita
c'è un tempo per seminare
e un tempo per raccogliere,
ma in quella steppa
non cresce alcunché
perché il vento siberiano
brucia tutto quanto.
Sarebbe stato meglio
non seminare affatto
per poi perdere la ragione
interrogandosi sul senso
delle cose e della vita,
sul vuoto che l'anima divora
come fuoco della candela
che non vale mai il gioco
e consuma nel risentimento,
mentre la mano stringe
soltanto un pugno di neve
per l'ennesima volta.
Dunque perché no,
perché non prendere coraggio,
come si addice ad un guerriero,
e, mentre il fermacapelli
si muta in una vera tarantola,
senza temere il suo morso,
senza opporsi al destino,
afferrarla per il collo
baciando forse per l'ultima volta?
Generale Inverno,
la città è stretta d'assedio,
la battaglia non è ancora perduta,
ma un soldato ha disertato:
aveva mani abbastanza possenti
da reggere una spada,
tuttavia troppo piccole
per afferrare grandi sogni.
Gelido vento siberiano:
estremo anelito.
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La Brutta Stagione
PoesíaRaccolta di esperimenti poetici autunnali ed invernali, i quali avrebbero l'ardire di proiettarvi nell'affascinante mistero dell'esistenza attraverso i colori delle suddette stagioni. 🥇🥇🥇🥈🥉🏅