Harry finì di cenare velocemente e scambiò solo qualche chiacchiera con i commensali, prima di ritirarsi tra le lamentele di tutti. Malfoy gli rivolse uno sguardo di rimprovero, prima di dirgli in tono offeso:
-Te la svigni già? E i miei mollicci, Potter?-
-Ci metto poco, ci vediamo fuori dalla tua aula tra una ventina di minuti.-
Prima di lasciare la sala lo sentì mugugnare qualcosa riguardo al fatto che così si sarebbe perso il dessert, ma alzò gli occhi al cielo e non si voltò per ribattere.
Madama Chips lo accolse all'ingresso dell'infermieria, con un'espressione di disappunto in viso. Sapeva che gli avrebbe impedito di parlare con Claw per un altro giorno ancora.
Harry estrasse il sacchetto di liquirizie dalla tasca e lo tenne davanti a sé, imbarazzato, quasi facendosene scudo.
-Questo è per la signorina Dalifree. Da parte di Horas... dal professor Lumacorno. Come sta ora?-
La donna lo guardò, con in viso un'espressione indecifrabile, poi si fece da parte e gli fece cenno di entrare.
-Cinque minuti, poi deve riposare, professor Potter.- gli sussurrò. Ormai le luci dell'infermeria si stavano oscurando.
-La prego, mi chiami pure Harry.- sussurrò lui di rimando, mentre la donna lo precedeva per avvisare la ragazza.
Era seduta a letto, indossava ancora l'uniforme scolastica e il pigima grigio scuro era piegato sopra le coperte. La sua portura era rigida, il suo sguardo freddo. Per un attimo il cervello di Harry gli giocò un brutto scherzo, sovrapponendo al volto femminile e spigoloso di lei quello magro e attraente del giovane Tom Riddle.
Dannazione Harry. Hai appena detto che la guerra è finita, non fare l'ipocrita.
Si costrinse a guardarla negli occhi e a vederla per quello che era: una giovane strega inesperta ma talentuosa, particolare, malvoluta da tutti, che era stata appena presa a pugni dalla realtà.
-Ciao, Claw. Hai mangiato?-
Lei annuì lentamente, fissandolo concentrata. Sembrava che lo stesse di nuovo studiando, senza curarsi di adottare un espressione che non sembrasse calcolatrice.
-Horas ti manda queste. E' molto preoccupato per te.-
Harry capí di aver sbagliato a dirlo quando sul viso della ragazza comparvero un lieve rossore, un'espressione confusa e preoccupata. Si affrettò a rettificare.
-Non sa nulla di quello che è successo oggi pomeriggio, ma potrebbe essermi sfuggita la faccenda del succo di bobotubero che ti hanno versato addosso.- spiegò.
-Oh... beh, suppongo che prima o poi lo sarebbe venuto a sapere... Grazie.- disse esitando e allungando una mano incerta per ricevere le liquirizie.
Harry gliele diede, la osservò disfare il fiocco e poi riporre con cura il nastrino sulle coperte. Si sedette sulla branda vuota di fronte a lei: era il suo turno di studiarla.
Harry si chiese se la ragazza sapesse che il nastro aveva gli stessi pois audaci del papillon di Lumacorno. Era quasi sicuro che lo sapesse, lo aveva intuito dal modo in cui lo aveva lisciato sul copriletto prima di aprire il sacchetto.
Quel comportamento seppe ancor di piú allontanare dalla mente di Harry il paragone tra lei e Tom Riddle.-Riguardo al succo di bobotuberi... sai dirmi chi te l'ha versato addosso?- chiese il preside, improvvisamente ricalibrando la sua concentrazione sulle indagini.
Claw parve colta alla sprovvista. Guardò Harry in un modo che la fece apparire un po' sciocca, poi arrossí lievemente.
-Beh... ma perché me lo chiede adesso? Lei non era ancora preside quando è successo.-
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Il ritorno dell'erede di Serpeverde
FanficHarry, a capo dell'ufficio Auror, riceve una lettera inaspettata dalla professoressa McGranitt, l'attuale preside di Hogwarts. La richiesta che gli fa la nota strega lo riporterà nella sua vecchia casa in un momento delicato: un caso di gente scompa...