Mi svegliai con il rumore della sveglia del telefono, il primo giorno a New York fu meglio di quanto mi aspettassi, se non fosse stato per quell'impertinente biondo sarebbe andato benissimo.
Erano le 9:30 del mattino di un bellissimo e splendente lunedì, la scuola sarebbe iniziata tra due giorni e si forse ero un po' emozionata, non ero molto brava a socializzare, fosse stato per me sarei rimasta a guardare film, a leggere libri e a recitare, ma purtroppo le interazioni sociali erano obbligatorie.
Mi alzai dal letto, diretta per andare in bagno a sciacquarmi giusto il viso e a pettinarmi i capelli.
Uscii dalla camera e mi pervase un odore di bruciato, molto probabilmente Aiden stava cucinando, o almeno tentando, dato che il maggiordomo sarebbe arrivato qualche giorno dopo. Sfortunatamente in questa casa non avremmo avuto la crew di personale, giardinieri, cuochi e così via anche perché era un superattico e non una villa neoclassica come quella a Roma. Scesi le scale guardando il telefono fino a quando una voce mi risveglió ricordandomi che ero più nuda che vestita, un reggiseno sportivo e dei pantaloncini raso culo.
«Uo uo Aid guarda che bello spettacolo» disse la voce del ragazzo che tanto mi era antipatico, anche se lo conoscevo da solo un giorno.
Mio fratello si giró con un pancake bruciato in bocca, e con una faccia schifata, ma ,che appena mi vide, si trasformó in rabbiosa.
«Cavati gli occhi coglione! Tu! Vatti a vestire!» mi urló su tutte le furie lanciandomi un pancake bruciato addosso.
Senza dire niente corsi in camera mia per prendere una maglietta lunga.
Scesi nuovamente e la vista davanti ai miei occhi non fu delle migliori.
Un ammasso di pancake bruciati e deformi stanziava sul tavolo e più che acquolina mi dava il ribrezzo.
«Questa sarebbe la colazione?» chiesi sedendomi a tavola.
«Cosa ha che non va?» mi chiese mio fratello con un sorrisetto.
«Forse li hai lasciati un po' troppo sul fuoco?» dissi retoricamente con tono disgustato prendendo un pezzo di carbone e rigirandole nelle mani.
«Non si spreca il cibo, sai quanti bambini muoiono in Africa?»
«Preferirebbero morire di fame che mangiare questa roba»
«Potevi cucinare tu allora!»
«Ti svegli sempre tardi! Oggi presto!»
«Abbiamo un ospite se tu non l'avessi notato!»
«E tu vorresti far mangiare quella roba a un ospite? Incapace. Suppongo che mangerò una mela» dissi prendendo una mela dalla fruttiera che ieri era vuota e una domanda si fece spazio nella mia mente.
«Ma chi ha fatto la spesa?»
«Noi, Leo è venuto un'ora fa. Papà e George sono andati alle riprese.»
Annuì solamente iniziando a mordere la mela, quando vidi i due fissarmi.
«Che volete?» chiesi acida prendendo il telefono e iniziando a scorrere i tik tok.
«Dovremmo andare a fare la spesa»
«Hai detto un minuto fa che l'avete fatta voi.» risposi scocciata alzando lo sguardo dal telefono.
«Si per i pancake e qualche mela»
In effetti di mele nella fruttiera ce n'erano solo due e una ora si trovava nel mio stomaco.
«E non potevi comprare un po' di... che diavolo ne so... pasta?»
«Non mi andava di spendere i miei soldi nella carta per una stupida spesa.» disse mio fratello facendo ridere Leo sotto i baffi.
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I copioni della nostra vita - Leonardo Di Caprio
FanfictionLei una ragazza timida, ma stronza unica cosa ereditata dalla madre, dopo un duro trasferimento si ritroverà a faccia a faccia con un altro stronzo, Leonardo di Caprio. Entrambi con una passione in comune e una vita difficile riusciranno a scrivere...