CAPITOLO 10

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La luce del mattino aveva appena iniziato a filtrare da una fessura nelle tende quando Darion si svegliò, sorridendo soddisfatto nel sentire il morbido corpo di Gloriana rannicchiato al suo fianco.

La notte precedente era stata esaltante, e ancora non riusciva a capacitarsi di quanto gli fosse mancato il modo disinibito con cui Gloriana reagiva quando facevano l'amore. Lei era stata creata per lui... Ogni fibra del suo copro glielo diceva...

Si sollevò su un gomito per osservarla mentre dormiva serena al suo fianco. Gli era anche mancato svegliarsi la mattina, anche se non era successo spesso, con i loro corpi nudi a contatto.

Osservandola dormire, si accigliò. Non era sicuro che non lo disturbasse la facilità con cui si era abituato a piccoli particolari come svegliarsi accanto a Gloriana o come trovava piacevole l'abitudine che aveva di invadere la sua parte di letto, cercandolo... stringersi accanto a lui.

Non erano certo cose che gli mancavano della sua ex-moglie. Naturalmente, Luella avrebbe dovuto dormire con lui più di poche volte al mese perché si abituasse ad averla vicina nel letto.

Darion si sdraiò sulla schiena e intrecciò le braccia dietro la testa. La sua ex-moglie si era servita del sesso come un mezzo per costringerlo a comprarle diamanti o la piccola Ferrari rossa che usava per andare a fare shopping.

Altrimenti, dormiva nella camera padronale mentre lui trovava rifugio in un'altra stanza. Ma era un problema che non lo riguardava più, pensò con un senso di profonda soddisfazione. Era single e tale intendeva restare.

Lanciò un'occhiata alla donna che dormiva al suo fianco. Qualunque cosa ci fosse tra lui e Gloriana era speciale e, senza l'interferenza di sua madre, sarebbero rimasti insieme fino a quando lo avrebbero ritenuto opportuno. Poi, quando fosse arrivato il momento di smettere di frequentarsi, ognuno sarebbe andato per la propria strada, senza risentimenti o rimpianti.

Mentre si congratulava con sé stesso per come si era semplificato la vita, Gloriana si agitò al suo fianco. Si chiese se non stesse avendo un altro incubo, ma poi la vide alzarsi a sedere di scatto, respingere le coperte e precipitarsi in bagno come una furia.

"Che diavolo sta succedendo?"

Darion afferrò i boxer dal pavimento, se li infilò e andò a bussare alla porta chiusa del bagno.

"Va tutto bene, piccola?"

Quando lei non rispose, tentò di girare la maniglia, ma la porta era chiusa a chiave.

"Gloriana, che cosa sta succedendo? Apri questa dannata porta!"

"Ti... ti prego... Darion, va' via!" rispose lei, e subito dopo sentì che stava vomitando.

"Starò qui e aspetterò che tu apra la porta," disse Darion, chiedendosi che cosa avesse provocato quel malore.

Andando a prendere dall'armadio la sua vaporosa vestaglia rosa, passò in rassegna le possibili cause mentre aspettava fuori dalla porta chiusa. Non poteva essere avvelenamento da cibo perché avevano mangiato le stesse cose a pranzo e lui stava bene.

Forse si trattava di una reazione a scoppio ritardato alla notizia dell'omicidio del padre, alla quale si aggiungeva il circo mediatico fuori dalla casa di sua madre, e il fatto che la polizia intendesse interrogare la famiglia...

Quando alla fine, udì lo scatto della serratura, aspettò che uscisse, poi l'aiutò ad infilarsi la vestaglia e la condusse a sedersi sul bordo del letto.

"Torno subito, piccola," disse, andando in bagno per inumidire un panno.

Ritornato in camera da letto, si inginocchiò di fronte a lei e glielo passò sulle guance e sulla fronte.

TUTTO L'AMORE CHE HO (1 LIBRO  - LA SAGA DEI POWELL)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora