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ATTENZIONE: CONTENUTO SPINTO.
(Salta questo capito se ti mette a disagio o infastidisce).

Milena fissava la parete spoglia della sua stanza. Si stava interrogando sui motivi del suo comportamento durante la sera precedente.
Dopo interminabili secondi arrivò alla conclusione che il senso di fastidio che provò nei confronti del marito era una conseguenza all'inadeguatezza che provava ogni qualvolta parlasse con una personalità dell' élite milanese, così spocchiosi e pieni di pregiudizi...
Si, sicuramente era dovuto allo stress del momento, non esisteva altra spiegazione...
Ad un tratto il suo flusso di pensieri venne interrotto da un rumore provenire dal corridoio. Milena allertata, si precipitò alla porta per aprirla e trovò suo marito con la cravatta allentata è la camicia sbottonata.
"Jimin che suc-" la ragazza non riuscì a concludere la frase che il giovane nobile si fiondò sulle sue labbra rosee. Milena rimase scioccata da quel gesto ma il sapore dolce di quel bacio la fece sciogliere completamente tra le sue braccia. Non appena Milena acconsentì, Jimin approfondì quel contatto così peccaminoso: le loro labbra erano come dei pezzi di puzzle perfetti che combaciavano perfettamente tra di loro, le loro lingue giocavano per predominare l'una sull'altra e le mani di lui non trovavano pace. Prima di rendersene conto la ragazza si ritrovò priva dell'abito che le cingeva il corpo, con le mani dell'uomo che le accarezzavano ogni centimetro di pelle facendo ansimare la giovane.
Era la prima volta per Mimì, almeno la prima volta da completamente cosciente, e quelle sensazioni relativamente nuove, la facevano impazzire.
Jimin la fece stendere sul letto e le inondò il corpo nudo e morbido di baci sempre meno contenuti.
Milena stringeva i suoi capelli biondi tra le mani, spingendo il suo capo sempre più verso il suo seno prosperoso. Sapeva bene che ciò che stavano facendo fosse sbagliato eppure la sua mente era completamente annebbiata dall'adrenalina e il senso di piacere che stava provando.
"Mimì ho bisogno di te..." sussurrò con voce roca il nobile.
Mimí...non l'aveva mai chiamata così, era la prima volta. Il cuore della ragazza scoppiò liberando un'infinità di brividi che le percorsero il corpo. Perse completamente la lucidità.
Prese il viso del ragazzo con entrambe le mani e lo baciò con foga. Lui si liberò dei suoi vestiti e incominciò ad accarezzare l'intimità di lei per prepararla all'atto. Milena non riusciva a contenere i gemiti di piacere che quel gesto le provocava, era tutto così nuovo e affascinante per lei. Era affamata e voleva di più.
"Jimin...d-di più"
Lui si morse il labbro nel sentire quella frase così peccaminosa uscire dalla sua bocca e non se lo fece ripetere due volte.
Entrò in lei lentamente per evitare di farle del male e la guardò; aveva un'espressione di leggero fastidio ma terribilmente eccitante così Jimin le baciò la fronte e aspettò che quella smorfia diventasse un'espressione di puro piacere. Quando questo successe, Jimin non perse tempo e riprese il suo ritmo. Milena sembrava essere al settimo cielo, vogliosa di raggiungere il suo culmine, lo spinse sul materasso invertendo i ruoli e cominciò a cavalcarlo aumentando il ritmo delle spinte.
"Mimì...mi fai impazzire" sussurrò Jimin stringendo le cosce della ragazza e lasciò cadere il viso all'indietro, in segno di pura estasi.
I due raggiunsero il culmine e Milena non riuscì a trattenere l'urlo di estremo piacere.
"Jimin!!"

Il sole illuminava la sua pelle impregnata di sudore, Milena infastidita dai raggi luminosi si svegliò. Notò subito quanto la sua vestaglia fosse sudata e come le sue mani stringessero i lembi di lenzuolo bianco. Confusa, si alzò per mettersi a sedere e realtà la colpì all'istante: è stato tutto un sogno.
Un sogno erotico. Con Jimin.
Sentì il viso diventare paonazzo dalla vergogna. Per lei la dimensione sessuale era ancora sconosciuta e rappresentava un taboo che non aveva mai provato a rompere. Eppure quella notte diede sfogo a tutte le fantasie represse fino a quel momento. Era avida dei suoi baci, del suo tocco, dei suoi gemiti e delle sensazione che lui sapeva darle.
Realizzato ciò si coprì il viso con il cuscino nella speranza di poter scomparire.
"Non è possibile".
Ad un certo punto, un pensiero si insinuò nella sua testa: e se qualcuno avesse sentito le sue urla? E se quel qualcuno fosse stato Jimin?!
Milena affondò ancora di più la testa nel cuscino, sbattendo i piedi per aria in segno di pure frustrazione.
"NON È POSSIBILE!"

"Le piace proprio urlare..."

60's  - PJMDove le storie prendono vita. Scoprilo ora