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Entrammo nella casa di Bella, gli scagnozzi fuori dalla porta dell'attico ci fecero entrare senza problemi.

Una volta entrati l'odore di alcol e fumo mi inebriava le narici. La casa era davvero molto spaziosa, anche se riuscivo a vedere ben poco, data l'incredibile quantità di gente, riuscivo a notare solamente  che l'arredamento era molto moderno. La musica era a un volume altissimo, ma da quanto sembrava da fuori tutto il piano era insonorizzato.

Ci addentrammo nella folla, con lo sguardo inconsciamente lo cercai, potevo sembrare incoerente, ma volevo vedere i suoi occhi azzurri ad ogni costo, anche se non ce n'era motivo, se ci odiavamo, se io mi ero baciata uno dei suoi amici più stretti, avevo voglia di vederlo.

«Chi cerchi?» mi interruppe Selena dai miei pensieri.

«Un bagno» risposi facendo spallucce.

«Ti ci accompagno» disse una voce dietro di me, mi girai e vidi la rossa che mi squadrava, questa volta non con sufficienza, anzi avrei osato dire con allegria, o forse era già ubriaca.

Lasciai le due ragazze e mi avviai con lei al piano di sopra.

«È questo, ti aspetto fuori» disse appoggiandosi allo stipite della porta.

«Grazie Bella» sussurrai.

Il bagno aveva le pareti bianche, i mobili erano a loro volta bianchi e al lato della stanza c'era una vasca a idromassaggio . I led rivestivano le pareti, tutto era illuminato da una fioca luce rosa rendendo l'atmosfera rilassante e pacata.

Mi avvicinai al lavandino, mi sistemai i capelli e feci un respiro profondo.

Mi tolsi velocemente il vestito, mi cambiai e lo riposi nella borsa.

«Tutto bene lì dentro?» mi chiese Bella da fuori.

«Si» risposi chiudendo l'acqua del rubinetto e asciugandomi subito dopo le mani.

«Posso entrare?» mi chiese, ma prima che potessi rispondere avevo già aperto la porta di scatto.

«Dio, mi hai fatto prendere uno spavento» ridacchiò appoggiandosi una mano sul cuore.

Scendemmo le scale, una volta arrivate al piano terra di lei neanche l'ombra, ero circondata da persone ubriache perse, tutti si strusciavano a tempo di musica, da una parte c'erano dei ragazzi che giocavano a Beer Pong, dall'altra parte tutto lo spazio era occupato dalla pista, o almeno quella che doveva essere la pista da ballo. Infine in un angolino c'era Leonardo, stava al telefono, tutto ciò che lo circondava sembrava non contasse niente, era come se stesse in camera sua, magari a leggere un buon libro, a guardare i social o a guardarsi un film.

Lo fissai per qualche secondo fino a quando improvvisamente il suo sguardo si alzò e scrutò la stanza, come se fosse alla ricerca di una persona.

Mi mancò il respiro quando il suo sguardo si avvicinava alla mia figura, rimasi lì come un pesce lesso a fissarlo, quando finalmente arrivò al punto dov'ero io, prese a fissarmi. Mi squadrò da lontano dalla testa ai piedi più volte e concluse mordendosi il labbro, una reazione che scatenò in me un incendio di emozioni.

Rimanemmo a fissarci, quasi non volevamo smettere, fino a quando una mano mi coprì gli occhi, spezzando il momento magico che si era creato.

«Chi sono?» sentii una voce dietro di me.

«Deep mi rovini il trucco!» dissi togliendogli
subito le mani dai miei occhi.

«Sbaglio o ho interrotto una lotta di sguardi intrigante!» disse su di giri mostrando le due bottiglie di vodka che teneva in mano.

I copioni della nostra vita - Leonardo Di CaprioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora