L'alba della stagione invernale era fredda, odorava di erba bagnata e penetrava le ossa.
Ma nonostante ciò, Jungkook era li, in piedi ad occhi socchiusi di fronte ad un ponte: il suo sguardo era perso lungo il panorama, di cui il cielo era di quel meraviglioso celeste scuro, e la luna ancora era alta e luminosa.
I palazzi erano chiari e maestosi, alti, e Jungkook si sentiva alto come loro, irraggiungibile; anche lui era glaciale, immobile, e le sue mani tremavano lungo i suoi fianchi spogli e longilinei.
In quel momento di tranquillità e silenzio, Jungkook poco prima aveva percepito pura agitazione e ansia. Era ancora buio quando il suo corpo inerme steso sul letto si era mosso improvvisamente, mandando una veloce occhiata a Taehyung che dormiva al suo fianco.
Era una giornata importante per Taehyung, era il suo compleanno, e proprio per questo avrebbe organizzato una grande e meravigliosa festa. Ma Jungkook sapeva che non sarebbe riuscito a reggere il tutto, fin troppo attanagliato dalla sua vita, che lentamente lo stava consumando sempre di più.
Aveva bisogno di un momento per pensare, o meglio, un momento per stare solo prima che la vita fosse ricominciata, a partire dal sorgere del sole sopra le loro teste. Era fuggito di nuovo, e sotto sotto si portò dietro quel dolore al petto durante il viaggio nel bus silenzioso e vuoto, fino ad arrivare ad una meta qualsiasi.
Aveva camminato a lungo le strade pericolose mantenendo lo sguardo basso, e la sua mente era come una macchina che non si fermava mai.
Il pensiero di dover scontare i suoi debiti, non lo rese molto contento.
Non aveva più soldi, e non aveva nemmeno la voglia di guadagnarseli nei suoi soliti sporchi modi. Ma allo stesso tempo, lui non era fatto per vivere una vita comune, e lavorare in un posto comune.
Per questo aveva mollato il lavoro, aveva mollato Hayoon, e chissà se un giorno avrebbe potuto rivederla e dirle che tutto stava andando bene.
Perché no, le cose non stavano andando bene per nulla.
Davanti a quel ponte ebbe la possibilità di fare numerosi respiri profondi, e di piangere qualche lacrima timida per conto suo, senza che nessuno lo giudicasse o che sentisse il forte bisogno di consolarlo.
Voleva stare solo, giusto per qualche oretta.
Si asciugò l'ennesime lacrime che scendevano lungo il suo collo, e con un broncio si appoggiò al bordo del ponte per poi cacciare uno sbuffo pesante.
In quel momento si rese conto che la pausa non sarebbe durata solo qualche ora, ma aveva bisogno di un giorno intero, o meglio, un'intera vita.
«Non sai cosa fare eh?» Disse Taemin avvicinandosi a lui e Jungkook lo guardo con gli occhi rossi di lacrime. Negò con la testa rompendo quel contatto visivo, e il biondo sospirò.
«Beh... Cerca di fare solo cose giuste. Porta i soldi ad Hongjoong prima che si faccia tardi per il compleanno di Taehyung.» Asserì poi seriamente poggiando il mento sulle mani e l'altro non disse nulla.
«Trova un modo adesso, o non avrai altro tempo. Sai benissimo che Taehyung non te lo perdonerebbe mai se tu non sarai presente.» Concluse poi il biondo tornando a guardarlo con il pugno chiuso sulla tempia aspettando che Jungkook rispondesse, ma quest'ultimo ancora non si decideva nel parlare.
«N—non voglio andare più a letto con nessuno Taemin... Sono stanco.» Rispose sincero piegando il volto in una smorfia di pianto, «N—non riesco a smettere di sentirmi in colpa continuamente... È cosi f—frustrante.» Aggiunse coprendosi il volto con le mani continuando a singhiozzare.
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Steinmetz Pink -idyll- || Taekook & Yoonmin
FanfictionVolume 3 Le bugie a volte possono prevalere più di quanto si possa immaginare, e spesso e volentieri rivelare la verità può raggiustare ciò che è rotto. Dalla partenza di Namjoon per Tokyo, sembra un nuovo inizio, girato attorno alla normalità e la...