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Loki era scattato in piedi e l'aveva preceduta nell'uscire dalla stanza e dirigersi alla sala del trono. Non le aveva rivolto la parola per tutto il tragitto, neanche quando lei gli aveva chiesto cosa credesse fosse successo. Il dio procedeva con passo cadenzato e rapido e Arya quasi poteva percepire la collera che montava dentro di lui man mano che si avvicinavano alla meta.

Loki spalancò le porte con tutte le sue forze per fare un ingresso plateale, facendole sbattere contro le pareti. L'elfa sussultò temendo che le avrebbe scardinate. Sicuramente riuscì ad ottenere l'attenzione dei presenti.

«Finalmente, padre!» esclamò il dio ghignando, calcando sull'ultima parola.

Arya iniziò a ipotizzare che quella strana reazione magica di poco prima gli avesse fritto il cervello. E dagli sguardi di Odino e Thor, era probabile che anche loro pensassero avesse qualcosa che non andava. Frigga, dal canto suo, non giudicava mai con troppa severità i suoi figli. Non prima di capire il perché dei loro comportamenti, almeno.

Il Padre degli Dei era seduto sull'ampio trono, la sua regina era in piedi accanto a lui, mentre Thor era di fronte a loro, in fondo alle scale. Arya e Loki raggiunsero il fratello e il Dio del Tuono le scoccò un'occhiata interrogativa, chiedendole silenziosamente cos'avesse l'altro. Lei non poté che scuotere appena la testa, non potendogli fornire una risposta sensata.

Odino squadrò tutti e tre i suoi figli col suo unico occhio, finché non lo fermò sull'elfa.

«Ho le risposte che ci servivano. Ma, purtroppo, non una soluzione al tuo problema» le disse.

Loki incrociò le braccia al petto e prese a fissare minacciosamente e sottecchi suo padre. Tuttavia ebbe la decenza di non fare battute; Arya sarebbe stata in grado di toccarlo di nuovo per il solo gusto di farlo sbalzare via e zittirlo, altrimenti.

«So che hai sempre voluto sapere perché anni fa ti ho portata qui» riprese Odino, «e so che ora non ti basta più la semplice risposta che ti ho sempre dato, ossia che eri un dono di Lùthien per l'aiuto che Asgard gli ha dato nella battaglia contro i Demoni del Fuoco».

«È così, sire. Mi piacerebbe sapere le vere intenzioni vostre e di mio padre, dato che mi riguardano personalmente.»

Il re annuì. Lui, a differenza di Frigga che non mancava mai di sottolineare che era sua madre, non l'aveva mai pregata di considerarlo un padre e chiamarlo a quel modo, cosa che le aveva sempre dato molto da pensare.

«Ebbene, ora che sono a conoscenza di alcune tristi novità, è ora che dica come stanno realmente le cose. Non solo a te, ma a tutti voi» specificò guardando gli altri due figli. Poi cercò lo sguardo della regina come a voler trarre forza da lei per poter rivelare finalmente la verità.

Frigga gli sorrise mestamente e gli si avvicinò ancora di più per dimostrargli solidarietà.

«Padre» intervenne Thor, preoccupato dal silenzio che si stava protraendo. «Perché parli di tristi novità?»

Odino sospirò; Arya non lo aveva mai visto così provato, era come se avesse appena terminato una sanguinosa e massacrante battaglia, quando invece stava solo affrontando la sua famiglia.

«Cominciamo dal principio» disse il Padre degli Dei. «Anni orsono, quando andai in soccorso di Lùthien, riuscimmo a mettere in fuga i Demoni del Fuoco; il re aveva mandato una richiesta d'aiuto e noi avevamo risposto. Non mi aspettavo che la sua gratitudine fosse tale da donarmi una delle sue figlie.» Il suo unico occhio si posò su Arya. «Immaginai che fosse una strategia politica, che con te e uno dei miei figli volesse unificare i nostri regni» disse. «Ma allo stesso tempo non potei fare a meno di chiedermi perché proprio tu.»

LOKI - Set me on fireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora