1. La lettera di Minerva

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Harry Potter rileggeva la lettera davanti al caminetto acceso, a Grimmauld Place. La grafia della professoressa McGranitt faceva capolino sulla pergamena fresca in un ordinato turbinio d'inchiostro. Le lettere sembravano ancora più impeccabili e le parole assumevano una singolare eleganza rilette in piena notte, alla luce di una viva fiamma. Forse perché era quella la circostanza in cui erano state pesate e impresse nella pergamena.
Quando era arrivato in ufficio, quella mattina, tutti si erano voltati verso di lui e aveva subito capito perché: sulla soglia spalancata Fanny, la fenice che per molti anni era appartenuta al professor Silente, lo osservava da sopra lo scrittoio più vicino, oltre gli svolazzanti promemoria di carta e i raccoglitori colorati. Portava con grazia con una lettera nel becco, una lettera per lui, firmata Minerva McGranitt.
Aveva letto il messaggio in ufficio ma aveva deciso di rifletterci sopra nuovamente a fine giornata, a casa.

"Caro signor Potter,
Innanzitutto voglio complimentarmi per l'impegno con cui ha perseguito la sua carriera di Auror, ottenendo la carica di Primo Auror per ben tre anni di fila.
Per usare un'espressione comune si può dire che "il tempo vola" ed è arrivata l'ora che mi dimetta dal mio incarico di preside di Hogwarts. Le mie condizioni di salute sono precarie e se non mi affrettassi a contattare i candidati che ho scelto per sostituirmi, temo che lascerò la nostra amata scuola in una assai incresciosa situazione. Per scongiurare questa eventualità dovrò partire per un lungo viaggio in Tibet alla ricerca di Vilmond De Gant, il noto mago alchimista. Se lui non dovesse accettare di diventare preside dovrò esaminare gli altri tre candidati che ho scelto, prima di fare ritorno.
Ora veniamo alla mia richiesta, Signor Potter: con questa missiva le propongo di assumere il ruolo di preside ad interim fino all'arrivo di un nuovo preside.
Dato che al momento la scuola necessita di una solida guida, a maggior ragione mi sento in dovere di cedere l'incarico ad un collega più giovane di me. Non posso rischiare di ricoprire il mio incarico con inadeguatezza proprio ora.
Capisco che non è una scelta che prenderà a cuor leggero e voglio che sappia che non la biasimerò affatto se decidesse di concentrare invece le sue energie ed il suo tempo sul suo lavoro o sulla sua meravigliosa famiglia. In tal caso cercherò un altro candidato."

Il pensiero di Harry era subito corso ai suoi tre figli: James, Albus e la piccola Lily.

E Ginny.

Il suo cuore si fece pesante, pensando che ancora non le aveva detto niente della lettera.
Era da tempo che non avevano un minuto libero, tra il lavoro e i ragazzi... Ora che due di loro sarebbero stati fuori casa per qualche mese Harry contava di poter passare più tempo con lei ma aveva scoperto che il nuovo incarico della moglie alla gazzetta del profeta la teneva piuttosto impegnata.

L'auror sbadigliò, stropicciandosi gli occhi da sotto gli occhiali tondi. In un giorno qualsiasi sarebbe già stato tra le braccia di Morfeo da ore.

L'orologio del salotto sembrava guardarlo con aria di disapprovazione da sopra il caminetto: era stato il regalo di nozze da parte del padre di Ginny, Arthur Weasley. Il marchingegno magico era pieno zeppo di indicazione e scritte, anche se non dava di certo indicazioni sull'ora, ma Harry immaginò che fosse da poco passata la mezzanotte. Sette piccole lancette erano puntate nelle direzioni più disparate, segnalando la posizione dei membri della sua famiglia: La sua e quella di Ginny erano fisse su "casa", leggermente discostate, a ricordargli di sfuggita che lui era lì invece di abbracciarla mentre dormiva. Quella di Lily pendeva su una casella tutta fronzoli con sopra scritto "Hogwarts", quella di Albus sfiorava un cartellino che recitava "amici" e le due di Ron ed Hermione erano separate: dopo l'ennesimo litigio lei era tornata a vivere con i genitori babbani e lui era rimasto a Londra, a dirigere il negozio dei tiri vispi Weasley insieme a George. La lancetta di James pendeva inerte appoggiata alla cornice tonda del quadrante perché al momento stava conducendo un tirocinio notturno all'estero, seguendo le trattative tra auror e un clan di vampiri in Andalusia.
Ad Harry sarebbe bastato osservarla per sentirsi rincuorato, dato che da molto tempo nessuna di quelle lancette puntava sulla temibile didascalia "pericolo mortale".

Il ritorno dell'erede di SerpeverdeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora