5

35 7 0
                                    

"Mimí sei meravigliosa"
Quasi sul punto di piangere, mia madre portò le mani verso le labbra in segno di stupore.
Mi guardai allo specchio e quasi non riuscii a riconoscermi: il mio esile corpo era adornato da un semplice vestito color crema che fasciava il busto in maniera perfetta per poi proseguire con una gonna più morbida; non era molto lungo, arrivava più o meno alle ginocchia.

"Non sai cosa abbiamo fatto per poterlo comprare, è tessuto pregiato!" - aggiunge poi studiandomi ancora più attentamente e notando che qualcosa mancava.

"Piuttosto che spendere lo stipendio di papà in un matrimonio a cui io stessa sono contraria, avreste potuto metterli da parte... sono sicura che non sarà un bel vestito a stupire quegli altezzosi-"

"Mimì non è questa l'educazione che ti ho impartito! Stai parlando della tua futura famiglia, modera il linguaggio, sii una signorina..." - mi rimproverò la donna mentre era intenta a stringere ancora di più la parte superiore dell'abito.

"Non saranno mai la mia famiglia, mamma! Non mi potranno nemmeno vedere...e ti prego non stringerlo ancora, non riesco a respirare!" - esclamai sentendomi il respiro mancare a causa degli spilli applicati dalla donna.

"Quanto ti lamenti oggi...chissà da chi hai preso, figlia mia. Ecco fatto, ora sei perfetta! Guarda che vitino stretto che ti fa!"

Era il giorno dell'incontro prematrimoniale e la mamma era fuori di sé, nessuno poteva calmare i suoi nervi quindi cercai di non mettere paglia sul fuoco e non la stuzzicai, rimasi pacata e anche fin troppo tranquilla. Ero sicura che questo matrimonio non avrebbe mai preso luogo, i nobili non si sarebbero mai abbassati a sposare qualcuno così "infimo" come una semplice paesana, non avevo nulla da offrirgli, non avevo soldi, titoli...nulla che al tempo avesse un valore.

L'intero soggiorno a Milano ci era stato offerto dalla famiglia dei Park e per quanto avessi visto poco, sembrava davvero la città del futuro. Durante il viaggio verso la villa, guardai fuori dal finestrino della vettura ammirando le luci e la meraviglia che Milano ci stava offrendo.

"Mimì cerca di comportarti in maniera impeccabile, te ne prego. Tu non vuoi vedere la tua povera madre nelle braccia della morte, non è così?"

"Mamma smettila di essere melodrammatica, stai tranquilla, l'ultima cosa che voglio fare è dare soddisfazione a quella famiglia di altezzosi."








*





La villa era mozzafiato: una struttura imponente con decorazioni tipicamente gotiche che arricchivano la facciata principale oltre alla quale iniziava un porticato sorretto da colonne corinzie. Potevo solo immaginare la loro ricchezza...

"Vergine Maria guidaci tu! Guarda che meraviglia Mimì, pensa che tra poco apparterrà a te!" - la mamma comincio a scuotermi il braccio con occhi sognanti.

"Mamma, non è ancora detto..."

"Smettila di essere pessimista, fai una preghiera ed entriamo...che Dio ci aiuti"

Prima di entrare effettivamente nella villa, fummo accolti da Guido, il maggiordomo della famiglia Park che ci guidò verso la sala principale dove si sarebbero tenuto il pranzo, o da loro chiamato "Rinfresco mattutino".

La sala pranzo era maestosa, adornata da diversi mobili pregiati con dettagli dorati e le cui pareti immacolate erano occupati da stupendi dipinti e ritratti che catturarono da subito la mia attenzione, uno in particolare: rappresentava un giovane di bell'aspetto, dai tratti asiatici e capelli scuri perfettamente sistemati. Eppure non era l'aspetto ad avermi colpita, ma le sensazioni che trasmetteva, tristezza ed inquietudine.

"Ah, vedo che siete già arrivate" - venni distratta dalla voce di una donna bellissima, non sembrava nemmeno reale. Aveva i capelli raccolti in maniera immacolata, un corpo snello avvolto da un abito che ho avuto occasione di vedere solamente nelle riviste di moda.

"Buongiorno Contessa, è un onore per noi fare la sua conoscenza" - biascicò mia madre in preda al nervosismo. "Porgi il tuo saluto, Mimì" - sussurrò poi a denti stretti fingendo un sorriso.

"Piacer di conoscerla Contessa, siete davvero incantevole come dicono tutti" - dissi mascherando il mio fastidio con un flebile sorriso.

"Ah, tu devi essere Milena...sei molto,,," - si portò l'indice sotto il mento analizzando ogni angolo del mio corpo mettendomi non poco a disagio.

"...semplice, non è comune ritrovare questa...chiamiamola qualità nelle nostre compagnie, gioverà sicuramente a Jimin" - continuò e successivamente si girò per avvicinarsi all'enorme tavolo posto al centro della sala.

'Dovevo prenderlo come un complimento?!' - pensai e cercai uno sguardo d'intesa con mia madre che non arrivò mai, era troppo impegnata a compiacere la contessa.

"Ma vi prego, sedetevi, credo che Jimin impiegherà un po' ad arrivare...sapete come sono i giovani, hanno altre esigenze" e si lasciò sfuggir una leggera risatina che venne poi accompagnata da quella della mamma.

Provai a nascondere il disgusto che stavo provando: eravamo lì da pochi minuti e avevo già assistito alla falsità e all'ipocrisia di quella famiglia.

"I suoi genitori non potranno partecipare, sono in un voyage a New York per questioni lavorative, spero che per voi non sia un problema"

"Oh, ma si figuri, la cosa importante è che Milena ed il signorino possano incontrarsi."

'Dio, mamma! Cosa stanno sentendo le mie povere orecchie' - portai gli occhi al cielo e continuai a guardare il ritratto di prima. Mi affascinava.

"Quello è Jimin."

"Come scusi?"

"il giovane nel ritratto, è Jimin, il tuo promesso sposo"

Rimasi sorpresa della rivelazione e quasi mi maledissi per aver ammesso di esserne affascinata.

"è molto bello...il ritratto intendo."

"Credimi cara, lo so bene. Jimin è una calamita per le donne, sia nubili che non..." - ammise con un pizzico di esasperazione.





"Scusate il ritardo signor e signorine, spero di non avervi fatto attender troppo a lungo"

'Che il gioco abbia inizio'

60's  - PJMDove le storie prendono vita. Scoprilo ora