Mimì's pov
Una sensazione di calore pervase il mio esile corpo rannicchiato tra le morbide coperte del letto che lasciavano intravedere alcuni lembi di pelle nuda.
Per la prima volta dopo mesi, mi sentii serena, cullata dai raggi del sole e dal cinguettio degli uccellini che inaugurarono l'inizio di quella che si prospettava essere una bella giornata.
Piano piano la mia dormiveglia cominciò ad attenuarsi permettendomi di aprire lentamente gli occhi e di abituarmi all'imponente luce mattutina che non sembrava volesse farmi dormire. La prima cosa che notai fu l'immenso specchio al centro della stanza: aveva una bellissima cornice dorata, simile a quelle che si incontrano nei palazzi rinascimentali. In quel momento compresi di non trovarmi nella mia camerata a Roma e quasi come fosse un flashback, ripercorsi nella mia mente tutti gli eventi di ieri, comprendendo il perché io mi trovassi in quella camera. Quasi disorientata e con una forte emicrania, sollevai il busto e lo appoggiai alla fredda testata de letto, ma così facendo, feci erroneamente scivolare il lenzuolo sottile dal mio corpo, scoprendo completamente la parte nuda del mio corpo. Per un attimo rimasi perplessa e confusa, non compresi il motivo del mio stato in quel preciso momento, ma ad un tratto mi parve di sentire dei mugolii rivenire dal lato opposto del letto quindi, quasi spaventata, mi voltai e con mia immensa sorpresa trovai Park Jimin, l'uomo che dovevo odiare con tutta me stessa, causa prima della piega infelice che aveva preso la mia vita.Sgranai gli occhi incredula e mi tappai la bocca con le mani per evitare di scacciare un urlo che sarebbe stato in grado di svegliarlo e di conseguenza, creare una situazione imbarazzante.
'Perché è nel mio letto? Per quale assurdo motivo sono nuda accanto a questo uomo?' - erano alcune domande che si ripeterono nella mia testa.
Con un tonfo al cuore per la paura e il timore di sapere quello che era successo la notte prima, mi guardai un po' attorno per comprendere come muovermi: non volevo che Jimin potesse potenzialmente vedermi spoglia e oltretutto non volevo svegliarlo. La mia intenzione per il resto dei mesi era quella di evitarlo il più possibile eppure mi trovavo nel suo stesso letto dopo neanche un giorno dal matrimonio.
Notai una camicia sul pavimento e, cercando di coprirmi il più possibile, la presi e la indossai per poi, cautamente, uscire dalla stanza.
Non sapevo minimamente verso che direzionò orientarmi quindi decisi di andare alla cieca, cercando una qualsiasi stanza dove poter ricominciare a respirare.
L'interno era molto sontuoso, meno della villa dei Park, ma comunque fin troppo grande e sfarzoso per lo stile di vita a cui ero abituata.
Le pareti erano bianche, decorate con tantissimi dipinti e quadri con cornici di legno intarsiato e dorate. Alcune sale più grandi, probabilmente adibite per i pasti, avevano grandi e luminosi lampadari. Ma la parte che più mi stupii fu la terrazza, che si poteva ammirare dall'interno della struttura attraverso una grande vetrata.
La terrazza era ricca di fiori e alberi colorati, foglie di un colore verde intenso; al centro vi era un tavolo colmo di prelibatezze e accanto, un piccolo laghetto di acqua limpida.
Mi avvicinai ai dolciumi posti sul tavolo: notai subito la variegata gamma di biscotti e di tortine ma la metà delle cose presenti non le avevo mai viste né assaggiate prima d'allora.
"Ti piace? Ho chiesto ieri sera alle domestiche di farci trovare tutto pronto"
Sussultai spaventata dall'ingresso dell'uomo che, come se nulla fosse, si mise a sedere con indosso il suo solito completo elegante.
'Allora era già sveglio' - pensai.
In preda ad uno stato di imbarazzo per le condizioni in cui ero, ossia con solo una misera caminai bianca addosso, cercai di fare ill possibile per non incontrare il suo sguardo, mi sarei sentita ancora più umiliata.Jimin si accorse del mio imbarazzo e mi fece notare la coperta posizionata sulla sedia a me destinata.
"Puoi appoggiare quella sulle tue gambe se ti senti a disagio, ieri non ho fatto in tempo a mostrarti la tua stanza con i relativi cambi quindi immaginavo potessi avere problemi questa mattina." - disse disinvolto mentre addentava quello che sembrava essere uno dei biscotti al burro più buoni che io avessi mai visto.
Invogliata più dalla fame che dalla compagnia, mi sedetti posando la morbida coperta sulle mie gambe nude e in silenzio continuammo la nostra colazione. I dolciumi erano deliziosi, ogni volta che percepivo il loro dolce sapore mi sembrava di accedere a una delle vie verso il paradiso, sempre se questo esisteva veramente.
Il mio itinerario felice venne nuovamente interrotto dall'uomo di fronte a me il quale mi pose una domanda che mi lasciò quasi perplessa.
"Come ti senti?" - per la prima volta in quella mattina, il mio sguardo incontrò il suo; quei suoi occhi taglienti e gelidi sembravano trapelare un velo di preoccupazione nei miei confronti che cercò in tutti modi di tenere nascosta discostandosi dai miei occhi e focalizzandosi sulla sua bollente tazza di tè.
Sorpresa, non tardai a dare una risposta positiva all'uomo che avevo di fronte il quale annuì con il capo, in segno di comprensione.
"Bene. Oggi non ci sarò per tutta la giornata, ho degli impegni lavorativi. Comunque sia le domestiche ti mostreranno ogni angolo della villa e ti spiegheranno tutto. Ora se permetti..."
Mi prese la mano occupata ad impugnare un'altra millefoglie e vi lasciò un tenero bacio.
"Buona giornata, Signora Park"
STAI LEGGENDO
60's - PJM
FanfictionSono gli anni Sessanta e al contrario dallo scenario abituale di quel tempo, Mimì non pensava minimamente al matrimonio, aveva ben altri progetti ma il destino non sembra essere dalla sua parte. Park Jimin era il rampollo di una delle famiglie più...