15. La mappa del malandrino

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Harry entrò nel suo ufficio e notò con piacere che non c'era nessuno. La scrivania era sgombra, non c'erano lettere né fascicoli.

Si sedette davanti allo scrittoio, salutò Yuri e recuperò la chiave del cassetto della scrivania ma prima, per curiosità, provò a forzare la serratura. Quello era l'ufficio del preside: doveva essere, almeno in teoria, ben protetto.

-Alohomora.-

Il piccolo mobile emise una pernacchia che fece ridere Harry. Quando ci infilò la chiave si aprì senza problemi. Almeno i suoi appunti erano al sicuro, Claw non avrebbe messo il naso nelle sue indagini, se fosse passata nell'ufficio mentre lui non c'era, così come qualsiasi altro studente.

Prese la mappa del malandrino e la aprì sullo scrittoio senza tante cerimonie, masticando una stecca di liquirizia che gli aveva lasciato Hagrid. Allungò le gambe sotto il mobile in legno massiccio e le incrociò comodamente, preparandosi a qualche ora di monitoraggio. Gli sarebbe servito per tenere d'occhio le abitudini degli studenti, soprattutto di quelli inclusi nella lista degli interrogatori, e a verificare che tutti seguissero le regole.

-Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.-

Aveva discusso con i fratelli Wenlock del fatto che Hagrid fosse stato obliviato e che le sue zucche fossero sparite senza che questo comparisse nel loro rapporto. Gli aveva dato una bella strigliata, così entrambi si erano resi disponibili ad organizzare anche una guardia diurna nelle vicinanze della capanna del guardiacaccia.

Poi era andato a fare visita direttamente al vecchio guardiacaccia, che era tornato un'altra volta senza trovare traccia delle lumache giganti. Cominciava addirittura ad essere scettico, dicendo che forse se ne erano andate per cercare un terreno di caccia migliore, una volta finite le zucche.

-Sicuro che siano lumache, Hagrid? Magari dovrei lasciare dare un'occhiata agli auror...-

-No, sono io il guardiacaccia, è il mio lavoro, Harry. E poi tu sei già parecchio impegnato, quindi non mi pare il caso. Troverò quei lumaconi e mi assicurerò che abbiano mangiato abbastanza zucche per tutto il resto della loro vita, parola mia.-

La mappa del malandrino era un brulicare continuo di impronte e nomi, Harry ci mise un po' a visualizzare l'intera situazione nei corridoi e nella sala grande. Molti dei nomi che passavano sotto i suoi occhi non li conosceva, cercò però di assorbire più dettagli possibile.

Claw era ancora fuori dall'ufficio di Flitwick, passava nervosamente il peso del corpo da un piede all'altro. Il professore invece se ne stava ben saldo sulle gambe, vicinissimo a lei, appena oltre la soglia. Proprio mentre li stava osservando le impronte del professore si diressero nuovamente nell'ufficio, facendosi prima da parte per far entrare quelle di Claw.

Harry lo prese come un buon segno: avevano parlato a lungo: Harry infatti aveva avuto il tempo di andare e tornare dalla capanna di Hagrid e avere quel piccolo colloquio con i suoi auror. Sperò che fosse andato tutto per il meglio.

-Interessante artefatto.- osservò a voce alta Silente, tendendo il collo oltre le spalle di Harry e aggiustandosi gli occhiali sul naso.

-La mappa del malandrino. Opera di Lupin, Sirius e di mio padre, quando erano insieme qui ad Hogwarts. Mostra i movimenti di tutti coloro che sono a scuola e nei dintorni.-

Silente fu come fulminato sul posto da quella scoperta e, quando parlò, sembrò felice e, allo stesso tempo, leggermente infastidito.

-Beh... erano gli studenti migliori della scuola, all'epoca, non c'è che dire. Ora mi spiego molte cose che altrimenti mi sarebbero sempre sembrate poco chiare, a rifletterci bene. Come il fatto che sapessero essere sempre al posto giusto nel momento giusto, ahimè.-

Il ritorno dell'erede di SerpeverdeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora