34. Lo spettro di Parigi

43 3 0
                                    

Hermione si sedette con riluttanza, rigida, mentre Draco faceva lo stesso. Erano l'uno di fronte all'altro, vicino al fuoco del caminetto.

-Ero a metà del mio viaggio quando capitai a Parigi. Ricordi che ti raccontai di aver incontrato una comunità di maghi che praticavano la magia del sangue?-

Lei annuì.

-Ricordo che ti allontanasti per via... di quello che cercarono di fare a quella ragazza.-

Lui annuì, distogliendo lo sguardo. Sembrava confuso.

In effetti lo era: non capiva bene perché stesse raccontando tutto per filo e per segno proprio a lei, eppure sentiva di non poterne farne a meno. Agli altri insegnanti e alla preside aveva riferito di essere stato coinvolto in una maledizione accidentale e al San Mungo avevano emesso una diagnosi piuttosto negativa nei suoi confronti, a dir poco tragica. La McGranitt aveva accettato la sua candidatura all'insegnamento dopo un attento colloquio con lui e altri sei candidati... impeccabile nei modi e nelle valutazioni, come al solito. Eppure lui era stato tormentato dalla sensazione che avesse scelto lui perché aveva avuto pietà della sua condizione.

-In realtà pensavo che sarei rimasto in Francia, all'epoca... che non sarei tornato in Inghilterra. Finalmente aveva trovato qualcosa in cui ero piuttosto bravo, un tipo di arte oscura in cui non era necessaria solamente una preparazione formale perfetta ma anche un tipo di intuitività e di sensibilità ai particolari che sembrava essere piuttosto sviluppata in me. Presto entrai a fare a parte della cerchia più interna di quella comunità di maghi e streghe, venendo messo al corrente di rituali sempre più complicati e di segreti sempre più esclusivi. Sembravano tutti stupiti dai miei continui miglioramenti, mi perfezionavo in quel tipo di magia con un'abilità quasi impossibile e... credo che abbiano cominciato a sopravvalutarmi.- ammise, rigirandosi la bacchetta fra le mani.

Hemione lo ascoltava con un'espressione indecifrabile, lanciando furtive occhiate alla porta aperta oltre le spalle di Malfoy. L'ipnotico movimento dei cerchi di sangue e polvere, che aveva identificato come cristalli di sale, ematite ed altri materiali più rari, continuava ad attrarre la sua curiosa attenzione.

-E così bruciarono le tappe. Naturalmente prima di mettere a parte i membri della congrega del fatto che venissero effettuate menomazioni permanenti su alcuni novizi, che venissero coinvolte magie e rituali che sconvolgevano l'anima e la mente delle vittime, che fossero addirittura sacrificate delle vite umane... questi dovevano essere talmente invischiati nella comunità da non riuscire a venirne fuori, neanche volendo. Fidati: avevano i loro metodi e tutti loro erano pronti a lottare fino alla morte per mantenere forte e soprattutto segreta la loro rete di seguaci. Io... conoscevo molti maghi potenti e nutrivo l'ambizione di poter diventare bravo come loro, se non di più. Volevo un posto a quel tavolo. Sono stato uno stupido e un ingenuo.- riconobbe, intercettando addolorato lo sguardo sconvolto della donna.

-So come sembra ma devi capire che, per quello che ne sapevo io, stavo solo conoscendo famiglie antiche e potenti di maghi e streghe formidabili, alcuni molto famosi anche al di qua del mare. Ho capito solo alla fine in che cosa mi stavo cacciando. Sono stati veramente molto attenti a non farsi smascherare.- spiegò, facendo una breve pausa per appoggiare la bacchetta sul tavolo e passarsi una mano sul viso. Non potè più guardarla ma continuò comunque a parlare. Raccontare tutto lo stava facendo sentire bene, molto meglio di quanto non si fosse sentito da quando aveva sentito la diagnosi dei medimaghi al San Mungo.

-Una notte di luna piena mi invitarono nelle catacombe di Parigi, nella zona dove era sepolta una famiglia di maghi molto potenti. Mi dissero che era un'occasione per dimostrare il mio valore ed essere accolto nella comunità in maniera permanente. Mi dissero che quella notte i miei poteri sarebbero duplicati e che il mio rango nella cerchia interna sarebbe salito al livello dei cinque maghi più importanti della confraternita.- raccontò disgustato mentre un ceppo nel camino cedeva, sprofondando nelle braci scarlatte oltre il focolare. Hermione trasalì a quel rumore ma non smise di ascoltare, con il cuore in gola.

Il ritorno dell'erede di SerpeverdeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora