Capitolo 12- George & Dream

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~Il sogno è il nocchiero di una nave che ti porta dove nessun altro vascello potrà mai approdare e solca mari che nessuna rotta ha mai percorso.~

Pov Al:
Non so se ringraziare o maledire questo rumore. Perché so che se non mi avesse fermato avrei fatto di più che semplicemente baciarla e so che poi me ne sarei pentito, ma il desiderio era...desiderio.
Io e Nicole ci stacchiamo e lei mi sorride con tenerezza. Io le do un bacio all'angolo della bocca e mi avvio verso la fonte del rumore, qualunque essa sia e lei mi segue.
<<Credo provenisse dal bagno>> mi dice Nic.
<<Proviamo>> rispondo facendole strada. Mi accorgo che anche gli altri si sono alzarti. Merda. Se qualcuno ci avesse visti?

Accantono questo pensiero e vado verso la toilette. Apro la porta e vedo George sdraiato sul pavimento in penombra è una bottiglia rotta vicino a lui. Ecco cosa aveva procurato quel suono sordo. George è un quindicenne rosso di capelli con gli occhi marroni molto intelligente e,devo ammettere, abbastanza carino.
<<George che cavolo hai fatto?!>>gli urlo io mentre Nic si avvicina a lui per soccorrerlo. Noah accende la luce e noto che la bottiglia è di vodka e una minuscola parte del contenuto è riversato a terra assieme ai pezzi di vetro. Cazzo ora devo pure pulire!

<<Beh, allora, caro Al, dovevi dire pure a lui di non toccare gli alcolici! Haha>> esclama ridacchiando Isabelle.
<<Taci!>> le urlo contro io.
<<Al ha ragione tua sorella>> sghignazza Ashley.
<<Datemi una mano a metterlo su invece di blaterare!>> ringhio io e gli altri, rassegnati, acconsentono. George è proprio svenuto, perciò lo trasportiamo sul mio letto. Oso solo immaginare cosa penserà mia madre quando laverà il copriletto e sentirà l'odore di alcol.

Ashley, Rachel e gli altri tranne Nicole provano a prendersi cura di George. Invece Nic mi aiuta a pulire il bagno, so quanto detesti fare tipo la crocerossina ai malati. Lavoriamo, ma noto che lei mi manda delle occhiate di fuoco fugaci e io faccio lo stesso.

Da parte mia la voglia di premerla contro il muro e baciarla è fortissima, ma mi devo contenere se non voglio finire nei guai e rinunciare alla borsa di studio per Gennaio dell'Università di Medicina a Boston e non posso rinunciarci solo per aver approfittato - secondo la legge- di una minorenne.

Per Nicole potrei negarmi tutto, ma non il mio sogno. Ecco perché a volte ci sono amico a volte no. Perché se io sono i sogni che faccio, significa che a volte mi detesto. Saranno pure lo specchio dei miei desideri, ma l'immagine riflessa di alcuni stona con gli altri.

Spazio autrice:
Ciaooo!! Come state? Vi vorrei lasciare con la mia riflessione conclusiva del capitolo scritta sopra sui sogni perché, secondo me, se noi siamo tutti degni di considerazione anche io sogni lo sono💭❤️.
XOXO

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