CAPITOLO 13

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"Chi diavolo può essere?" borbottò Gloriana, precipitandosi lungo il corridoio.

Nessuno, tranne la sua famiglia e Darion, sapeva che lei abitava lì, e Darion era uscito da più di un'ora per andare in ufficio. Attraversando l'atrio, si augurò che non fosse qualcuno della stampa o della televisione.

I giornalisti erano stati implacabili nei loro tentativi di ottenere un'intervista, al punto che, la settimana prima, sua madre aveva dovuto rinunciare a riunire la famiglia per la consueta cena domenicale e lo stesso sarebbe avvenuto per quella della domenica successiva.

Un giorno o due dopo che si era diffusa la notizia che suo padre era stato assassinato, Electa aveva rilasciato una dichiarazione secondo la quale la famiglia non sapeva niente di più della polizia e chiedeva rispetto per la privacy dei Powell mentre piangevano la morte di un loro caro.

Invece di placare le acque, si sarebbe detto che il comunicato stampa avesse alimentato la frenesia dei media. Perciò, guardando attraverso lo spioncino, si aspettava quasi di vedere un membro della stampa, ma niente l'aveva preparata a vedere, dall'altra parte della porta, Imogen Rogers.

Gloriana fu quasi tentata di fingere di non essere in casa o di non aver sentito il campanello. Suo padre l'aveva avvertita che, prima o poi, avrebbe dovuto vedersela con la madre di Darion e rimandare non avrebbe semplificato le cose.

"Buongiorno, ignora Rogers," la salutò, aprendo la porta.

La donna parve colta di sorpresa.

"Che cosa ci fai tu qui?" chiese, inarcando un sopracciglio con aria di disapprovazione.

"Mi sono trasferita la settimana scorsa," rispose Gloriana, notando che non c'era un'auto parcheggiata nel viale o lungo il marciapiede.

Che la donna avesse percorso a piedi la distanza di quasi un chilometro dalla sua casa, a East Battery?

"L'altra sera, tornando da una riunione del comitato che organizza gli eventi di beneficenza, ho visto delle luci, ma ero convinta che qualcuno avesse affittato la casa..."

Imogen scrollò il capo.

"Insomma... Non ha importanza. Che cosa intende farne tua madre?"

Gloriana avrebbe voluto risponderle che non erano affari che la riguardassero, ma non poteva ignorare le buone maniere che sua madre aveva cominciato ad inculcarle da quando era stata abbastanza grande da ascoltare... tra le altre, mostrare sempre rispetto per gli anziani, anche in presenza di un comportamento villano da parte loro.

"Mia madre non è la proprietaria della casa, signora Rogers," disse Gloriana, facendo del suo meglio per mascherare l'irritazione. "Io sono la proprietaria. Mio padre me l'ha lasciata nel suo testamento."

Rimase sorpresa vedendo che Imogen Rogers sorrideva.

"In questo caso, non dovremmo avere problemi per arrivare ad un accordo."

Gloriana non aveva idea di che cosa stesse parlando.

"Un accordo?!"

"La farò più semplice, ragazzina. Così che tu possa capire... Questa casa appartiene alla mia famiglia da secoli ed io la rivoglio," dichiarò la donna, come se il padre di Gloriana gliel'avesse rubata.

"Non è in vendita, signora Rogers," replicò lei con fermezza, cercando di mantenere la calma per non buttarla fuori in strada a calci.

Anche se una volta era stata così debole da lasciarsi manipolare dalle sue parole, Gloriana non le avrebbe permesso di intromettersi nella sua vita una seconda volta.

TUTTO L'AMORE CHE HO (1 LIBRO  - LA SAGA DEI POWELL)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora