TUTTO L'AMORE CHE HO (1 LIBRO - LA SAGA DEI POWELL)

CAPITOLO 12

Decidendo che era necessario un diversivo, si chinò a raccogliere l'album e notò uno schizzo dell'interno della torretta.

"Cos'è questo?"

Gloriana batté le palpebre, come se stesse uscendo da una trance.

"Pensavo che sarebbe bello avere un sedile che corra sotto le finestre, lungo tutto il perimetro della torretta. Potrei starmene seduta quassù a disegnare o a guardare le navi e le barche nel porto."

Darion guardò lo schizzo, poi girò lo sguardo sull'interno della torretta.

"Quando intendi realizzarlo?"

Lei si strinse nelle spalle mentre si avviava giù per le scale.

"Non lo so... Probabilmente non prima della primavera."

Un'idea cominciò a germogliare nella testa di Darion mentre la seguiva fino alla cucina. Non occorreva più di una giornata per realizzare il progetto del sedile. Se avesse trovato il modo di allontanarla da casa il tempo sufficiente, sarebbe stata una bella sorpresa farglielo trovare già costruito. Forse l'avrebbe anche aiutato a rientrare nelle sue grazie.

"Che cos'hai in programma per l'ultimo sabato del mese?" le chiese, pensando ad un amico imprenditore edile che gli doveva un favore.

"Non saprei... Oggi pomeriggio c'è una mostra delle mie illustrazioni alla libreria del centro commerciale. Durerà un paio di ore... Forse questo mi porterà altro da fare..." rispose Gloriana, prendendo dal frigo il necessario per fare dei panini. "Perché?""

"Pensavo che sarebbe divertente passare una giornata facendo i turisti," rispose lui, riflettendo in fretta. "La mattina potremmo andare in battello a Fort Sumter e, nel pomeriggio, potremmo fare un giro al Charleston Museum."

"È da qualche anno che non vado in quei posti... Sarebbe bello visitarli prima che inizi la stagione turistica."

"Allora, perché non programmiamo le uscite per una settimana a partire da oggi?" propose Darion.

Il suo imprenditore edile di fiducia gli avrebbe chiesto una cifra extra per costruire il sedile con così poco preavviso ma, se serviva a rendere felice la sua piccola Glow, ne sarebbe valsa la pena. Lei smise di preparare i panini e lo guardò.

"Darion, non funzionerà..."

"Che cosa, piccola?"

"Se pensi che trasferirti qui e portarmi in giro mi farà cambiare idea sul fatto di sposarti, ti sbagli. So che cosa voglio ed è qualcosa che tu non puoi o non vuoi darmi. In entrambi i casi, non sono disposta ad accontentarmi di qualcosa di meno."

"Limitiamoci a divertirci, per cominciare," suggerì lui. "Ti prometto che non eserciterò nessuna pressione per obbligarti a fare qualcosa che non vuoi fare."

Mentre pranzavano, Darion rifletté su ciò che lei aveva detto. Sapeva che voleva che lui l'amasse, ma come poteva darle qualcosa che non aveva mai conosciuto? Durante la sua vita, non aveva avuto molti esempi di amore, men che meno durante il suo disastroso matrimonio.

Supponeva che sua madre lo amasse nei limiti delle sue capacità, ma la sua idea di dimostrarglielo si limitava ad un buffetto sulla testa o ad una banconota da cento dollari infilata nella tasca della giacca.

Con suo padre era andata perfino peggio. Le poche volte che Hunter Rogers aveva provato a mostrarsi affettuoso, lo aveva fatto con gesti goffi, che lo mettevano in un evidente imbarazzo.

C'era poi la loro cuoca, Rosemary, che non aveva mai fatto mistero di volergli molto bene, ma Darion non l'aveva mai sentita esprimere a parole quel sentimento. Guardando Gloriana attraverso la tavola, Darion sapeva che ci teneva a lei, ed era fuori dubbio che la desiderasse. Ma l'amore?