Ospedali: le mie paranoie pt 1

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Inizio dicendo che si, oggi ho pubblicato due volte ma solo perché domani non potrò farlo nemmeno una volta. Ci saranno dei giorni in cui pubblicherò anche tre capitoli e giorni in cui non ne pubblicherò nemmeno uno. Spero nonostante questo di essere il più costante possibile. Detto questo, iniziamo. 

Con questo capitolo si apre un'argomento che tratterò molto dal momento che è davvero importante per me. E' sicuramente un tema pesante e non mi vi obbligo di certo a leggere le parti che lo tratteranno. (non vi obbligo a leggere nulla, ovviamente :) )

Gli ospedali per me hanno sempre rappresentato tutto l'opposto di quello che quello che rappresentano per la maggioranza delle altre persone. Ciò che alla gente incute paura, timore, ansia, a me dà un senso di tranquillità, sicurezza. Fin da piccola, i miei genitori mi portavano al pronto soccorso per qualsiasi cavolata. Cadevo? Mi sbucciavo il ginocchio? Dicevo di vedere male? Pronto soccorso. Si, c'è da dire anche che in effetti io mi facevo sempre male. Nel corso dei miei sedici anni, mi sono rotta 6 ossa. Altro fattore che magari non centra nulla, magari fa tutto, fin da piccola ho sempre guardato grey's anatomy. Perciò si, gli ospedali mi sono stati da sempre familiari. 

Il problema è nato dopo che, il 4/6/2020 sono stata ammessa con codice giallo ( CODICE GIALLO: mediamente critico, potenziale pericolo di vita, prestazioni non differibili) al pronto soccorso della città accanto alla mia. Dopo aver passato due giorni in OBI (osservazione breve intensità), mi ricoverano all'ospedale Regina Margherita di Torino per un mese e 10 giorni. 

Chiaramente non vi sto qui a dire i motivi per qui questo è successo. Vi dico solo che da quel maledettissimo giorno, ogni volta che vedo un'ambulanza, un ospedale (o meglio, QUELL' ospedale) o anche semplicemente quando vado a fare gli esami del sangue, mi tornano in mente quei momenti in cui tutti erano lì per me, nessuno escluso. Quei momenti in cui stavo bene (mentalmente, ovvio) perché sapevo che non ero da sola a combattere questa battaglia. E si, ho bisogno delle prove reali, dei gesti, anche in casi estremi, non delle parole.  

Se ve lo stesse chiedendo, si, ora sto meglio. Il mio percorso di guarigione non è ancora completo ma ho fatto molti passi avanti, o almeno questo è quello che dicono. Capisco se da questo capitolo vi sembrerò una pazza con svariati problemi mentali MA questa è la mia storia, purtroppo o per fortuna, e ho deciso di condividerla per tener traccia dei miei miglioramenti nel corso del tempo.

Ma dunque, come fare per alleviare questa mia "ossessione" per gli ospedali? Esiste un modo sano, che non preveda di farsi del male, per stare nell'ambiente e magari anche aiutare gli altri?  OVVIO CHE SI! E questo metodo si chiama Volontariato Alla Croce Rossa Italiana!!!! :) Ma di questo ne parleremo in un altro momento.  

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