Capitolo 3

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-perché sei qui se non vuoi lavorare?- Egon si sedette a una panca in modo da essere perfettamente difronte alla bionda della scenata di quella mattina che invece di essere in cucina come doveva se ne stava a non fare niente al centro della radura.

-non sono fatti tuoi e poi non accetto prediche a chi non rispetta le regole-

-mi sarò pure fatto riconoscere per il fatto che indosso dei gioielli preziosi ma diversamente da te non mi sottraggo al lavoro e non protesto perché so quello che dobbiamo fare qui. Sono certo che oltre a noi due ci siano tanti antri nobili che stanno facendo lo stesso, non puoi essere l'unica che non lavora-

-come ti ho detto prima non accetto prediche da te- ringhiò la bionda osservandosi le unghie ben curate della sua mano mentre Egon sbuffava.

-vattene allora, non ci aiuti se fai così- concluse il moro alzandosi ma venne bloccato dalla voce della bionda:

-per voi uomini è più facile-

-come scusa?-

-per voi è più facile! Noi ragazze nobili non facciamo questi lavori sporchi- concluse la bionda guardandosi intorno e incrociando le braccia al petto.

-no che non lo è. Io personalmente non ho mai fatto nulla di quello che si fa qui, anche la caccia non l'ho mai praticata. Ma mi sono messo in gioco provando a lavorare nell'orto per dare una mano. Fai una prova, di che sei alle prime armi ma non startene qui senza far niente- concluse il moro porgendole la mano destra al cui anulare teneva un anello d'argento con incastonati dei rubini tutto intorno in modo che l'argento si vedesse solo come contorno. La ragazza osservò quella mano per un po' prima di prenderla ed alzarsi dalla panca per poi seguire il moro verso l'edificio di pietra che fungeva la cucina.

-sei fidanzato?- chiese la ragazza che non era rimasta per niente indifferente alla bellezza del moro e a tutti i suoi gioielli, era la preda perfetta.

-no e se me lo stai chiedendo perché vuoi esserla tu per il mio patrimonio stai perdendo tempo. Non solo il primogenito ergo non riceverò nessun patrimonio dalla mia famiglia- la anticipò Egon che sentì immediatamente dopo la mano della ragazza sgusciare dalla sua presa.

-sei inutile- ringhiò lei palesemente arrabbiata anticipandolo di qualche passo mentre Egon sospirava, doveva aspettarselo. Arrivati vicino alle cucine fu proprio il moro ad aprire la porta facendo in quel modo tintinnare i due bracciali che aveva al polso destro e che fecero ovviamente voltare verso di loro tutti i presenti.

-scusate l'interruzione- disse Egon guardando una ad una le ragazze per poi soffermarsi sul biondo che quella mattina aveva riso per poi spostarsi e far entrare la bionda che era rimasta più indietro una volta arrivati davanti alla porta. -vi ho portato una persona- aggiunse poi mentre la bionda lo sguardava male. Nessuno dei presenti disse niente e nel più completo imbarazzo Egon salutò e se ne andò da quel luogo il più velocemente possibile, aveva anche lui il suo lavoro da fare no? L'aver però scoperto che il bel biondo lavorasse in cucina era stata un'ottima cosa visto che era troppo concentrato a farsi spiegare i compiti per l'orto per accorgersi di dove era andato a finire il biondo.

-dov'eri?- gli chiese il ragazzo castano che aveva fatto i turni vedendolo arrivare solo in quel momento mentre gli altri avevano già iniziato da tempo a lavorare la terra.

-sono andato a parlare con la nobile bionda che oggi ha fatto storie, l'ho convinta ad andare in cucina invece di starsene ad oziare puoi chiedere anche ai ragazzi in cucina- disse Egon per giustificarsi. Certo sapeva di essere arrivato tardi ma lo aveva fatto per una buona causa no?

-grazie per la tua opera di carità ma adesso ci serve aiuto per arare quella parte quindi mettiti a lavoro- concluse il castano facendo sospirare Egon che non si fece ridire le cose due volte visto che raggiunse immediatamente gli altri ragazzi che diversamente da lui stavano lavorando già da un bel po'. Prese un piccone e si mise a lavorare. La stanchezza iniziò a farsi sentire quasi subito ma Egon continuò a lavorare nonostante le braccia gli stessero chiedendo pietà.

Fu grato, davvero molto grato, quando sentì alcuni ragazzi che erano andati a chiamarli dire che era pronto il pranzo. Con molta calma il moro rimise il piccone al suo posto e camminò verso il centro della radura dove si trovavano le panche. Egon si chiese se ci fosse un posto del genere anche al coperto perché di certo non potevano sempre avere belle giornate come quella e la pioggia sarebbe potuta arrivare e sorprenderli in qualunque momento.

-abbiamo una mensa al coperto?- chiese proprio Egon una volta che tutti si furono seduti ai vari tavoli pronti a mangiare quello che avevano cucinato i ragazzi, di certo non sarebbe stato un banchetto come quello ai quali era abituato di solito al palazzo ma il cibo presente nella sua ciotola non sembrava per niente avere un brutto aspetto, anzi tutto il contrario.

-vuole mangiare lontano dalla plebe vostra altezza?- gli chiese un ragazzo con scerno mentre tutti iniziavano a guardarlo male dopo il comento poco carino.

-no, volevo sapere se in caso di pioggia o comunque di tempo brutto avessimo un posto dove porte mangiare senza contaminare il cibo- rispose a tono Egon che non era per niente felice di quel comportamento nei suoi confronti, okay che era un nobile ma non così tanto fizzoso.

Le sue parole parvero riscuotere tutti che iniziarono a parlare animatamente tra di loro chiedendosi se ci fosse un posto del genere e soprattutto dove. Nessuno prima di lui ci aveva minimamente pensato e la cosa sorprese non poco Egon.

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