Quella sera, dopo essere rientrati a palazzo, Loki era stato subito convocato da Odino. La ragazza era rimasta fuori dalla sala del trono in attesa della sentenza del Padre degli Dei; le mancò la terra sotto i piedi quando Loki uscì con espressione tetra. L'istante dopo le sorrise maliziosamente e lei, dopo avergli dato un colpetto sulla spalla per averla fatta preoccupare per nulla, gli allacciò le braccia intorno al collo e lo baciò. Era libero.
Da quel giorno erano trascorsi tre mesi.
Nessuno dei due era il tipo di persona che amava scambiare effusioni in pubblico. Apparentemente, agli occhi degli altri nulla era cambiato, anche se in realtà era ormai notizia di dominio pubblico che l'elfa diseredata e il principe attaccabrighe fossero una coppia.
«Siamo uno strano duo» sorrise Arya, osservando i movimenti lenti della mano di Loki.
Il dio stava tracciando con le dita sottili il ghirigoro di cicatrici che le decorava le braccia. «Te ne sei accorta solo ora?» domandò divertito, accarezzandole la pelle martoriata all'altezza del polso. Se ne stava seduto appoggiato alla testiera del letto, coperto dalle lenzuola fino alla vita. Erano settimane che aveva fatto della camera di Arya la sua casa.
Lei si accoccolò meglio al suo fianco. «No. È che mi diverte pensarci.»
«Trovi la nostra relazione divertente?» Voleva fare l'offeso, ma la cosa non gli riuscì minimamente.
«Be'... tra le altre cose, sì» ammise. «È bello guardarsi indietro e rivedere la nostra vita con occhi diversi. Come eravamo da bambini e come siamo ora. Mi fa sempre sorridere.» Sollevò il capo e lo guardò negli occhi: anche lui sembrava divertito. «A te no?» lo stuzzicò.
«Tra le altre cose» disse anche lui. Il suo sorriso si distese ancora di più. «Non avrei mai pensato che mi sarei innamorato della petulante bambina con le orecchie a punta!»
«Petulante?!» si piccò.
«Eri una so-tutto-io abbastanza irritante.»
Arya tornò a guardare le sue dita affusolate seguire le linee delle cicatrici. «Mmh... hai ragione» gli concesse. «Ma dopo che passavo tutte quelle ore in biblioteca, avevo bisogno di dimostrare che stavo imparando qualcosa.»
Lui rise. «Passi ancora ore in biblioteca.»
«Pensa bene alle tue prossime parole, Loki» lo avvertì.
«Ma non sei più petulante» disse allora. «Sei colta, appassionata e intelligente. Molto più della stragrande maggioranza degli zotici che abitano questo palazzo.»
La ragazza sorrise. Ruotò la mano a palmo in su e subito il dio intrecciò le dita con le sue.
«Non ci sono zotici in questo palazzo» gli disse.
«E sei anche troppo buona col prossimo» aggiunse allora lui, facendola ridere. «Questa è la riprova che trovi divertente la nostra accoppiata.»
Arya si puntellò su un gomito e si sollevò per guardare Loki in viso. I suoi occhi grigio-azzurri brillavano di contentezza, una condizione ormai fissa in quelle ultime settimane. Le davano la certezza che lui fosse felice almeno quanto lei di quell'amore che stavano vivendo. E non solo: anche il suo rapporto con Thor si era rafforzato da quando il Dio del Tuono l'aveva difeso di fronte a Odino. Ora trascorrevano molto tempo insieme, andando a caccia o in missione per conto del re.
Loki le accarezzò una guancia, poi fece scivolare la mano sui suoi lunghi capelli e prese a giocare con una ciocca castana, osservandone i riflessi come ipnotizzato.
«Sai che non sono bravo a esternare i miei pensieri più intimi» le disse senza distogliere lo sguardo dalla ciocca.
La ragazza sorrise. «Stai facendo veloci progressi.»
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LOKI - Set me on fire
FanfictionArya Lùthiensdottir è un Elfo Chiaro di Alfheim, cresciuta ad Asgard sotto la tutela del sovrano. Non conosce il reale motivo per cui suo padre, re degli elfi, l'ha offerta a Odino. Ufficialmente, lei è un dono di guerra, ma la ragazza sa che c'è de...