CAPITOLO 47

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ISABELLE

Ad ogni piccola tensione o anche solo per una lieve discussione in queste due settimane ho avuto alti e bassi, mi bastava una parola di troppo per crollare, oppure un ricordo veloce per farmi crogiolare nel ricordo dei miei genitori. Una ferita che penso non guarirà mai.

Non sono mai stata così e questo casino, questa baraonda che mi scombussola i pensieri e le emozioni mi sta mandando completamente in pappa il cervello, io ho sempre vissuto in tranquillità perchè con il tempo impari a crearti il tuo equilibrio, ma ora è come sè in quel "equilibrio" si fosse formata una crepa che, come in un vinile, rovina l'intera melodia.

Raramente vedo le mie amiche, un po' perchè comunque loro lavorano e un po' perchè sento la necessità di rimanere sola, affliggere altri con i miei problemi mi fa sentire un peso e non voglio che questo accada, prendermela con altre persone solo perchè non riesco a gestire i miei crolli emotivi sarebbe sbagliato, quindi preferisco rimanere sola. Anche sè poi alla fine non lo sono mai veramente.

Con Miller sembra di stare su un'altalena, io sono seduta che mi stringo alle catene che l'appendono e lui mi spinge facendomi volare. E' capace di farmi sentire leggiadra come una farfalla nell'aria quando mi tirà su ogni volta che crollo, che sto per buttare tutto a puttane e farla finita; poi però ritorno con i piedi a terra, quel senso di nausea e delusione che provai quella sera torna a farsi sentire ed io mi ricordo di quando possa essere sbagliato per me, quanto tutto ciò mi stia rovinando.

Sarà la mia rovina quell'uomo, ne ho la più piena certezza, ma allora perchè sento il continuo bisogno di stringere solo e soltanto la sua mano? Perchè trovo quiete e serenità solo quando lo sento accanto? E perchè continuo ad amarlo anche dopo tutto questo?!

Lo so, sono una stupida, ma ormai ho perso il conto delle cazzate che ho fatto e che sto facendo.

Non mi riconosco più, quando mi guardo allo specchio vedo solo un mostro che non sa più che volto abbia.

Spavento chiunque, le mie paure, le mie allucinazioni continuano a spaventare non solo me ma anche tutti coloro che mi circondano; a lavoro penso che ormai mezzo ufficio mi consideri pazza ed io ho cercato in tutti i modi di non tornarci più, l'architettura è sempre stata la mia vita ma non posso permettere che l'impresa ne risenti. Ma ovviamente non mi è stato possibile farlo perchè quel testardo del moro mi continua a trascinare con lui anche contro la mia volontà. "Possono anche licenziarsi tutti, non me ne fotte un cazzo, tu verrai con me." Questo mi ripete intestardito ogni volta che tento di sfuggirgli, che poi "sfuggirgli" è una parola grossa, cammino sì, mi reggo in piedi ma ho continui giramenti di testa quindi non faccio mai troppi sforzi.

Ad esempio adesso sono in ufficio, ho buttato già una decina di fogli accartocciandoli e buttandoli snervata nel cestino ormai pieno, non riesco a disegnare, mi trema la mano e questa cosa mi sta dando un fastidio immane. <<Trav non ci riesco, basta!>> Sancisco sfiancata strappando anche l'ultima bozza e lanciandola incazzata nel cestino con un ringhio, non riesco nemmeno più a disegnare, come posso tornare a lavorare come dice quell'altro cretino?

Il rosso di fronte a me sospira paziente scuotendo il capo, è venuto nel mio ufficio appena ha finito di lavorare, è sera, e così appena ha finito di firmare le ultime cose mi ha detto che avrebbe tanto voluto passare del tempo con me come facevamo prima dell'incidente. Soli ridendo e scherzando chiacchierando del più e del meno. Fin dall'inizio parlare con lui mi ha sempre rilassato, lui mi capisce e mi sento compresa quando gli confido qualcosa. <<Che ragazzina capricciosa.>> Commenta sarcastico scoppiando a ridere quando gli tiro la matita facendo il broncio come i bambini, mi prende in giro da tutto il tempo, è lo stronzo più adorabile che possa esistere a questo mondo.

Sick attraction 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora