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Arya si teneva la testa tra le mani mentre cercava di leggere le pagine ingiallite del libro. Era seduta al tavolo dell'immensa biblioteca, le gambe incrociate in una posa che non si addiceva a una principessa e le sopracciglia aggrottate per il disappunto. Era difficile concentrarsi col baccano che arrivava da oltre le porte massicce, che avrebbero dovuto essere abbastanza spesse da tenerlo fuori. Ciò poteva solo darle un'idea di quanto chiasso stessero facendo Thor e i suoi amici. Senza contare che lei aveva un udito nettamente più fine di quello di chiunque altro lì ad Asgard.

All'ennesimo botto e scoppio di risata sganasciata, Arya chiuse il tomo sollevando una nuvoletta di polvere e rinunciò alla lettura. Per quanto fosse infastidita da tutto quel rumore, non poteva negare di essere anche curiosa. Ripose il libro sullo scaffale da cui lo aveva preso e si decise a uscire. Non appena aprì uno spiraglio della porta, fu investita da schiamazzi, grida di entusiasmo, cozzare di bicchieri e botti di pugni sul tavolo.

Arya sollevò gli occhi al cielo: l'euforia dopo una vittoria rendeva quell'allegra combriccola più pericolosa che in battaglia. Camminò per i corridoi del palazzo dove echeggiava il caos prodotto da quei bagordi nella sala dei banchetti. Quando raggiunse il fulcro del divertimento, si fermò sulla soglia a osservare.

Thor e Fandral stavano gareggiando nel tracannare una pinta di birra, mentre Hogun e Volstagg li incitavano, quest'ultimo rimpinzandosi di arrosto di maiale. Lady Sif si limitava a sorridere divertita dallo spettacolo, mentre Loki era seduto in disparte sul davanzale della finestra ad arco, il ghigno sulle labbra e un calice di vino alla mano. Nessuno di loro si accorse di Arya.

Thor terminò di bere prima di Fandral, esultò e sbatté il bicchiere a terra frantumandolo in mille pezzi. Il guerriero biondo, sconfitto dal suo amico, ruttò una protesta e lo imitò nel rompere il grosso boccale sul pavimento.

Arya inarcò un sopracciglio e scosse la testa: sembravano dei barbari quando si comportavano così.

Thor si passò il dorso della mano sulla bocca per asciugarla dalla birra, poi finalmente i suoi occhi azzurri incrociarono quelli della ragazza.

«Ma guardate chi c'è!» sorrise allargando le braccia.

Tutti si voltarono verso l'ingresso e Arya vide scemare la sua possibilità di dileguarsi.

«La mia elfetta preferita!» continuò Thor, ebbro di vino e birra. «Qual buon vento ti porta alla nostra umile tavola?»

Arya avrebbe voluto far notare che quella tavola era tutto fuorché umile, con le decine di portate e varietà di alimenti, litri di bevande e piatti d'argento.

«Il baccano» rispose. «Immagino siate tornati vittoriosi da una difficile battaglia.»

«Difficilissima!» esclamò Volstagg a bocca piena.

Fandral si alzò dalla panca e poi vi salì sopra, pronto a fare l'oratore. «I qui presenti Thor e i Tre Guerrieri hanno abbattuto il cinghiale più grosso che tu possa immaginare!»

Arya inarcò le sopracciglia: tutto quel caos per una caccia al cinghiale? Dovevano essere molto annoiati.

«Sorpresa, eh!» disse il biondo, male interpretando la sua espressione.

L'elfa scosse la testa e rivolse lo sguardo a Lady Sif, che in tutta risposta strinse le spalle come a dire "Uomini. Che ci vuoi fare?".

«Cara sorellina» sorrise Thor, «scrollati di dosso la tua frigidezza e unisciti a noi!».

«Frigidezza?» ripeté lei.

«Non vorrai negarlo?» rise Fandral. «Tranquilla, ti vogliamo bene lo stesso. A te e alle tue orecchie a punta!»

LOKI - Set me on fireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora