Nei giorni seguenti la fiamma si ripresentò con insistenza e prepotenza. Ormai era più il tempo che Arya trascorreva con le guaritrici che con chiunque altro, ma a parte misurare e registrare i suoi parametri vitali, le poverette non avevano idee di come aiutarla. Per il momento era abbastanza confortante notare che Arya non si ustionava e che il fuoco sembrava limitarsi a divamparle dalle mani. L'acqua era l'unica soluzione che avevano per spegnerlo, ma dal momento che l'elfa non subiva danni apparenti con quel fuoco, ultimamente aveva cercato di mantenerlo vivo per dare alle guaritrici la possibilità di osservarlo, immergendo infine le braccia nei secchi d'acqua per estinguerlo. Cominciò a sperare di riuscire davvero a controllare la fiamma e di poterla sfruttare a suo piacimento.
Fissando le lingue di fuoco come sotto ipnosi, un giorno in Arya balenò un'idea. Si riscosse dalle sue elucubrazione, si scusò con le guaritrici e bagnò le mani. Uscì di corsa dalla stanza delle cure asciugandosi i palmi nei pantaloni di pelle e corse alla sala del trono.
Thor era stancamente seduto sullo scranno, il viso coperto da una mano e i gomiti appoggiati ai braccioli. Mjolnir era posata sul pavimento accanto ai suoi piedi. Sentendola entrare, il giovane reggente spostò appena la mano per guardare da sopra le dita chi stesse arrivando, poi la tolse del tutto e regalò alla sorella un sorriso fiacco.
«Come stai?» gli chiese l'elfa, preoccupata dal suo stato. Cercava di non darlo a vedere, ma Thor soffriva quanto Frigga e lei per le condizioni di Odino e per la lontananza di Loki. Solo quando era certo di non essere visto si abbandonava alla tristezza e, se colto in flagrante, non era rapido a nasconderla. Come in quel momento.
Il dio si raddrizzò un poco. «Bene. Non sono io la torcia umana.»
Arya scrollò le spalle. «È ancora una condizione gestibile.»
Thor sospirò, si alzò dal trono e scese le scale per raggiungere la ragazza. «Per quanto ancora? Io non voglio e non posso perdere anche te.»
«Non parlare come se Odino e Loki fossero morti» gli disse sfiorandogli il braccio muscoloso.
Lui le prese la mano e abbassò lo sguardo. Arya non lo aveva mai visto così fragile: era alto, grosso, muscoloso e potente, era gioviale e spensierato, permaloso e orgoglioso... ma era capace di amare come chiunque altro, se non di più. Anche dopo tutto ciò che aveva scoperto da Odino, Thor non aveva mai smesso di considerare Arya e Loki come una sorella e un fratello; né un tentennamento, né un dubbio avevano intaccato la sua convinzione. Questo la diceva lunga su quanto li amasse davvero.
«Hai ragione» sospirò. «Ma non posso parlare con nessuno dei due. Non posso chiedere consiglio a mio padre e non posso scherzare con mio fratello. Non saranno morti, ma al momento nella mia vita non ci sono.»
Arya si mordicchiò il labbro e si portò una ciocca castana dietro l'orecchio a punta. «Senti... pensavo...» Sollevò il capo e lo guardò direttamente negli occhi azzurri. «Non posso fare nulla per il Sonno di Odino, ma forse ho un'idea per Loki.» Vide un guizzo di speranza accendere le sue iridi chiare. «È da un po' che ci rimugino sopra, in realtà, però solo ultimamente mi è sembrata una buona idea. Folle, eh, ma buona.»
Thor sfoggiò il suo caratteristico sorriso strafottente. «A noi piacciono le idee folli, no?» esclamò, incitandola poi a continuare a spiegarsi.
Arya prese a camminare su e giù e a gesticolare, cercando di rendere chiari i suoi pensieri e le sue deduzioni.
«Bada bene, sono solo congetture» premesse. «Frigga ha sempre detto che se c'è una persona a cui Loki darebbe ascolto, sono io. Immagino perché da sempre lei sapesse la verità: entrambi siamo stati abbandonati dai nostri padri, entrambi siamo principi senza regno, entrambi siamo stati accolti nella vostra famiglia e siamo stati amati senza distinzione.» Thor annuì concordando. «L'unica differenza è che io ho sempre saputo delle mie origini – tralasciando la fiamma – mentre lui ha visto l'oscuramento delle sue come una menzogna e un affronto, e tutto quello in cui ha sempre creduto gli è crollato addosso.»
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LOKI - Set me on fire
FanfictionArya Lùthiensdottir è un Elfo Chiaro di Alfheim, cresciuta ad Asgard sotto la tutela del sovrano. Non conosce il reale motivo per cui suo padre, re degli elfi, l'ha offerta a Odino. Ufficialmente, lei è un dono di guerra, ma la ragazza sa che c'è de...